martedì 25 aprile 2017

È un po’ come il 6 gennaio

È un po come il 6 gennaio. La cosa nasceva come Epifania, cioè come apparizione della divinità in forma visibile, così ci ragguaglia Wikipedia, con riferimento alla visita dei Tre Re Magi alla grotta in cui da poco era nato Gesù. In realtà, non erano tre e non erano nemmeno re, ma insomma, via, la cosa stava in piedi, e poi c’erano le statuine di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre a fugare ogni dubbio: tre, e re.
Poi, si sa che fine ha fatto, l’Epifania: cè voluto del tempo, ma è diventata una vecchiaccia a cavallo di una scopa, per giunta cambiando a tal punto il nome che oggi a chiederti donde venga il termine Befana è il Trivial Pursuit, e ovviamente parlo delledizione italiana, perché anche in questo noi italiani vantiamo la ben nota eccezionalità che ci accompagna da sempre.

Su cosa si commemori esattamente il 25 aprile non siamo forse allo stesso punto, daltronde dal 1945 sono passati solo 72 anni, però il tempo ci sta lavorando sopra, e occorre dire che anche qui promette altrettanto bene. Resta la Festa della Liberazione, al momento, ma, chissà, può darsi che di qui a qualche lustro sarà Festa della Libagione, una specie di Oktoberfest di cui solo gli storici sapranno rintracciare lorigine.
Intanto è ancora relativamente chiaro da cosa ci si è liberati, però il termine nazifascismo genera qualche ambiguità, nel senso che, insieme, cadde il fascismo e finì loccupazione dellItalia da parte dei soldati del Terzo Reich, ma più duna questione resta senza soluzione condivisa, al punto che si è convenuto di non riproporla più, sennò latmosfera di festa si sarebbe guastata.

Tanto per dire, in che misura sono da spartire i meriti della Liberazione tra partigiani antifascisti e Forze Alleate? Lidea di un paese che almeno fino al 1940, ma anche fino al 1942, era quasi interamente fascista fa nascere il problema di dove fossero nascosti tutti questi partigiani in grado, solo pochi anni dopo, di cacciare via i tedeschi, da soli, mentre inglesi e americani si limitavano a fare il tifo per loro, per rifocillarli di tanto in tanto con cioccolato e sigarette: tesi che, almeno oggi, nessuno sposa più, ma che per qualche tempo è scivolata nelle pieghe retoriche dellepica vulgata di un paese che non vedeva lora di liberarsi di Mussolini fin dall’indomani della Marcia su Roma, mentre ormai pacificamente si conviene che, salvo quattro gatti, l’Italia fu tutta fascista prima che il fascismo cadesse, e tutta antifascista quando cadde.
Chi vince finisce per convincere, non foss’altro perché col tempo i vinti devono adeguarsi, tutt’al più coltivando nostalgie in spazi molto angusti, dove peraltro non è raro riescano a tenere in vita il germoplasma di una pianta che intanto va in estinzione.
Non che la pianta che ne prende il posto ha vita infinita, perché la mancanza di cure può rinsecchirla, e così, in fondo, è accaduto con quella dell’antifascismo, prima irrigata con fiumi di parole, notte e giorno, per 365 giorni all’anno, e poi innaffiata solo il 25 aprile, e tanto per dar da vedere. Le radici quasi spaccavano il vaso, che infatti mostra qualche crepa, ma oggi, a guardarci dentro, è evidente che sono diventate vizze.

Della guerra civile che si concluse con la vittoria dell’antifascismo sul fascismo resta solo il lontano ricordo, scolorito come i petali del fiore che cogliemmo dai rami della Liberazione, quando il fusto era ancora rigoglioso. Sta in un libro che raccoglie le Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, ma conviene non toccarlo nemmeno, sennò va in briciole. Conviene non riaprirlo nemmeno, il libro, sennò quelle lettere ci sembrano scritte invano.
Accontentiamoci del fatto che il 25 aprile non si lavora e si può passare la giornata coi nostri figli. Poi, certo, per chi voglia, resta l’occasione di frugare nelle memorie dei propri padri e dei propri nonni, per trarre dalla storia quello che può tornarci comodo, chessò, l’apologo consolatorio che ci assicura della sicura punizione che tocca a chi confida troppo nell’amore che sembrano mostrargli quanti lo scelgono a sollevarli dalla preoccupazione di essere liberi e responsabili. 


