domenica 10 maggio 2015

Un po’ mi pento

Un po mi pento del post qui sotto, ma ormai è fatta, mi serva da lezione per le volte – rare, in verità – che cedo alla tentazione di ritenere in buona fede un uomo di merda. Nel post qui sotto ipotizzavo che, nellaffermare che «la differenza di mortalità tra chi la fa e chi non si sottopone alla mammografia ogni due anni è di due su mille», Grillo riproducesse – con colpa, certo, ma non necessariamente con dolo – l’errore commesso da Gotzsche e Olsen in uno studio apparso su Lancet nel gennaio del 2000, errore già ampiamente dimostrato tale, da subito, e tuttavia di tanto in tanto riproposto da qualche autore, anche se non più in là del 2006, per essere regolarmente e tempestivamente segnalato come un granchio di analisi statistica. Ipotizzavo che la questione potesse essere risolta scendendo nel merito, chiedendo a Grillo da quale fonte avesse attinto per uscirsene con quella cazzata, per dimostrargli che si trattava di un farlocco, che per giunta aveva pure digerito male, rivomitandolo nel modo più osceno. Bene, sbagliavo. Che Grillo sia in patente malafede è dimostrato dalla rettifica che segue ad appena dodici ore: «Non penso che la mammografia non sia utile o necessaria. Anzi penso che sia utilissima. Ce l’avevo con la cattiva informazione che fa credere che facendo questo esame non venga il tumore». Dodici ore fa ne salvava solo «due su mille», ora è «utilissima»? Non ammetti che hai detto una stronzata, nemmeno citi la fonte dalla quale l’hai pescata per tentare di strappare un’attenuante, e che fai, rivolti la frittata? E poi dove l’hai letto che la mammografia è spacciata come un vaccino antineoplastico invece che essere consigliata come indagine diagnostica? No, non meriti nemmeno di essere corretto: meriti solo fumanti palle di letame.  

13 commenti:

  1. mi auguro che veronesi in tribunale gli tolga anche le mutande (no, quelle meglio di no).

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  2. Anche questa volta " l'ha fatta fuori dal bulacco " e mi spiace perchè in fondo mi è simpatico.

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  3. Il problema di Grillo (ma anche, e distintivamente, della "cultura" italiana) è l'uso della parola come puro strumento sociale, scavalcando disinvoltamente la piana relazione significante/significato a favore dell'allusione e dell'insinuazione e della focalizzazione della comunicazione sul piano della sintonia emotiva.

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    1. Cionnonostante la fiducia che abbiamo nei medici così detti è parecchio rattoppata oggidì: il cancro dilaga mai come oggi e le cure proposte sono poco più che un palliativo a costi insostenibili e prevenzione vera nulla. I dati parlano chiaro.

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    2. Quali dati? Li produca. E che abbiano rigore scientifico. Sennò taccia.

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    3. Anonimo ha ragione, è un complotto di Big Pharma.

      https://southcarolina1670.files.wordpress.com/2014/10/dead-by-35.jpg?w=676

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    4. Insomma c'è la cura per il cancro!!! Economca e sicura al 100%.

      Bisognerebbe citare Totó

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  4. Come se non esistessero i falsi positivi e i falsi negativi, come se avessero in mano una cura vera...

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    1. Giacché si può morire anche con cintura di sicurezza e airbag, dichiariamoli inutili.

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    2. Casta' lei è parte in causa, le sue opinioni sono viziate, lo ammetta.

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  5. Comunque il nome di Grillo è stato sulle prime pagine per un paio di giorni. Questo voleva e questo ha ottenuto.

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  6. La mammografia è roba da pervertiti.

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  7. Il cancro è il nemico perfetto: vero? furbacchioni?

    E chi non si associata alla crociata dell'imbecillità, lo si dipinge come complice del "male".

    Scommettere sulla paura, l'ignoranza e la stupidità può essere pagante in termini di consensi, ma che risultati porta? cosa ci si può veramente fare con quel genere di consenso?

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