I membri del Comitato nazionale eletti all’ultimo congresso di Radicali italiani (Chianciano Terme, 29 ottobre-1 novembre 2011) si sono riuniti per la prima volta, lo scorso week end, nella storica sede di Via di Torre Argentina. Non lo sapevate? È colpa del regime partitocratico che ve l’ha tenuto nascosto, sciocchini. Niente panico, da radioradicale.it potete recuperare l’evento nella sua interezza, di durata solo di poco superiore (21h 14' 39") al ciclo wagneriano de L’Anello del Nibelungo. Non vi piace Wagner? Tranquilli, basta un intervento a riassumerli tutti, e a buon diritto, perché si tratta del denso quarto d’ora di Angiolo Bandinelli, radicale – come si dice – “storico”, già allievo di Pantaleo Carabellese (se non lo conoscete, cazzi vostri), già segretario del Partito radicale (1969-1972), già deputato (1986-1987). Insomma, un monumento. Di quelli che sono cari ai piccioni. E tuttavia da questo Comitato era rimasto fuori, lui e il piedistallo: non eletto. Poi – com’è, come non è – ripescato.
[Sbobinarlo è come descrivere a parole il sublimato di naftalina, praticamente impossibile: consiglio di sniffare alla fonte.]
«Sono qui per rispetto verso questa assemblea, della quale sono divenuto membro per un caso, non essendo stato eletto democraticamente tra i 60 che sono stati scelti in congresso. Devo dire che questa cosa non l’ho gradita, ma non voglio parlare del mio caso privato: il caso è politico. Subito dopo la non elezione, andando a cercare e finalmente trovando la lista degli eletti, quelli veri, e vedendo che non c’ero, mi sono dispiaciuto. E allora c’è stato uno scambio di opinioni sulla faccenda ed io ho dato una definizione della elezione del Comitato nazionale che ho definito “di stampo camorristico”. Da un autorevolissimo personaggio del partito mi è stato detto: “Ah, ma tu dici che qui siamo camorristi?”. No, ho detto che questo metodo è camorrista e qui voglio spiegare perché ritengo tecnicamente di aver ragione. E lo dico per mettere in guardia, perché questa situazione venga modificata radicalmente…»
Basta una chiave accennata da un corno all’inizio dell’atto, e del Valhalla wagneriano si respira l’aria a pieni polmoni. Così è in questo dramma.
Il Comitato nazionale è l’unico organismo radicale eletto democraticamente, democraticamente il Bandinelli è escluso dal Comitato nazionale, ma non basta che venga pietosamente ripescato: urge modifica statutaria perché questo non accada più. C’è una falla nello Statuto, dunque? Può darsi, il fatto è, a redigerlo materialmente, indovinate chi fu. Bravi, non sarete wagneriani di testa, ma di stomaco andate forte: fu il Bandinelli istesso.
Dal Regolamento del Congresso di Radicali italiani, art. 9: «Ciascun congressista iscritto può candidarsi a membro del Comitato nazionale su base individuale, comunicando la propria candidatura alla Segreteria di Presidenza entro il termine previsto dall’ordine dei lavori. La Segreteria di Presidenza, dopo aver validato le candidature, ne dà pubblicità».
Qui, alla candidatura di Bandinelli, non sarebbe stata data la pubblicità dovuta: in questo riposerebbe il germe camorristico che ha generato la mostruosità che orripila il nostro. Tutta colpa della Segreteria di Presidenza, dunque, che risponde alla Presidenza. Ora provate a indovinare chi fosse membro, tra gli altri, della Presidenza del Congresso. Ecco, bravi, avete fatto centro: il Bandinelli istesso.
Suppongo abbiate pensato che esagerassi dicendo che si potesse avere il polso della cosa pannelliana anche da un mezzo intervento di un solo membro, peraltro fortuito, del Comitato nazionale di Radicali italiani. È che ignoravate il wagneriano che è in voi.