venerdì 11 aprile 2014

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Alle 17,40 di martedì 10 settembre 2013, David Carelli, 19 anni, prende un’aspirina: choc anafilattico, arresto cardiaco, coma, morte cerebrale e otto giorni dopo è in una bara. Una delle tanti morti che ogni anno si registrano nel mondo per assunzione di aspirina. Non riesco a trovare in rete neanche due righe dedicate da La Stampa all’accaduto, di certo la notizia non ebbe rilievo in prima pagina, né ne occupò per intero la seconda e la terza, come accade oggi per la donna morta dopo assunzione di Ru486. Superfluo aggiungere che tanto spazio non è mai stato dedicato da La Stampa alla notizia di una gravida morta per parto.
Senza dubbio la decisione è del direttore, che tuttavia dovrebbe avere esperienza diretta di come sia infelice la tentazione di additare in un sospetto il certo assassino: Lotta Continua trattò Luigi Calabresi come oggi Mario Calabresi tratta la Ru486, senza porsi alcuno scrupolo sulle conseguenze di congetture azzardate, e date in pasto al ventre molle di un’opinione pubblica che sentenzia per lo più istintivamente.



12 commenti:

  1. Caspita, erano anni che non leggevo un'analogia tanto audace. Tanto da lasciarmi nel dubbio: vuole convincerci della colpevolezza della Ru486?

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  2. Son d'accordo sull'utilizzo capzioso di dar risalto ad una notizia così, mettendola in prima pagina. Però non mi ricovero in ospedale per prendere un'aspirina. Saluti. Massimo C.

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    1. E' anche peggio se muori per un farmaco in libera vendita almeno con la RU c'è il controllo del medico

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  3. Ma che c'entra? Con l'aspirina mica si va all'inferno! Cerchiamo di dire le cose in modo completo, cribbio!

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  4. Se fossero genuinamente convinti che la Ru486 costituisse un pericolo per le donne, non sprecherebbero tutte queste energie ad opporvisi. Dopo tutto è chiaro che, in mancanza di una legge contro l'aborto, l'obiettivo secondario di questa marmaglia sia renderlo il più difficile, doloroso e pericoloso possibile.

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    1. Non sono d'accordo. Lo scopo è tenere le persone vive ma sottomesse e obbedienti. Quindi una medicina che ha conseguenze fatali non va bene.

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  5. Fosse solo La Stampa, tra i quaotidiani. Per non dire di Rai TV. Vere merdacce al servizio della Cei.

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  6. A giudicare anche da come oggi trattano la notizia del presunto (non per La Stampa) scambio di embrioni, sembrerebbe che siano partiti per una Crociata.

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  7. Un momento. Va bene tutto, la Crociata, il complotto della CEI, La Stampa in combutta col Vaticano e con la Rai per sottomettere il popolo e rendere doloroso l'aborto... Ma dagli ospedali si dovrebbe uscire vivi, in primo luogo, e possibilmente dopo aver messo al mondo i propri figli e non quelli di altri... Oppure no, e bisogna trovare oscure trame antiabortiste e antifecondazione artificiale in ogni caso del genere?

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    1. E' notizia da prima, seconda e terza pagina? Il deragliamento di un treno, allora, merita un numero speciale.

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    2. Dipende da quale treno deraglia, da dove deve andare a lavorare il direttore della Stampa, e dei rapporti tra il produttore del treno e gli azionisti del Corriere.

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