16 commenti:

  1. Una considerazione parecchio condivisibile. Del resto, come già saprà, già oggi il PD non avrà festeggiato la Libagione, ma ha comunque deciso che, piuttosto che celebrare la Resistenza, fosse meglio montare una baracconata dedicata all'Unione Europea. Che la mossa sia interessata, dovrebbe confermarlo il fatto che, come ogni anno, tra appena due settimane esatte ricorrerà la Festa dell'Europa. Che il pensiero dietro alla mossa sia culturalmente miserabile, lo dimostrano gli slogan deficienti sbandierati dai partecipanti.

    D'altronde, che il ricordo dell'origine del 25 aprile sia stato ormai quasi completamente rimosso dal pensiero che muove la vita politica del Paese è dimostrato, fra gli altri, dalle affermazioni di Renzi: "Ogni volta che si avvicina il 25 aprile rileggo qualche lettera dei Condannati a morte della Resistenza. E mi vengono i brividi" (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/brigata-ebraica-ammonisce-lanpi-non-permettiamo-revisione-1389575.html). Insomma, parrebbe che colui che fino a pochi mesi fa sembrava dover incarnare le magnifiche sorti e progressive si ricordi della Resistenza solo quando il pc inizia a ricordargli l'imminente festività nel calendario. Un po' come si compra un classico della letteratura perché una qualche ricorrenza lo ha riportato in vetrina, ma poi, passato il momento, lo si lascia senza rimorsi sul comodino, preferendo passare un'oretta meno impegnativa su facebook.

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  2. Per combinazione a scuola ci chiesero di fare una tesi e io scelsi Italo Calvino pur avendo letto solo qualche racconto. Tanto per cominciare i saggi su Calvino erano stranamente pochissimi e ben presto mi accorsi che Calvino era uno di quei personaggi pubblicamente lodati e privatamente ridimensionati e svalutati. Ma questo non ha forse alcuna relazione con quanto segue.
    Nel reperire ogni genere di documento cercai di approfondire anche questioni politiche italiane: mentre il nostro si avviava per Il sentiero dei nidi di ragno, per il sentiero dei partigiani, il suo compagno di scuola tal Eugenio Scalfari da un altro monte scolpiva sulle tavolette sacre il decalogo della buona propaganda fascista per popolo.
    [..]
    1.Rinnovare il tipo di giornale
    Il giornale deve essere organo di propaganda dell’italianità e del Regime.
    Valorizzare le nuove opere italiane.
    Riprodurre in quadro le idee salienti espresse dal Duce nei discorsi più recenti.
    Movimentare tutte le pagine e specialmente la prima, con grandi titoli.
    Si raccomanda soprattutto un’ardente passione d’italianità e di fascismo, che deve illuminare il giornale in ogni suo numero.
    2. Controllo dal punto di vista nazionale e fascista
    Controllare le notizie e gli articoli dal punto di vista nazionale e fascista ponendosi, cioè, il quesito se le pubblicazioni sono utili o dannose per l’Italia e il Regime.
    4. Ottimismo e fiducia
    Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire.
    Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti.
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    Non a caso è lo stesso giornale che più di tutti ha spinto Renzi e con modalità analoghe.
    Scalfari nonostante il regime poteva fare mille cose, poteva essere chessò un liberale à la Benedetto Croce, poteva incamminarsi su un sentiero come il compagno Italo Calvino, poteva esser un povero contadino vessato dal fascismo invece scelse di esser un caporedattore di "Roma fascista" organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista)
    nonostante il regime - ho scritto - invece non era un nonostante ma un grazie a, al cactus!
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    Ero giovane, fascista e felice. L'intervista integrale di Buttafuoco a Scalfari
    Bisogna dire che Eugenio Scalfari è anche un uomo di spirito, l’imprinting c’è tutto e a vederlo col braccio levato, pur da seduto alla sua scrivania nell’ufficio a largo Fochetti (il regno da lui creato da dove oggi s’emana il gruppo editoriale L’Espresso-La Repubblica) l’effetto è strepitoso. “Il saluto romano si fa in un solo modo. Tanto per cominciare s’avanza a passo marziale, quasi un passo dell’oca, dopo di che si porta il palmo della mano aperta all’altezza degli occhi, ci s’irrigidisce e si battono i tacchi”.
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    Dopo aver letto Diggins dunque il format pubblicitario "LaRepubblica" potrebbe anche suonare ironico ad un olfatto avveduto, la repubblica come proprietà privata di un lobbista e propaganda della privatizzazione totale. Ancor più spregiudicato di "Forza Italia". Il gatto e la volpe, ma c'è anche un impiccato senza fatina. No, quei fascisti non erano uomini di spirito, non scherzavano, quelli picchiavano. "L'imprinting c'è tutto" così i fascisti han solo cambiato duce, grossi lobbisti sacerdoti di una nuova religione devastante, della globalizzazione e dell'alienazione di democrazia, di lavoro, di sovranità e dei beni pubblici; dove il razzismo ha preso la piega dell’autorazzismo: italiano brutta razza, italiano da picchiare e privatizzare, da legare e far penzolare ad un ‘vincolo esterno’ disse (e fece) Romano Prodi dal pulpito mentre veniva proclamato santo.
    Nella Costituzione della Repubblica democratica non c'è alcun 'vincolo esterno', ma se non siete credenti non rompete i cotillion: in una religione tutto è possibile.
    Tutti ingredienti per mastro Monicelli. Ma dopo il caffè, una sigaretta e una partita a carte.

