domenica 10 maggio 2020

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A me Pippo sta simpaticissimo, e sono contentissimo che Silvia sia tornata a casa, giuro. Ciò detto, è consentita qualche perplessità sul ritenere che twittare tutti i giorni per due anni un hashtag sia una «battaglia»? Contro chi avrebbe «battagliato», Pippo, perché Silvia tornasse a casa? A me pare che anche come metafora sia assai infelice. Lo ha auspicato con costanza e con passione, e questo è molto bello, certo, ma in cosa mai può aver avuto effetto, tutta questa bellezza, sul positivo esito della vicenda? Di solito non ne ha di più il tifo di chi si auspica che la propria squadra vinca, e con costanza e passione la incita e la sprona dagli spalti? È uno degli ingredienti del cosiddetto «fattore campo», che al tifoso può legittimamente dare un qualche appiglio alla convinzione di aver preso parte alla «battaglia» vinta. Possibile un parallelo coi tweet di Pippo? Con tutta la buona volontà, non credo, perché Silvia è a casa grazie al lavoro dei nostri servizi segreti e grazie ai soldi dei contribuenti, cui a tuttora – ventiquattrore dopo – Pippo non ritiene necessario, non dico dire un grazie, ma neppure far cenno. «Le battaglie non sono mai perse – twitta – nemmeno (soprattutto!) quelle che lo sembrano. Ricordiamolo sempre. E insistiamo. Ancora e ancora». Enfasi da Tartarino di Tarascona, che almeno in Africa si scomodò ad andare.

7 commenti:

  1. " Contro chi avrebbe «battagliato», Pippo, perché Silvia tornasse a casa? "
    :-D
    Grazie, è mezz'ora che rido, anche perché immagino un possibile dialogo tra Lei ed il Civati nel corso del quale Lei, con puntuale citazione di Massimo Troisi, gli chiede incidentalmente " ti vergogni se ti chiamo Pippo? ".
    Passare di qui non solo è utile, ma salutare.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  2. Sicuramente sono la persona meno indicata a commentare la lieta novella — appresala dal tiggì, l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata: "chi cazzo è Silvia Romano?" — però, se la guerra contro il coronavirus è stata combattuta e ormai vinta restando quasi tutti a casa sul divano (o un succedaneo, per i più poveri di noi; se ce ne sono: "l'80% degli italiani vive in una casa di proprietà"…), un hashtag, a confronto, è "tanta roba".

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  3. Ma perché come ben sai il sentimentalismo è condizione imprescindibile per essere di sinistra, lo ero anch'io sentimentale quand'ero di sinistra, condizione imprescindibile. Solo che una volta imbracciavano il fucile e se ne andavano a combattere la guerra contro i franchisti e ora se la cavano con gli hashtag, molto meglio così, per carità, che un sentimentale col fucile è più pericoloso del covid.

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  4. Ne conosco anch’io tanti che fanno la guerra da casa, battagliando contro il virus e dimostrando che siamo un grande paese. Molti ricevono anche il soldo, come è giusto. Altri no.

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  5. Il termine battaglia è senza dubbio non consono alla vicenda ma i tweet, si sa, sono il peggior modo per scrivere un pensiero. Pippo si è preso un impegno personale e l'ha portato fino in fondo e di questi tempi è "tanta roba". Ha tenuto una piccola luce sulla vicenda quando tutti se ne sono lavati la coscienza molto presto, non parlandone più. Ha inoltre ringraziato successivamente l'intelligence sul suo blog. Insomma mi sembra un tantino ingeneroso da parte sua.

    Il "fattore campo" esiste in tutti gli sport, è uno dei fondamentali statistici e negli ultimi anni è in diminuzione ma la squadra di casa rimane favorita, di poco, ma lo rimane anche grazie al suo pubblico. Oltre alle credenze medioevali del tifoso, anche la matematica corre in suo aiuto.

    Infine si è dimenticato una a in ", perché Silvia è casa".

    Un suo abituale lettore.

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    1. Tre volte grazie: innanzitutto, per la correzione del mio refuso; poi, per avermi informato che "successivamente" l'intelligence è stata ringraziata (ritengo irrilevante chiedere "successivamente quando?"); infine, per i modi cortesi cui ha affidato il suo rimprovero, che - le assicuro - sto metabolizzando. Proprio in relazione a quest'ultimo punto, tuttavia, mi pare sia evidente che il post volesse solo rilevare, come lei stesso afferma, che "il termine battaglia è senza dubbio non consono alla vicenda". Se in questo sono stato "un tantino ingeneroso", mi pare dunque lo sia pure lei. Sul "fattore campo", invece, mi pare che ci sia un frainteso: non ho detto sia ininfluente, anzi ho detto che è influente, eccome, e comunque più di quanto sia fare il tifo per la liberazione della giovane Aisha da spalti tanto distanti dal manto erboso sul quale si gioca la partita.

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  6. "Ciò detto, è consentita qualche perplessità sul ritenere che twittare tutti i giorni per due anni un hashtag sia una «battaglia»?"

    aho, e se catone c'ha sgominato cartaggine...

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