mercoledì 17 luglio 2019

Stop


Da inguaribile bibliomane sono divorato dalla curiosità riguardo ai libri che portava in braccio il ragazzino diventato simbolo dell’odiosa ingiustizia consumatasi con lo sgombero di Primavalle. Mi aspettavo almeno qualche ipotesi dai finissimi analisti che dalle scaffalerie alle spalle di Berlusconi e di Salvini sono stati in grado di desumerne livello culturale, gusto estetico e profilo psicologico, ma pare che stavolta la questione non si ponga, quei libri sono libri e basta, non meritano alcuna indagine, stanno in braccio al ragazzino a far l’effetto che fanno, quello della sacralità del sapere offesa dalla brutalità del potere, ovviamente di quello al di là dei Pirenei, perché quello al di qua è tutt’uno col sapere. Tanto meno è stata sollevata la questione se l’immagine potesse essere stata costruita per sortire l’effetto che ha sortito, e sì che oggi è di moda fare il fact checking pure al bacio che ti dà mamma. È evidente che ogni domanda, ogni dubbio, sarebbe iconoclastia. Non sembrano libri di testo scolastici. Tranne quello rilegato in pelle, che reca appiccicato alla costa un cartiglio come s’usa per i volumi di una biblioteca pubblica, sono tutti in condizione penosa. Sembra materiale recuperato da una discarica, ma tant’e, sono libri, e un angelo li trae in salvo, stop.

1 commento:

  1. Conte (apre il libro; poi lo chiude tosto)
    Dite un po’, questo libro cos’è?

    Figaro
    Tosto… tosto… n’ho tanti, aspettate.
    (cava di tasca alcune carte e finge di guardarle)

    Antonio
    Sarà forse il sommario de’ debiti.

    Figaro
    No, la lista degli osti.

    RispondiElimina