venerdì 4 marzo 2016

La natura non esiste

«All’inizio di ogni discussione – ho scritto qualche settimana fa – andrebbe preliminarmente trovato, fra quanti vi partecipano, un solido accordo sul significato dei termini cui prevedibilmente si ricorrerà più di frequente, cominciando dal trovare una definizione pienamente condivisa dell’oggetto sul quale ci si appresta a discutere». È per questo che, nel rispondere alle obiezioni che mi sono state rivolte per lessermi dichiarato favorevole alla gravidanza surrogata, ritengo indispensabile chiarire il significato che annetto a termini come «natura» e «diritto», rammentando che il «surrogare» implica fin dalletimo la possibilità di un’opzione alternativa a quella considerata «naturale».
Due, infatti, sono i capi dimputazione che pendono su quanto ho scritto: non avrei preso in adeguata considerazione il fatto che la pratica è contro «natura», né che vi si ricorra per dare ristoro alla rivendicazione di un falso «diritto». In tal senso, non mi aspetto di poter trovare alcun accordo con quanti siano affezionati alla vetusta idea della natura come realtà autonoma dalla visione che su di essa è costruita da unautorità culturalmente egemone. Chi ha qualche consuetudine con queste pagine saprà che spesso ho stretto questo assunto nellaffermazione che «nulla è più culturale del concetto di natura», denunciando il vizio che le assegna dimensione creaturale. Qui, col preciso scopo di dichiarare impossibile ogni discussione con chi intenda mantenere il punto sulla natura come ipostasi di un assoluto, sarei tentato di tagliar corto dicendo che «la natura non esiste». Mi limiterò a dire, invece, che la natura intesa come ratio che informa la dimensione del reale, come codice di leggi anteriori e superiori alluomo, oppure – e peggio ancora – come regno in cui luomo è chiamato a farsi vicario di chi l’ha fondato, è invenzione assai simile a quella delletere luminifero, che tornò utile anche a sommi intelletti per dare spiegazione della propagazione delle onde elettromagnetiche prima che la teoria della relatività ristretta venisse a sovvertire la visione che si era sempre avuta del tempo e dello spazio.
Se «la natura non esiste», dunque, non esistono neppure «diritti naturali»? Non esistono, infatti. Non esistono, per lo meno, prima che siano dichiarati tali da unautorità culturalmente egemone. Ogni epoca costruisce una sua idea di natura e un suo diritto naturale, ogni epoca si illude di aver trovato la formula in cui si possa ragionevolmente racchiudere quanto sarebbe eternamente «naturale», tenendo fuori quanto non lo è e non potrà mai esserlo. E questo è possibile solo grazie allignoranza e alla superstizione che ogni autorità culturalmente egemone può consentirsi di elevare a sistema di valori. Nessuna discussione è possibile sulla gravidanza surrogata assumendo a legge eterna il sistema di valori attualmente vigente. Quindi mi scuso se lascio cadere le obiezioni che mi sono state rivolte senza affrontarle nel merito: le considero viziate in radice, cioè nella presunzione di farsi interpreti di una liceità morale che troverebbe fondamento in una «natura» immobile, dispensatrice di «diritti» preesistenti alluomo come prodotto della sua storia, e che la storia dovrebbe limitarsi a scoprire piuttosto che a creare.

16 commenti:

  1. Il "naturale" coincide con il "positivo", è indistinguibile. Nel "quello che l'uomo vuole" è già compreso "quello che la natura vuole". Elegante.

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  2. Devo dire di essere pienamente d'accordo su questo post, ossia sulla constatazione che, in ambito etico o giuridico, risulta oggettivamente impossibile una definizio dei termini "natura e "naturale", o - ancor peggio - di cosa sia più "naturale" tra più alternative. Al punto di poter tranquillamente dire che non esistono né la "natura", nè le cose "naturali". Han voglia Buttiglione & C. a dire che la "natura" nega a una coppia di omosessuali (ma anche ad una qualunque copia sterile) di aver figli, perché di fatto poi accade il contrario. Con la maternità/paternità surrogate o con quant'altro idoneo al medesimo scopo (basta un po' di fantasia per scoprire cosa). E cosa ci sarebbe di più "naturale", se ammettessimo il termine, di ciò che accade?
    A me la questione ricorda poi il famoso "Paradosso dell'Impiccagione Imprevedibile" di Martin Gardner. Per comodità, copio il suo enunciato da Wikipedia (l'Orellana di cui si parla è il Francisco de Orellana, famoso conquistador del Sud America):

    <>.

