martedì 12 maggio 2015

[...]


Per Colin Crouch, che ne ha coniato il termine, la postdemocrazia è una democrazia formale svuotata in modo rilevante di quanto in partecipazione, rappresentanza e decisione è sottratto ai cittadini da oligarchie di burocrati, tecnocrati, lobbisti, attori dell’alta finanza, potentati economici multinazionali, organismi intergovernativi e operatori nel campo dell’informazione. E i giudici? Non ne fa cenno, neanche di striscio. Cosa pensare, dunque, di chi segnala il rischio di postdemocrazia nella sentenza della Consulta che boccia come incostituzionale il taglio delle indicizzazioni delle pensioni incluso nel decreto cosiddetto Salva-Italia del governo Monti? È una sentenza – dice – che causa uno «svuotamento dell’autonomia di decisione dei governi democratici che ha indotto alcuni a parlare di postdemocrazia». E chi, di grazia? D’altronde, come avrebbe potuto parlarne, se non impropriamente, visto che con postdemocrazia non si intende affatto uno svuotamento dell’autonomia dei governi, ma delle prerogative che una democrazia sostanziale assegna ai cittadini? «Non c’è praticamente giorno – dice – in cui non compaia qualche nuova notizia a ricordarci come molte decisioni politiche a livello nazionale o locale dipendano dalle pronunce di un tribunale amministrativo, civile, penale, oppure, come nel caso che occupa le cronache di questi giorni, della Corte costituzionale». E sarà che il ceto politico non sa prendere decisioni che non cozzino con le leggi dello Stato, sicché accade che le infrangano: i tribunali dovrebbero lasciar correre? Dove sarebbe il rischio per la democrazia sostanziale, se la giustizia si limita a dichiarare illegittime le decisioni del ceto politico che riesce a dimostrare illegittime? Il rischio – dice – sarebbe la «giuridicizzazione della politica». Ma a limitare il vaglio di legalità che i tribunali operano sulle decisioni del ceto politico non si avrebbe di converso una politicizzazione del diritto? E qual è il rischio maggiore?

Poi uno smette di leggere e pensa. Pensa che in Italia non cè mai stata una vera borghesia, ma solo un ceto quanto mai pleomorfo di pezzenti più o meno arricchiti, per lo più incolti e felloni, senzaltra preoccupazione che cavalcare londa, ma mai troppo vicino alla sua cresta, per non finirne sotto al suo schiantarsi. Pensa che della stessa pasta è anche chi scrive sul giornale di questa borghesia. Giornale che ad ogni onda cambia il direttore, come di tanto in tanto certi animali a sangue freddo cambiano pelle, ed ora ne ha uno nuovo, perché londa renziana monta e non è il caso di farsi trovare impreparati. È la stagione che celebra il ritorno delluomo forte e, finché dura, in Via Solferino si suonerà la musica che Renzi vuol sentire, sennò si incazza e manda un sms risentito. E allora gli si suona la musica che vuol sentire.

12 commenti:

  1. le oligarchie di burocrati e finanzieri avrebbero gli artigli spuntati se i politici incapaci evitassero di indebitarci in modo così allegro e irresponsabile. Con quale diritto il ceto politico carica di debiti i cittadini, sapendo che poi saranno altri a doverli rimborsare - e non potendolo fare, diventeranno succubi delle oligarchie finanziarie , potentati economici eccetera?
    D'altra parte però, se ho capito bene, è stato un magistrato nei primi anni della repubblica a dichiarare legale l'emissione di titoli di stato e quindi di debito pubblico.

    RispondiElimina
  2. "svuotamento dell’autonomia di decisione dei governi democratici".
    Leggere una frase del genere mi fa venire i brividi (non prima di una sghignazzata su quel "democratici" su cui si potrebbe discutere a lungo).
    Perché un governo che rivendica un'autonomia di decisione superiore alle leggi esistenti e quindi alla stessa Costituzione, aspira e diventare un governo autoritario.

