sabato 26 marzo 2016

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Non più di un mese fa, à la station Schuman du métro de Bruxelles, si teneva unexercise catastrophe: proprio in quella stazione, e solo in quella. Offro lo spunto a chi per questo 3/22 non voglia farsi mancare la consueta teoria del complotto, ormai un must in occasioni del genere.


A chi non piaccia scervellarsi in costruzioni paranoiche, invece, propongo una sessione di free insulting allimmancabile violoncellista del day after, stavolta così cane che pure Bach si è ritrovato tra le vittime che quelli della morgue hanno faticato a identificare.



Se al cazzeggio, invece, preferite il calo degli zuccheri, niente di meglio che cantare Imagine con una candelina in mano. Sì, però senza storpiare testo.



Troppo da mammoletta, forse. Preferite un tonico? Vi offro un infuso di radici giudaico-cristiane, vi sentirete come un Meotti.


Nemmeno questo? E allora consentitemi un’ultima offerta:

Michael Shermer - The Five Myths of Terrorism 
Kevin Dutton, Dominic Abrams - What Research Says about Defeating Terrorism
Alexander Haslam, Stephen Reicher - Fueling Terror: How Extremists Are Made

1 commento:

  1. A me pare che il 'terrorismo', se intendiamo con questa parola una piccola fetta di popolazione che intraprende la lotta armata per rovesciare qualcosa o riparare dei torti (e non una movimento più grande che solitamente nasce per vincere un'occupazione, in quel caso rimane 'terrorismo' solo in caso di sconfitta altrimenti si trasforma in 'partigiani' 'liberatori' 'eroi' eccetera), sia qualcosa che prescinde dall'ideologia e dalla giustificazioni che si danno i membri.
    In altre parole: ho bisogno di menare le mani perchè ho del disagio. A questo punto ci metto un attimo a diventare comunista, salafita, fascista, indipendentista, fallaciano o il bombarolo di De Andrè.
    L'unica cosa che funziona è ridurre il disagio: così si limitano i danni, visto che di persone disposte ad imbracciare la lotta armata ce ne saranno di meno. Poi un coglione che vuole liberare la Val Seriana dall'influenza di quei bergamaschi finti di città ci sarà sempre, però magari sarà uno e non venti.

    Per i problemi attuali, direi che oltre a combattere com'è ovvio i terroristi bisognerebbe capire perchè una non irrilevante fetta della seconda generazione qui da noi si converte o passa dalla parte dei duri e puri. E quindi trovare loro altro da fare, se non si riesce con le buone mandiamoli tutti a fare gli ultrà allo stadio, due mazzate la domenica e il problema potrebbe risolversi.

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