    Esattamente come Buttiglione, quando sostiene che la "natura" - non lui - vieta a due omosessuali di avere figli. Salvo poi verificare che il mondo, se lasciato davvero in mano alla "natura" e non ai bacchettoni prevaricatori suoi pari, di fatto finisce per riempirsi di figli di coppie omosessuali. Alla faccia sua e di chi ci vorrebbe tutti al pascolo.

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    1. Purtroppo nel mio commento precedente manca l'enunciato del paradosso, che provo a reinserire qui di seguito.

      "Nel 1546 Orellana fu catturato e imprigionato in una piccola e umida cella. Molto prima di essere convocato, in considerazione dell'efferatezza dei delitti commessi, il giudice proclamò una singolare sentenza:
      «Il colpevole sarà impiccato un giorno della prossima settimana, ma egli non dovrà sapere quale sarà il giorno dell'esecuzione, che dovrà arrivargli completamente inaspettata »
      Il condannato non fu per nulla turbato dalla sentenza perché dopo un breve ragionamento concluse:
      «Allora non mi impiccheranno mai! Dato che la mia sentenza deve essere eseguita entro la settimana, l'esecuzione non potrà essere sabato poiché venerdì lo capirei, e non potrà essere venerdì perché giovedì lo saprei, e così a ritroso per lo stesso motivo non potrà essere nessuno dei giorni precedenti. Per questo motivo non mi giustizieranno mai, in quanto l'impiccagione non sarebbe inaspettata »
      Il giorno seguente, tuttavia, il condannato fu impiccato. La sentenza del giudice fu eseguita, a dispetto della convinzione del condannato, in quanto, come previsto dalla sentenza, l'esecuzione gli fu inflitta 'in un giorno inaspettato'".

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  3. Quello che vale per la gestazione surrogata, vale per qualsiasi diritto. Sono pienamente d'accordo: non esistono diritti naturali. La storia crea dunque i suoi valori e la sua natura. Perfettamente d'accordo. Ogni giudizio morale è inutile.
    E ogni epoca costruisce la sua "natura" secondo quello di cui dispone culturalmente e dal punto di vista ambientale.
    Si potrà dunque tranquillamente ipotizzare un'epoca futura nella quale, per motivi storici e inoppugnabili (ad esempio, sovrappopolazione e carenza di risorse) la genitorialità venga messa sotto stretto controllo e chi prova a fare un figlio in più del consentito incorra in pene severissime.
    In questa ipotetica società futura sarebbe sommamente "immorale" fare un figlio ad ogni costo. Sarebbe una perversione. Oltre a esserci leggi, ci sarebbe anche un "sistema di valori" che premia la sterilità e rende immonda la proliferazione. Un mondo alla Cioran, sia pure ipotetico. Con che "diritti naturali" si scontrerebbe un simile mondo che, naturalmente, nessuno auspica, ma che nel ventaglio dei possibili, potrebbe accadere?
    Lei dice, giustamente "Nessuna discussione è possibile sulla gravidanza surrogata assumendo a legge eterna il sistema di valori attualmente vigente." Sono d’accordo.
    Se ne deduce che diventa possibile, prima o poi, tutto e il contrario di tutto. Basta solo che cambi il sistema di valori.
    Quello che adesso ci sembra completamente inammissibile e orrendo, può diventare ammissibile e accettabile e regolamentato.
    È un po' come dire "quello che è razionale è reale e quello che è reale è razionale".
    E' un punto di vista che ha indubbiamente un suo fascino e una sua validità. Ed è il punto di arrivo inevitabile se non si crede che ci sia nella vita umana qualcosa di "irriducibile". Non sto affermando che ci sia, questo "qualcosa", si badi bene. Io personalmente non lo so, se esiste. Sto portando alle estreme conseguenze il ragionamento.
    Per noi adesso è (ritornata) inammissibile la schiavitù. Potrebbe tornare ammissibile, se le circostanze e i valori cambiassero: non neghiamolo, è possibilissimo. Già adesso esiste, illegale e non regolamentata. Potrebbe tornare, eccome.
    Il “progresso” è un po’ come la natura: non esiste, o meglio, è relativo, non scontato.
    Si può anche tornare indietro se le circostanze lo richiedono. È (diventato) inammissibile che un padre di famiglia abbia diritto di vita o di morte sui figli. Potrebbe tornare ammissibile, se mutassero le condizioni. Chi lo stabilisce cosa è un “diritto”? Come lei giustamente sostiene, lo stabilisce l’egemonia culturale, che è sempre in mutazione. Resta solo da vedere come, chi, e in che misura questi cambiamenti vengono subiti, in genere da chi non può obiettare.
    M.

