mercoledì 17 marzo 2021

Ma non mi aspetto alcuna risposta

 

Non è contraddittorio dire che tutte le misure restrittive della libertà di movimento sono necessarie a fare in modo che la campagna vaccinale possa darci la più ampia e rapida soluzione della pandemia per tornare finalmente alla normalità, e poi licenziare un documento nel quale si legge che, dopo aver avuto un contatto con un soggetto positivo al Sars-CoV-2, anche chi è vaccinato «deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione», con lobbligo di osservare dieci giorni di quarantena dal suddetto contatto, dalla quale potrà uscire solo dopo aver effettuato un test antigenico o molecolare che risulti negativo, senza con ciò potersi successivamente ritenere sollevato dalle regole di distanziamento sociale cui sono tenuti i soggetti non vaccinati? Non sollevo obiezioni a questi obblighi per il vaccinato, sia chiaro, accetto supinamente quanto il documento adduce a motivare questi obblighi (la protezione vaccinale non raggiunge mai il 100% di protezione, le famose varianti possono eludere la risposta immunitaria, ecc.), anzi dico di più: da vaccinato accetterei supinamente questi obblighi anche se la ragione non avesse alcunché di razionale ma fosse solo apotropaica, anche se accettarli servisse solo a far fede del mio senso civico come adesione a un gesto solo simbolico, ma moralmente eloquente per i benpensanti, perché sentimentalmente pregnante. Ma allora mi chiedo, sperando che la domanda non sia ritenuta provocatoria o, peggio, insultante, che senso abbia indicare il successo della campagna vaccinale come passo indispensabile per il ritorno alla vita di prima del marzo 2020? Se vaccinarmi non è servito a niente, perché continuo ad essere, almeno potenzialmente, ungibile e untore, perché a chi me lo fa presente pare una tragedia dover sospendere la somministrazione di un solo tipo di vaccino, quello della AstraZenica, e solo per tre o quattro giorni (sospensione che per la brevità pare essere più di bella maniera che avere valido scopo), peraltro al fine di escludere che esso sia responsabile dei gravi effetti indesiderati che anche solo ipoteticamente potrebbero essergli imputati? Sia chiaro, tuttavia, che me lo chiedo, ma non mi aspetto alcuna risposta.

6 commenti:

  1. Mi pare chiaro che, arrivati a un certo punto, ci si renderà conto che con un qualche livello pur ridotto di contagio e anche di morti dolorose si dovrà convivere.

    L'auspicio è che i media perdano interesse, che la stanchezza e la voglia di altro prendano il sopravvento, e che in fin dei conti si riesca ad imparare qualcosa da questi mesi molto duri.

    Un auspicio, non una speranza e nemmeno qualcosa su cui faccia troppo affidamento.

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  2. Vedrei contraddizioni se i preparati in circolazione fossero stati presentati come sicuri inibitori dell'unzione, anziché come più o meno efficaci strumenti per ridurre e di parecchio la probabilità che l'unto – poco importa da chi – finisca in corsia, in rianimazione o al cimitero.

    Se, come a me pare e stante la perdurante assenza di idee migliori, è solo dal successo della campagna vaccinale che è lecito attendersi che il numero di esiti gravi possa tornare a un livello compatibile con la ripresa di una normale attività sociale ed economica, ecco che ogni intoppo e ogni giorno di ritardo diventano qualcosa più di una seccatura o di uno spunto di dibattito tra tuzioristi e negazionisti.

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  3. Chi è costui che propende per la tragedia?
    Dice bene il Gambero.
    Il vaccino ricondurrà il Covid ad un tasso di ospedalizzazione e di letalità compatibili con un nuovo stato di normalità, che non sarà quello di prima, ma consentirà di riprendere tutte le attività.
    Io non riesco a immaginare tra quanti anni si potrà prendere un aereo senza indossare la mascherina, ma spero di poter ricominciare a viaggiare come prima.

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  4. Magari fossero solo problemi di tuzioristi e negazionisti..

    Provo ad elencare alcuni grossi ostacoli, più o meno superabili, decidete voi

    - Eccessiva privatizzazione, però quasi a livello di fanatismo, fondamentalismo. Tuttavia anche nel modello americano è avvenuto uno scostamento sostanzialmente rivoluzionario, di stampo socialista: anche ai poveri (come topi) anche senza assicurazione viene data la cura. In un'ottica egoistica magari ma il risultato non cambia.

    - Frammentazione del sistema sanitario regionale inconciliabile con l'organizzazione sanitaria e logistica di livello continentale. Questo comporta il veloce ripristino costituzionale del titolo quinto e del sistema sanitario nazionale (dato che la proposta di commissariamento regionale è irrealistica e comporterebbe una perdita di tempo maggiore)

    - Politica nazionalista in unione europea (tanto valeva fare una federazione, con meno sofferenze, com'è più logico e realistico) e costruzione di castelli medievali con mura e fossati e coccodrilli, quando invece il problema è globale considerando le mutazioni: ovvero spegnere gli incendi a livello globale (forse potenziando proprio l'ONU in via di smantellamento). A livello globale, ricchi e poveri, sospendendo temporaneamente i brevetti (considerando i finanziamenti pubblici)

    - (ricollegabile al primo punto, ma forse tutti lo sono tra loro) Ricatto patologico di certa industria farmaceutica in forma lobbistica.
    Come per le mascherine occorre forse potenziare parallelamente alla conoscenza globale anche l'industria locale considerando i ricercatori e scienziati di altissimo livello (sappiamo bene che l'EMA doveva essere a Milano, invece.. per altre "vicissitudini" non proprio nobili e scientifiche..)

    le prime che mi vengono in mente

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  5. E.C. ai poveri senza assicurazione viene data la cura > viene dato il vaccino
    ovviamente, il senso non cambia

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