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  3. Io non ho ancora capito se sono stati più paraculi quelli del PD in blu o la Raggi che ha presenziato coi partigiani e con la brigata ebraica.

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  4. Considerando che l'esercito tedesco primeggiava in produttività nel ranking mondiale della meritocrazia secondo parametri tuttora vigenti nonostante i buoni propositi etici, molto probabilmente se non fosse stato per la gente di Russia, obbligata a crepare in massa, a milioni, e se fosse stato solo per inglesi e americani (che prima appoggiarono il fascismo e poi opportunisticamente tardarono nell'intervento) oggi saremmo tutti fascisti, compresi i comunisti del senno di poi.
    Ma forse gli americani lo sono sempre stati, fascisti e prima ancora razzisti. Se la lettura del professor Diggins, curata dall'università di Princeton, sta in piedi: tra i primi promotori del fascismo ci sarebbero gli Alleati stessi.
    [..] nel provinciale antifascismo nostrano, alcune riflessioni di Diggins sulla generale simpatia mostrata in America per l’avvento al potere di Mussolini, in virtù della sua politica sociale e, soprattutto, in virtù del suo rivoluzionario disegno antropologico di mutare gli Italiani da turba di straccioni emigranti, facili al coltello e al crimine – di cui negli USA si aveva sin dall’Ottocento una sprezzante opinione, venata di non secondarie inflessioni razziste – finalmente in un popolo serio, moderno e disciplinato.[..]
    http://www.centrostudilaruna.it/il-fascismo-in-america.html

    Ma quando diciamo 'tutti' dipende.. conosci te stesso e conosci i tuoi polli, ci sono circa due tipologie di fascisti, due animali diversi: chi subisce il regime e chi regime, chi squadrista. Quindi se ci dev'esser una morale della favola propenderei per la seguente: per causa fortuita e per causa di forza maggiore, ma con stile. "Abbiamo solo eseguito gli ordini" andatelo a raccontare ai funzionari del novissimo Ministero Antibufale, farabutti criminali.