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    1. Però qui entra la democrazia. La cui funzione migliore è fare delle leggi che sono più forti (non sempre) della maggioranza. E l'educazione alla democrazia è l'unica cosa che (a volte) nelle civiltà occidentali ci permette di consentire o almeno di tollerare comportamenti che non ci piacciono.
      Storicamente l'uomo ha sempre pensato fosse cosa buona e giusta imporre la propria etica al prossimo. Ce l'abbiamo stampato nel DNA credo, e sulla questione ci sono delle teorie di psicologia sociale abbastanza interessanti, che partono dal post-evoluzionismo.
      Via via che lo Stato Etico si è indebolito, le condizioni delle minoranze sono molto migliorate, lo spettro del 'lecito' si è allargato a dismisura. Però la tentazione di spazzare via quelli che non la pensano come noi è dura a morire.

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    2. E' vero che qui entra la democrazia come "sistema di valori", ed è grazie a questo "sistema" è stato possibili estendere "diritti" (che in natura non esistono) a "minoranze" ecc. ecc. Però anche il sistema "democrazia" non è stabile e non è detto che duri per sempre. A meno che la democrazia non sia un "sistema assoluto", ma abbiamo visto che non ne esistono. Può darsi che nel futuro le condizioni esistenti saranno incompatibili con la democrazia.
      Non so cosa intende per Stato Etico: ho la sensazione che sia il classico spettro che sbatti fuori dalla porta e ti torna dalla finestra. Quello che adesso è etico, non lo era 100 anni fa ecc. ecc. E' sempre lo stesso concetto di "progresso" mascherato. E nemmeno questo è un assoluto.
      Nel DNA credo ci sia stampato, più che l'imporre la propria idea al prossimo, l'istinto fortissimo del clan e della territorialità. E' per quello che la tentazione di spazzare via quelli che non la pensano come noi è dura a morire. A volte si camuffa da "progresso".
      M.

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    3. Aggiungo che già adesso, "democrazia", in una situazione in cui il cittadino medio non può decidere o cambiare veramente nulla, qualsiasi cosa voti, mi pare termine destituito di significato.
      M.

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  4. La Natura esiste, eccome. Però è ostile e crudele. In natura vale la legge del più forte e non sono previste pietà o tolleranza, nè raziocinio. Conta solo vincere, prevaricare, e riprodursi. Esattamente come accade per certi politici.

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  5. Non è chiaro come due maschi possano procreare. Anche ricorrendo al surrogato sarà sempre il surrogato a partorire. Idem due femmine. Una partorisce, sempre con il seme di un maschio, l'altra assiste. Se qualcuno mi spiega grazie

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    1. Non è chiaro come abbia senso permettere a un tizio con una malformazione cardiaca di sopravvivere, non parliamo poi di procreare. Milioni di anni di evoluzione ci spiegano che si tratta di un suicidio genetico. Se qualcuno mi spiega grazie.

