È facile far confusione tra Consiglio Europeo, Consiglio dell’Unione Europea e Consiglio d’Europa, ma si tratta di tre cose assai diverse. In sostanza, il primo ha funzione di indirizzo circa le priorità politiche in ambito comunitario, il secondo detiene col Parlamento Europeo il potere legislativo e il terzo non conta un cazzo: col soffice eufemismo scelto dal giornale della Cei, una risoluzione approvata a maggioranza dal Consiglio d’Europa “non è vincolante per gli Stati membri”. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde, perché del Consiglio d’Europa non fanno parte solo i membri delegati dai 27 paesi della Unione Europea, ma anche – tanto per dire – quelli di Russia, Ucraina, Armenia e Azerbaigian.
Una risoluzione del Consiglio d’Europa non è di per se stessa autorevole neppure sul piano morale, almeno secondo il giornale dei vescovi, sul quale, in occasione dell’approvazione di un documento che condannava l’omofobia, leggemmo: “Il documento, in nome della lotta alla discriminazione contro l’orientamento sessuale e il cosiddetto gender, opera una forte azione di lobbying giuridica, politica e culturale per aprire la strada nel vecchio Continente al matrimonio gay e alla possibilità di adozione per le coppie omosessuali prefigurando anche una sorta di reato di opinione per chi osi esprimere valutazioni etiche o religiose in merito”. Oltre a non contare un cazzo, insomma, il Consiglio d’Europa dovrebbe essere pure un covo di tipacci.
E tuttavia Avvenire ora ne canta le lodi per una risoluzione votata a maggioranza, peraltro risicata, contro la scelta eutanasica. Ora il Consiglio d’Europa è il “consesso che riunisce parlamentari di ben 47 Stati del Vecchio continente (venti in più della Ue)”, come se bastasse questo a renderlo perciò più autorevole. Seguono le euforiche dichiarazioni di Luca Volontè e Renato Farina, per i quali “il documento può avere un grande valore sui pronunciamenti della Corte di Strasburgo e, di rimando, sulle leggi nazionali”. Quello contro l’omofobia non poteva e non doveva, quello contro l’eutanasia, via, perché no?
è come quando si leggono i libri sacri: vengono evidenziate le parti che fanno comodo, e ignorate le altre.
RispondiEliminaDal Consiglio d'Europa dipende anche la Corte dei diritti di Strasburgo, la più alta istanza giuridica europea. Quella che con una sentanza scandalosa e unica nel suo genere tutelò la presenza del crocifisso nelle scuole italiane, tra le grida festanti dei devoti.
RispondiEliminaSembra che in questo periodo, a livello mondiale, solo Obama si stia (finalmente!) impegnando per combattere le discriminazioni contro lesbiche, gay e transgender!
RispondiElimina(link: Nuove norme negli USA)