domenica 27 marzo 2016

Sono d’accordo con Ernesto Galli della Loggia


Sono d’accordo con Ernesto Galli della Loggia quando afferma che, «se ci sono aspetti della religione islamica o del costume da essa influenzati che sono in contrasto con i valori della nostra Costituzione, tali aspetti devono essere inevitabilmente abbondati o cambiati, pena l’essere combattuti anche con la durezza della legge»; assai meno d’accordo quando afferma che «non si tratterebbe in alcun modo di un trattamento discriminatorio verso l’islam», perché è vero che «a partire dal 1850», «in armonia con quanto stava facendo tutto il liberalismo europeo», «il Piemonte liberale adottò [lo stesso atteggiamento nei confronti della Chiesa cattolica] lasciandolo poi in eredità al Regno d’Italia», ma fu eredità che andò a farsi friggere col Concordato e i Patti Lateranensi, nel 1929, e con l’art. 7 della Costituzione repubblicana, nel 1946; sicché occorre intenderci: per evitare «un trattamento discriminatorio verso l’islam», che pure a Ernesto Galli della Loggia parrebbe indelicato, con la Chiesa cattolica torniamo al regime preconcordatario?
Io sarei pienamente d’accordo, limitandomi a osservare che, per risolvere quella che di fatto è l’irrisolta questione cattolica, abbiamo dovuto attendere che se ne sollevasse una musulmana. Per meglio dire: che Ernesto Galli della Loggia sollevasse la questione musulmana per indicarci come miglior soluzione quella adottata per la questione cattolica dai Siccardi e dai Rattazzi, ma poi ritenuta inadeguata dai Mussolini e dai Craxi.
La «durezza della legge» che oggi Ernesto Galli della Loggia pone a scudo di ogni eventuale violazione da parte musulmana dei princìpi sui quali fonda uno Stato, che almeno a chiacchiere si dichiara liberaldemocratico, portava in carcere, nel 1850, e in esilio, nel 1862, monsignor Luigi Fransoni, arcivescovo di Torino, reo d’istigazione alla disobbedienza delle leggi dello Stato. D’accordo, dunque, con lo schiaffare in galera l’imam che si azzardi a mettere in discussione i princìpi di piena eguaglianza  di diritti tra uomini e donne, etero e gay, credenti e non credenti, ma poi siamo sicuri che, a parità di azzardo, lo segua pure il presidente della Cei? È così bello, una volta tanto, poter essere d’accordo con Ernesto Galli della Loggia, ma a lasciare dubbi su questo punto c’è il rischio che il piacere si guasti.

3 commenti:

  1. Sono senz'altro d'accordo col post. Ma dubito assai - come mi pare di intuire dubiti anche lei, Malvino - che G.D.L. abbia considerato e soppesato le implicazioni della sua affermazione. Ma tant'è, lui non considera mai le implicazoni delle cazzate che va blaterando, specie quando abbiano un'ombra di sensatezza. Altrimenti eviterebbe proprio di scrivere.

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  2. Ora non istigano alla disobbedienza, almeno così apertamente, ma in esilio tanti ne andrebbero mandati.

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    1. Io mi accontenterei che la Repubblica denunciasse il Concordato e poi consentisse che tutti noi, con esso, ci si pulissimo il culo. I bacarozzi facessero e dicessero poi il cazzo che vogliono. Sempre nel rispetto delle leggi e della Coasrtituzione liberata, però.
      Possibile che invece, fra le tante nostre iatture, noi si debba anche rimpiangere i Savoia?

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