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    2. @ Anonimo
      Grazie dell'informazione. Ma qui, mi pare, nessuno parlava di costringere due maschi (quale dei due, poi?) o due femmine a procreare da soli, né di costringere biologi e altri scienziati a trovare il modo per renderlo possibile ad ogni costo. Anzi, qui, preso atto dell'impossibilità della cosa, si parlava appunto dell'opportunità di legalizzare o meno il fatto che una coppia sterile - perché omosessuale o perché semplicemnete sterile - abbia figli negli altri modi possibili.
      Personalmente, poi - a parte la variabilità dei punti di vista, ognuno dei quali però non può assurgere a legge per tutti - trovo che non vi sia nulla di oggettivo, né di particolarmente condiviso ad impedire che, su questi temi:
      1) gli stessi diritti riconosciuti alla coppia sterile vengano estesi alla coppia omosessuale;
      2) la società consenta ad una donna di affittare (gratuitamente o per soldi) il suo utero;
      3) la questione delle adozioni possa essere svincolata dalla questione sessuale, giacché i soggetti giurici restano le persone, e non le coppie, né tanto meno le famiglie.
      A meno, ovviamente, di non voler ripristinare/instaurare uno stato etico. Ma in quel caso, lei mi consentirà - sempre a proposito di procreazione - di arrivare a strapparle i coglioni e a farglieli mangiare pur di non consentirglielo.

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    3. "A meno, ovviamente, di non voler ripristinare/instaurare uno stato etico. Ma in quel caso, lei mi consentirà - sempre a proposito di procreazione - di arrivare a strapparle i coglioni e a farglieli mangiare pur di non consentirglielo."

      Lei è un perfetto caso di ottimismo democratico. Sarebbe perfetto come impiegato al Ministero dell'Amore.
      M.

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    4. @Top Ganz
      le risulta che lo stato etico sia mai andato in soffitta? Perfino la laicissima Svezia e il superlaicissimo Giappone sono due stati che impongono il sto/sbagliato ai propri cittadini molto peggio di quanto facciamo noi qui. E lì non c'entrano i preti, c'entra solo l'umanissima propensione ad imporre agli altri i nostri gusti.

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    5. @ Anonimo & Stefano
      Non a caso ho scritto "ripristinare/instaurare" uno stato etico. So benissimo, cioè, che lo stato etico è cosa tutt'altro che seppellita, ma che anzi è in grande rimonta nelle tendenze socio-politiche del mondo occidentale. Dico di più: io temo fortemente che la risacca etico-fondamentalista minacci e possa insidiare molto più l'Occidente che le altre parti del mondo, dove il fondamentalismo si ritrova, complessivamente e sia pur molto lentamente, in ritirata (basta confrontare il passato con l'attualità di quei luoghi e di quei popoli). Nondimeno, o meglio sarebbe dire proprio per questo, caro Anonimo, ribadisco la mia propensione a strappare i coglioni a tutti i neo-fondamentalisti che pensassero di impormi checchessìa. Se poi preferisce metafore meno dure, le dico che sarei disposto ad andare in montagna, pur di resistere loro, come ad ogni altro genere di prevaricatori. Altro che Ministero dell'Amore, amico mio.

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    6. Strappare i coglioni? Andare in montagna (iconografia del resistente) ... Lei ha un animo un po' troppo melodrammatico.
      Oggi è molto semplice imporre le cose senza l'apparenza di alcuna violenza. In pratica le strappano le palle senza quasi che se ne accorga. Ora che arriva alle montagne i giochi sono già fatti. E spesso i neo fondamentalisti sono proprio quelli che credono di essere ultra progressisti.
      M.

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  6. Natura e naturale sono concetti teologici. In termini scientifici tutto quello che può succedere nell'universo è "naturale", quindi è un termine svuotato e poco utile. Il concetto è ben illustrato nel libro "Da animali a dei. Breve storia dell'umanità" di Yuval Harari.

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