    RispondiElimina
  3. Se Crouch fosse italiano avrebbe parlato anche di lentezza. Faccio comunque presente che, nel liguaggio corrente, per "giudici" si intendono i magistrati. L'osservazione non mi sembra irrilevante, anche perché la confusione va a danno dell'argomentazione del post. Infatti, contrariamente alla magistratura, è compito istituzionale della Corte Costituzionale mettere al vaglio le leggi. La Corte ha semplicemente fatto il suo mestiere. Che poi l'abbia fatto con solerzia, questo è da vedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nell'articolo di Belardelli la critica è portata non solo alla Consulta, ma anche a tribunali amministrativi, civili e penali: mi è sembrato che "giudici" fosse il termine più congruo per includere tutte le figure chiamate in causa come responsabili dello "svuotamento dell’autonomia di decisione dei governi democratici". Certo, "è compito istituzionale della Corte Costituzionale mettere al vaglio le leggi", sappiamo, ma la magistratura che ne accerta la mancata applicazione, quando queste non siano incostituzionali, credo abbia un ruolo non irrilevante in quello che per Belardelli sarebbe l'indebolimento della politica. Ma oggi sulla questione tornano Ferrarella sul Corriere della Sera e Berruti su la Repubblica, e sono articoli sui quali, quando avrò un po' di tempo, dovrò stendere un commento: in quell'occasione cercherò di precisare meglio quello che probabilmente qui non sono stato in grado di argomentare a dovere.

      Elimina
    2. Diciamo però che Belardelli sguazza nella palude. Mettendo sullo stesso piano la Consulta che dice che la legge X non s'aveva da fare con il simpaticone che con sentenza voleva le infusioni del metodo Stamina A un bimbo.

      Elimina
  4. Castaldi, non conosco Crouch e mi interesserebbe approfondire. Vedo che in effetti ha scritto un saggio intitolato, appunto, "Postdemocrazia". Ma ha scritto parecchio e magari non è il suo testo migliore. Lei quale mi consiglia di leggere?
    Grazie in anticipo.

    Maurizio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, in realtà non ha scritto parecchio e dopo Postdemocracy non è tornato sull'argomento, che invece è in nuce negli ultimi due capitoli di Sociologia dell'Europa Occidentale.

      Elimina
  5. Ecco. La penso come Crouch, ma senza intenti moralistici qualora ve ne fossero. Vedi che a frequentare le persone giuste trovi tutte le connessioni. Dall'alto del mio pessimismo/realismo dico che non esiste e mai è esistita una democrazia libera, ogni forma democratica è funzionale a scopi che ne trascendono le buone intenzioni, ogni democrazia è espressione più o meno camuffata di una egemonia più o meno culturale.

    RispondiElimina
  6. "ma la magistratura che ne accerta la mancata applicazione, quando queste non siano incostituzionali"

    La magistratura non è un tester che automticamente misura ed emette un responso oggettivo. Nulla impedisce uno spirito di corpo con un determinato orientamento politico, per es. certi ambienti di polizia sono notoriamente prevalentemente di destra. La magistratura a sua volta può prendere l'abitudine di interpretare secondo una propria visione politica, e anzichè accertare l'incostituzionalità, accertare la vicinanza o la lontanaza dalle proprie convinzioni politiche e diventare un limite alla democrazia. Ovviamente "le proprie convinzioni politiche" spacciate per fedelissime interpretazioni della costituzione e delle leggi. Allora come si combatte una consolidata interpretazione della Costitzione del tutto politicizzata e strumentale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Valutiamo di paese in paese e di situazione in situazione? considerando la situazione italiana oltre alle teorie di Colin Crouch? sarò qualunquista, ma mi pare che in Italia abbiamo una magistratura e una corte costituzionale piuttosto di merda.. e voglio vedere come riformarla senza che la riforma sia dichiarata ovviamente incostituzionale..

      Elimina