    Luigi saran passati anche 72 anni eppure è quasi impossibile ignorare il fatto che fino a l'altroieri i media legati ad un partito (con l'assurda pretesa di aver acquistato i diritti e quindi il monopolio) esaltavano l'anniversario con cerimonia religiosa e trombe da stadio contro l'avanzare "delle destre" dell'affarista rivale. Ufficialmente per la difesa (non certo l'applicazione e la promozine) della Costituzione della Repubblica. Oggi dopo il tentativo di sabotaggio di quella bellissima Costituzione disertano con assoluto cinismo per un miserabile gioco di potere, alla faccia della bellezza e della pace mentre con l'ANPI volano pugni e schiaffi.

    Quest'anno in piazza l'apoteosi dell'ultimo ventennio: a tutti voi lavoratori, o firmate la lettera di licenziamento e quel piano industriale farlocco (bocciato anche dai massimi esperti e studiosi) o sarà la vostra fine e la fine dell'intera società.. le massime cariche del partito e dello Stato, il Presidente del Consiglio in persona, impegnate nel più osceno ricatto

    E questo non è solo un manifesto politico: si va a sbattere, lo sappiamo, è una guerra civile

    E come nei film ad un certo punto della trasmissione radiofonica in diretta si sente la telefonata di un signore che ricorda una banalità qualsiasi ad esempio le direttive UE sulle liberalizzazioni selvagge (con tanto di concorrenze sleali e regimi fiscali alla cazzo di cane) e quindi l'abbattimento politico di Alitalia, ancora prima della lotta intestina sul magna magna e della guerra tra straccioni e spiccioli. "..tanto vale - aggiunge - creare una low-cost Alitalia con sede in Lussemburgo e salvare i lavoratori.."
    la legge dei buoni e la mamma dei mostri

    in rispettoso silenzio la guerra per la liberazione è cominciata nelle coscienze il 25 aprile 2017 sotto il regime PD-UE. Come una banale infiltrazione d'acqua.

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    1. Io capisco che era dialetticamente utile tirar fuori una vertenza recente che contrapponga i Lavoratori al Nuovo Fascismo. Però, sommessamente, posso suggerire di non prendere a paradigma i cosiddetti lavoratori Alitalia? Volendo parlare di lavoratori ricattati e spremuti nella vicenda Alitalia, posso proporre me stesso e qualche altro milione di persone che, pagando le tasse, hanno per decenni finanziato i privilegi di migliaia (non solo i dirigenti!) di raccomandati, le cui invereconde credenziali risalgono in molti casi addirittura a Andreotti e Forlani.
      Grazie.

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    2. Ma guarda, dialetticamente parlando, gli stessi giornali degli affaristi legati al partito comandante stanno già facendo un passo dell'oca facendoti capire con un altro giro di parole che il danno sarebbe superiore alla solita demagogia confindustriale d'avanspettacolo. E non solo - cinicamente - per un calcolo elettorale. Oggi son più cauti anche sulla vecchia polemica della vendita ad Air France ricordando ai loro sprovveduti lettori le pesanti penalizzazioni sui principali scali italiani, Roma prima di tutto ma anche Milano. Stessa cosa con la deutsche Lufthansa.
      La stessa Germania che ha rimbalzato il cosiddetto piano Marchionne, alla faccia delle cialtronerie e polemiche confindustriali (la peggior confindustria d'Europa, il vero baraccone), e quando diciamo Germania non parliamo solo di sindacati, intendiamo il modo e il metodo, il modo e il metodo: nelle questioni delicate -industriali, economiche, infrastrutturali- si tiene un profilo basso e super partes, non si rutta a tavola e ci si lava le mani. Questioni di Stato.
      Questione che si ripropone per tante altre società importanti come telecom come l'acciaieria (e quindi #paradigma di quei monopoli naturali e servizi infrastrutturale pubblici che non possono esser privatizzati alla carlona)
      Non certo un pazzo che dal balconcino della presidenza agita il bastone del ricatto prendendosela con le ultime hostess, sotto il tronfio sguardo incipriato dell'on Boldrini "capitana coraggiosa". Non certo stronzi affaristi legati al partito che specula sulle tasse degli italiani e che propone poi bonus ed elemosine per farsi perdonare e rieleggere.

