venerdì 24 gennaio 2020

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È escluso che la Lega riesca a conquistare l’Emilia-Romagna, a ingannare chi di qua lo teme e di là lo spera è lo stesso tipo di dispercezione, quella che ingrandisce a dismisura ciò che pare eloquentemente emblematico, e invece è solo vistosamente eccezionale, come l’ultra-ottantenne che per una vita si è orgogliosamente dichiarato comunista e ora dice che voterà Borgonzoni. Certo, la regione non è più quella di un tempo, quando le elezioni erano una formalità e il Pci-Pds-Ds-Pd vinceva a mani basse, e ha il suo bel peso il fatto che alle Regionali del 2014 a Bonaccini sia andato un 49% del solo 38% recatosi ai seggi: un’astensione al 62% segnala senza dubbio qualche malessere in cui Salvini può pescare come alternativa a un sistema di potere che per oltre 70 anni è stato incontrastato, inamovibile, capillarmente radicato sul territorio. E tuttavia Salvini è Salvini, anche per chi ha smania di cambiare per cambiare non sarà facile votare Lega infrangendo il tabù etico-estetico che lo vieta. Saranno i dati dellaffluenza alle urne a darci un primo segno che si è temuto di qua e sperato di là più del dovuto: tra gli emiliano-romagnoli che stavolta andranno a votare, mentre cinque anni fa si sono astenuti, prevarranno senza dubbio quelli cui Salvini ha placato la smania, costringendoli a tapparsi il naso per evitare che la regione viri dal rosso al verde.
Si tratta solo di quanto riesco a immaginare mettendo insieme i fatti e un po di logica, dunque è assai probabile chio sia in errore, perché oggi sui fatti è folle fare affidamento, e ancor più è farlo sulla logica. Nella malaugurata ipotesi che non vada come prevedo, tuttavia, a chi, come me, ne sarà afflitto non mancherebbe una consolazione, grama quanto si vuole, certo, ma nellafflizione uno si fa bastare il poco che ha a disposizione: mi consolerà il veder così punito il cedimento alla disonestà intellettuale di quanti – tanti – contro Salvini hanno deciso fosse legittimo fare, «a imbroglione, imbroglione e mezzo». Mai visto tante schifezze in nome di una buona causa, mi dirò che è giusto se ne paghi il prezzo. Se ritieni che lo strumento della fallacia possa tornar buono a convincerti, prima che a convincere, basta che sia appena un po’ più sofisticato di quello che impugna il tuo avversario, è giusto che tu perda. Soffri e non star lì a rompere il cazzo coi piagnucolii. Se vinci, invece, comincia a calcolare gli interessi: prima o poi pagherai.  

5 commenti:

  1. mi permetta di rilevare, caro Malvino, la singolare somiglianza tra il suo atteggiamento e quello del Dio cristiano. Sono ormai un assiduo lettore del suo blog e credo di potere indicare proprio in questa singolare somiglianza, ravvisabile più o meno in tutti i post, il motivo del mio tanto assiduo interesse. Nel merito il post è condivisibile al 100% tranne l'ultima frase, quell'indefinito "pagherete". In sostanza lei imputa ad una parte politica di abusare di fallacie discorsive e le pronostica un non ben determinato castigo quand'anche tali fallacie raggiungessero il loro scopo immediato e cioè la vittoria elettorale. È proprio (e solamente) l'indeterminatezza del castigo minacciato che autorizza a pensare che lei sia un uomo di fede.

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    1. "A qualche modello dovrò pure ispirarmi" (Woody Allen, Manhattan).

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  2. @soggettonascosto
    lei e' cristiano? crede in dio?
    grazie per la ridposta

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    1. mi permetta di rispondere in due modi:

      se lei è cristiana la risposta è sì,se lei non è cristiana la risposta è: io non credo in niente e manifesto questa mia condizione andando a messa e pregando.
      Quale delle due rispostae le è più consona ?
      Grazie della domanda.

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  3. Nessuna delle due.Sono buddista, e manifesto questa mia condizione,in tutto cio che mi accade, in ogni momento mantengo equanimita' con le emozioni che provo. Il buddha e' dentro di noi, per cui e' piu una rivelazione, uno scoprirsi, che un raggiungimento.Nel buddismo ce' un testo che si chiama Bardo, che vuol dire gap or in beetwen.
    Gli elementi che compongono il corpo alla nascita si dissolvono ogni giorno, aria fuoco terra acqua, ancora piu in fretta al momento della morte e ognuno con una visione interna,possiamo individuare bene dove siamo a che punto la nostra "morte" sempre . Dopo questi elementi le due gocce quella rossa dimora all'ombelico, ci viene dalla madre, quella bianca alla testa dal padre, si uniscono al cuore. Anche qui ci sono visioni interne. dopo la coscienza entra in un profondo sonno, dalla quale emerge. E' solo ora che la chiara luminosita' della coscienza,la consapevolezza che tutto conosce si manifesta. Riconoscere che e' cio che veramente siamo, e' liberarsi dal rinascere in un altro corpo, a meno che non lo si desidera, e' l' illuminazione. la fine di ogni sofferenza. tutto cio che vediamo e' questa coscienza che siamo. capire tutto questo se non si familiarizza con la meditazione, non e' facile.
    Si puo rischiare di morire e vivere in un sogno senza la capacita' di dirigere il sogno a nostro beneficio. Il riconoscimento della nostra natura va fatto quando emerge dal profondo sonno. Naturalmente non bisogna aspettare la morte. La chiara luce e' sempre presente, al di la della nascita e della morte.
    Trasformare la" morte" nel momento piu illuminante della nostra vita, in between. Il libro:
    In love with the world, descrive questo passaggio dalla vita alla morte e al ritorno, nel caso del monaco buddista tibetano Mingyur rimpoce. Come un romanzo di avventura, indimenticabile.
    Grazie malvino, completamente fuori tema, assolutamente spontaneo. Bye da bodhgaya, india 2am

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