martedì 29 marzo 2016

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Fatta eccezione per quella di Peteano (1972), su nessuna delle stragi che hanno insanguinato l’Italia per oltre un decennio, da quella di Piazza Fontana (1969) a quella della Stazione di Bologna (1980), è stata fatta piena luce, tutt’al più si è arrivati a individuare gli esecutori materiali, in tutti i casi con ampio margine di dubbio, e per tutte si è perso il conto degli episodi che hanno provato, senza possibilità di smentita, gravi inefficienze investigative, quando non si è trattato di depistaggio, di inquinamento delle prove, se non di vero e proprio favoreggiamento da parte di servizi deviati o addirittura di figure di ruolo istituzionale.
Vantando tale tradizione, non si capisce come si sia potuto dar fiato in Italia – proprio in Italia – alle feroci critiche piovute in quest’ultima settimana sulla polizia, l’intelligence e la magistratura belghe. Che avranno senza dubbio commesso errori nella gestione del problema posto dalle cellule terroristiche responsabili degli attentati del 22 marzo, ma incomparabilmente meno gravi rispetto a quelli che costellano la cronaca dei nostri Anni di piombo, per giunta senza che per ora siano emersi in Belgio elementi che lascino supporre connivenze o insabbiamenti, che invece, qui da noi, sono stati la regola, senza eccezioni. C’è la tendenza, qui da noi, a dimenticare in fretta.   

5 commenti:

  1. E alla verità su Peteano siamo arrivati solo perché Vinciguerra si è costituito assumendosi la responsabilità della strage una dozzina di anni dopo. Tra l'altro in più di un'intervista rilasciata negli anni successivi dichiarò che alcuni degli infiltrati o confidenti delle forze dell'ordine all'interno dei gruppi di estrema destra erano a conoscenza dell'identità degli autori fin da pochi mesi dopo la strage.

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  2. C'è la tendenza, qui da noi, a sentirci i più intelligenti del circondario, senza essere tenuti a (né capaci di) dimostrarlo.

    Lorenzo L.

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  3. Beh, però il tassista belga che ha riconosciuto il terrorista in uno che probabilmente nulla c'entra, ha un antecedente nel tassista che vide l'innocente Valpreda a Piazza Fontana. Dunque aspetterei, forse la replica sarà completa. Chissà.
    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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  4. Lo stesso ragionamento andrebbe esteso alla cretiche vergo gli egiziani...

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  5. Quando non siamo responsabili, tutti professori, perché quella di fare i professori cogli altri è l'unica libertà rimastaci. La libertà tipica dei lacchè e dei cani da guardia, che non mordono mai il padrone.
    Anche l'atteggiamento di politici e giornalisti nei confronti dell'Egitto (per la storia del povero Regeni) è esemplificativa. Sembrano politici e giornalisti di un paese "normale", mica il paese di Andreotti, Berlusconi e Renzi.

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