      E' certamente libertà d'espressione se il Nuovo Fascismo occupa tutte le reti televisive pubbliche dettando i contenuti informativi, peggio di Berlusconi, e martellando la notizia per giorni: non c'è bisogno di tirar fuori quel che è già steso fuori. Fuori di testa: un ricatto osceno da violenti ubriachi, e che nessuno dei grandi governi europei farebbe mai, nemmeno per sbaglio

      Le han chiamate poi "privatizzazioni venute male", io invece li chiamo dialetticamente stronzi.

      Puoi proporre te stesso, certamente, puoi parlar per te e ripetere la solita roba su fannulloni e baracconi (ladri! ladri! Non ti ricorda forse il tuo nemico preferito? O forse tu sei il nemico di te stesso) ignorando servizi, logiche di mercato birichine (una volta fatta fuori la Tirrenia i prezzi son schizzati per effetto del monopolio mai regolamentato - per inciso il monopolio è il serial killer del libero mercato - e questo può benissimo riproporsi per altre rotte) ignorando la penalizzazione sui principali scali e trasporti, ignorando la qualità dei piloti e il know-how, ignorando chi costruisce aerei, ignorando responsabilità politiche e manageriali, ignorando la differenza tra un capitano coraggioso e una hostess: facendo di tutta l'erba un fascio

      Puoi. Ma non puoi proporti per qualche altro milione di persone, non ne hai facoltà. Vola basso.
      Grazie.

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    3. Non molto mi risulta chiaro, certo per mia ebetudine, ma anche per tue obiettive difficoltà di comunicazione del pensiero. Ma una cosa sì, è chiara: l’incapacità, squisitamente italiana, di cogliere nella sua pienezza il concetto di “contribuente”, e l’atavica convinzione che i soldi di tutti siano i soldi di nessuno.

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    4. Si far finta di non capire fa parte del gioco (anche se infantile) ma trovo irresistibilmente divertente (compatibilmente all'incazzatura di Luigi ma giuro di non farlo più) contrapporre uno stile sgangherato e cubista ad un pensiero mainstream sgangherato e per nulla originale e che continua a ripeter i luoghi comuni della chiesa economica che ha prodotto infiniti lutti. E no, non è solo un divertissement, ma certo richiede uno sforzo in più.

      Come può un presidente del consiglio super partes dire pubblicamente delle cose così violente e impunemente? In quale altro Stato d'Europa? "O così o kaputt". Difficoltà di comunicazione?
      Secondo te perchè cerco di riattivare questo tipo di coscienza? E' evidente che tra la Germania e l'Italia non ci potrà mai essere unione perchè nazioni antropologicamente diverse: l'Italia sa usare solo la motosega mentre la Germania sa usare anche le forbici ed ha il pollice opponibile. Non c'è nulla da fare: sono più intelligenti, o più furbi (mentre nelle periferie dell'impero gli altri si scannano)

      sgangherato perchè incapace di chieder conto a chi ha responsabilità e invece pronto a bastonar sempre il più debole e confonder il papa con l'hostess, con il gusto sadico dell'umiliazione "cosiddetti lavoratori"

      sgangherato perchè l'opinione è sempre personale ma pretende di esser quella collettiva. Anch'io pago le tasse e la mia opinione vale quanto la tua, ma dovresti ragionare sulla tua rabbia e non sparare a zero

      sgangherato perchè incapace di trovar soluzioni sistemiche intelligenti e che non siano la solita amputazione dell'arto, sarebbe una medicina folle e i risultati sono devastanti

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    5. Nella tua risposta, in ultima analisi, per stare in tema, sono sinteticamente e chiaramente elencati tutti i tratti dell'atavico fascismo:

      parlare a nome di tutti a sproposito, dimenticando che il "contribuente" potrebbe anche avere un'idea molto diversa

      prendere 'migliaia' per il tutto (non solo i dirigenti, cioè indipendentemente dalle responsabilità) e giustificare la pubblica minaccia di rappresaglia da parte del presidente del consiglio e dell'intero partito (dove il silenzio è consenso). Trattasi di esecuzione sommaria.

