lunedì 21 maggio 2012

Da buttare


La curiosità mi ha portato all’acquisto de I giorni della tempesta di Antonio Socci (Rizzoli, 2012), del quale avevo da tempo smesso di leggere articoli e saggi, per la noia mortale che mi infliggevano. Stavolta si trattava di un romanzo e il romanzo è un genere a parte: si può essere un pessimo giornalista ma un ottimo romanziere, e viceversa. Per giunta mi invogliava la trama, riassunta nel risvolto di copertina. Insomma, ho cominciato a leggere il volume con una disposizione d’animo assai benevola, anzi, più benevola del solito, perché confesso che mi auguravo di poter scandalizzare i lettori di questo blog con una recensione piena di elogi: non vedevo l’ora di appuntarmela in petto come prova di grande onestà intellettuale.
Beh, con tutta la buona volontà, mi è stato impossibile: Antonio Socci scrive male, non ha ritmo, riesce ad abortire ogni embrioncino di costrutto narrativo. Non mi aspettavo un capolavoro, ma dagli ingredienti – un assassinio, carte rubate dagli archivi vaticani, le rivelazioni di una veggente, un conclave, le spoglie di san Pietro – pensavo si potesse trarre almeno un buon thriller. E invece ne è uscito un pretenzioso fumettone scritto coi piedi, sciatto e banale, gonfio di una prosa faticosa e affaticante. Da buttare.

5 commenti:

  1. ha pubblicato sulla sua pagina feisbuk un messaggio di un fan in delirio per il libro, e mi ero quasi decisa
    Adesso torno indecisa

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  2. "... riesce ad abortire ogni embrioncino di costrutto narrativo ..."
    Non riesco a smettere di ridere ! (così dovrebbero essere le recensioni il lunedì mattina! )
    ettoregonzaga

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  3. "Nel tumulto chimico delle loro fibre"...cazz... Lei non è lettore, è un eroe.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  4. doc, grazie a Lorenz, il battito di ali di Tidei a Civitavecchia, ha portato il suo uragano preferito sugli scranni del parlamento.
    non può ignorare l'evento, ne scriva; due righe delle sue.

    con riconoscenza

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  5. Che imprudenza, sfiora quasi il masochismo.

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