martedì 22 marzo 2016

Madonna, che spasso!

Partiamo dalla coda: la sentenza è di gennaio, ma se ne ha notizia solo ora. A darle rilievo mediatico prima, qualcuno avrebbe potuto ricorrere in appello. Ora i termini sono scaduti, la sentenza è inappellabile, chi avrebbe potuto metterla in discussione non può farlo più. Già, ma chi avrebbe potuto, e a che titolo?
La sentenza ha concesso a un uomo ladozione di un bambino di cui il suo convivente, cui è sentimentalmente legato fin dalladolescenza, è padre biologico. Bambino nato in Canada, grazie alla pratica della gravidanza surrogata. La madre biologica si è prestata volontariamente a dare ai due uomini la possibilità di allevare un figlio donando ad un essi un ovulo, e così la donna che ha consentito a farsi impiantare in utero quellovulo dopo che questo è stato fecondato dal seme di uno dei due, in più tutto questo è da tempo legalmente consentito in Canada, come è legalmente consentito in Italia che un uomo o una donna possano adottare un bambino che sia figlio del proprio convivente: chi avrebbe avuto titolo ad appellarsi?
A ritroso: il Parlamento italiano ha partorito una leggina sulle unioni civili che solo in considerazione del suo bassissimo livello culturale può essere considerata una rivoluzione. Dopo estenuanti e risibili polemiche, si è arrivata a partorirla stralciandole il capitolo relativo alla stepchild adoption, rimandandone la discussione a uno dei prossimi 31 febbraio, lasciando che a decidere sui casi vivi, rimessi al giudizio dei tribunali, fosse la legislazione vigente in materia, che non ha bisogno di alcuna interpretazione creativa per consentire ladozione, proprio come è accaduto nel caso di questa sentenza. Come si può gridare allo scandalo per una magistratura che scavalcherebbe il dettato del legislatore? Non è forse sulla base di una legge che già esiste al riguardo che è stata scritta questa sentenza? E chi lha scritta, questa legge?
Ancora un passo indietro: la legge che in questo caso ha consentito al giudice di dichiarare ammissibile l’adozione è più o meno costituzionale di quella ancora da scrivere e che invece non l’avrebbe consentita? Per meglio dire: sarebbe costituzionalmente valida una legge che vietasse l’adozione a un individuo adottando un criterio discriminatorio legato al sesso, ma solo in relazione al sesso del suo convivente, sicché ne risultasse che l’adozione sia possibile solo a chi non sia omosessuale? No, eh? E allora di che si ciancia? Una legge del genere starebbe in piedi solo qualche anno, solo il necessario per infliggere qualche dispettuccio omofobo a una o due dozzine di famiglie omogenitoriali, poi farebbe la fine della legge 40.
Ancora un passo indietro: si è deciso di stralciare la stepchild adoption dal ddl Cirinnà perché altrimenti si sarebbe dato il via alla corsa di uteri da affittare all’estero, si è addirittura vaneggiato di poter dichiarare illegale la pratica della gravidanza surrogata su tutto l’orbe terracqueo. Deliri di cui si può essere capaci solo quando al posto del cervello si ha una cacca di prete stitico. Come intervieni nella giurisdizione di un altro paese? No – dice – che hai capito? Si punisce il cittadino italiano che all’estero abbia commesso il misfatto. Ok, ma allora è almeno un pochino improprio parlare di messa al bando universale. E poi come si fa a provare che vi sia stato misfatto? Chi autorizza il magistrato italiano a sottoporre al test del Dna la donna che ha partorito per constatare che non corrisponde a quello del neonato e così aver prova certa che l’ovulo non fosse suo? Come potrà essere smentita la puerpera che dichiari di essersi carnalmente congiunta col padre biologico del bambino, ma che dopo averlo partorito le sia venuto lo sghiribizzo di non riconoscerlo?
Ancora un passo indietro? Sia. All’omofobo medio italiano brucia il culo in modo impressionante all’idea che una famiglia possa non essere come quella che sta nel suo iperuranio, e pur di non essere costretto a vederne una seduta al tavolino che al bar sta accanto al suo non sa a cosa aggrapparsi: a Dio, alla Natura, alla Costituzione, ma niente gli offre presa valida. Soffre, poveraccio. Cogita ritorsioni. Veste di autorità i suoi spaventapasseri. Si consuma in biliosi sarcasmi sul frocio al quale manca l’utero, e con la stessa cattiveria con la quale all’asilo dava del quattrocchi a quello che portava gli occhiali. Soffre, poveraccio. Madonna, che spasso vederlo soffrire!

3 commenti:

  1. Applausi! Mi associo allo spasso; e comunque, siamo (sono) nati per soffrire, ha detto qualcuno, giusto?

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  2. C'è poco da ridere, chi porta gli occhiali è un quattrocchi

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  3. Ben detto, e speriamo che soffrano tanto. Meravigliosa " una cacca di prete stitico ".

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