      [Come per i lavoratori dell'acciaieria: votate liberamente per il lavoro o la salute.. in quel caso non solo un paradigma, non solo un manifesto politico ma tecnicamente un crimine contro l'umanità. E considerando che il lavoro è al primo articolo della Costituzione antifascista]

      non ultimo il gusto del sadico nell'umiliazione "cosiddetti lavoratori"

      Grazie.

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    6. Caro dr oid, lei è così sicuro che la situazione di Alitalia sia esclusivamente dovuta a una piccola cricca di stronzoni supermegadirigenti messi lì dal politico di turno? O il politico di turno, così per esempio, non potrebbe avere cercato più voti ovvero la 'soluzione' che accontentasse la piccola cricca di cui sopra, i sindacati, i fancazzisti di ogni grado, i lavoratori dell'indotto? Si è mai chiesto quante compagnie aeree col traffico di Alitalia hanno _due_ hub posti a seicento km di distanza?
      Non mi cada nell'errore grillesco (non le sto dando del grillino, è però uno dei loro tratti distintivi) di pensare a un paese di poeti, santi e navigatori in ostaggio di un gruppetto di figli di mignotta che si perpetuano per cooptazione.

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    7. Cubista. Diceva Picasso: «Aprende las reglas como un profesional para poder romperlas como un artista». A giudicare dai risultati, sembra che tu abbia saltato la noiosa prima fase.
      A meno che tu non intenda che sei uno che balla su un cubo, nel qual caso massimo rispetto.

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    8. sta storia del contribuente mi fa ogni volta morire dal ridere..:-)

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    9. Stefano, si e da contratto: hai voluto l'aziendalismo? Ora pedala. Naa, la balla dei voti valla a raccontare in Francia o Germania dove ci sono campagne elettorali e dove mantengono i vettori nazionali (nonostante il costo sia più che doppio rispetto alle lowcost, ma non c'è solo una variabile e nemmeno due) e dove il dirigente si dimette in caso "d'errore" (figuriamoci in caso d'orrore, e manette in omaggio) o viene costretto alle dimissioni. Si, l'hub, non c'entra una mazza: elimini l'hub e non l'Alitalia, l'hub non è stato costruito da piloti e hostess.

      E poi no, non sono un difensore dei lavoratori (quello dovrebbe essere il lavoro del sindacato): difendo gli asset e il servizio pubblico e le grandi infrastrutture su cui poggiano servizi e imprese private, piccole e medie, cioè l'intera economia. Difendo il sistema proprio come farebbe un francese e un tedesco e difendendo il sistema come dovrebbe essere difendo il lavoro. Punto

      a cader nel grillesco è lei che non si rende conto che anche Grillo come lei è caduto nella stessa trappola e ripete le stesse cose su baracconi e smantellamenti: decenni di bombardamento mediatico, mica noccioline, mica una laurea di Oscar Giannino..

      PS
      quello stronzetto del fiorentino aveva la possibilità di rilanciare Alitalia con l'Expo e l'Expo con Alitalia, a livello internazionale. Chi dovrebbe pagare per quella e altre stupidità mortali? Facile fare gl'imprenditori à la De Benedetti.. coi soldi pubblici, e raccontar balle sui giornali
      E la storia si ripete, si ripete, si ripete.. Tirrenia, Ilva, Alitalia, Alcoa e se dovessimo applicare in tutti i settori economici la legge della motosega non solo saremmo senza infrastrutture e senza servizi, ma anche senza sanità, senza niente con un pugno di mosche in mano, dei poveri pirla

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    10. a meno che, si, se -cubista- non fosse lo specchietto per le allodole

      tanti saluti

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  5. sì, è probabile che succederà così. Fortunatamente, direi. Il culto della memoria storica è una delle tante trappole che ci costruiamo per non vivere il presente e per non pensare "radicalmente" il futuro. C'è solo una cosa da ricordare: non bisogna fare guerre. Mai.

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  6. E però dopo la befana e il 25 aprile c'è il 30 delle primarie, la trionfale vittoria.

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