venerdì 12 giugno 2020

Appunto per un’introduzione alla brevitas (brocardo, aforisma, battuta, ecc.)


Dal ribaltamento sintattico dei luoghi comuni (per esempio, «l’uomo è il miglior amico del cane») e dalla conversione lessicale di uno o più elementi che in essi sono inclusi (per esempio, «il pesce puzza dalla coda»), per conseguente e pressoché costante effetto ironico, iperbolico o paradossale, si ricavano spesso delle inaspettate e sorprendenti perle di saggezza che d’improvviso illuminano aspetti del reale che la frase fatta – motto, sentenza, ma anche semplice espressione idiomatica – sembra allora come aver voluto fin lì occultare sotto la rassicurante coltre di ovvio che le conferiva autorità di proverbio o di massima. È per questo che, anche quando non è intenzionale, il risultato di queste operazioni assume spesso un tratto dissacrante, talvolta perfino eversivo, comunque di sfida, così com’è con quelle che sono di comune impiego nell’enigmistica (anagramma, bisenso, scarto, cambio, zeppa, metatesi, ecc.). Altre volte, tuttavia, rovesciare il concetto espresso da un luogo comune mette in discussione solo il fondo di realtà di cui ogni luogo comune, anche il più abusato, è comunque depositario: è il caso in cui il gioco verbale sembra essere solo fine a se stesso, rinunciando in apparenza ad altro che non sia il suo effetto di sorpresa, non di rado mancandolo pure, per darsi solo in mero suono, quasi sempre a riprodurre inciampo o bisticcio.


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