domenica 11 novembre 2012

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Marcia indietro del governo sulle 24 ore settimanali (6 in più, e a gratis) che la legge di stabilità chiedeva agli insegnanti. Come coi tassisti, poco meno di un anno fa, quando il governo fece marcia indietro sulla liberalizzazione delle licenze. Rammento che andai alla ricerca di blogger-tassisti per leggere come si festeggiasse la vittoria della categoria, ma non ne trovai neppure uno. Sono stato assai più fortunato coi blogger-insegnanti, perché ce ne sono tantissimi. E scrivono moltissimo, l’impressione è che stiano on line 20 ore al giorno, tolte le 4 che stanno in classe (tolti i festivi, il giorno di riposo infrasettimanale, le ferie, ecc.). Post lunghissimi, peraltro, e a gratis. Due, quattro, anche sei post al giorno, scritti probabilmente nei tempi morti tra la correzione di un compito e un aggiornamento, tra il preparare la lezione del giorno dopo e lo stendere i giudizi sul rendimento degli alunni, insomma, nei tempi morti in tutto quel daffare che impegna un insegnante oltre le 4 ore in classe. Quanto tempo morto, cazzarola.


P.S. Prego i blogger-tassisti di non accendere polemiche su questo post, era tanto per dire.

59 commenti:

  1. Nessuna polemica, solo invidia. Hanno quasi gli stessi tempi morti dei medici.

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  2. una volta erano per don milani, adesso per fra cazzo da velletri


    il post scriptum è geniale

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  3. Dev'essere scomodo scrivere in macchina, uno deve proprio avere la passione.

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  4. Mi permetto un'osservazione: la marcia indietro è nel non aumentare di 6 settimanali alle 18 che già fanno i docenti della scuola secondaria di primo (scuola media) e secondo grado (le superiori). Quelli delle scuole primarie (scuola elementare) già fanno, da sempre, 24 ore. Gné.

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  5. Quando mio figlio era un ragazzino e viveva con me, al termine delle lezioni tornavo a casa, per incontrarlo, per preparargli il pranzo e mangiare insieme, esclusi i pomeriggi di riunione (corsi d'aggiornamento, riunioni di materia, consigli di classe, collegi, scrutini... un bel po' di pomeriggi).

    Poi mi mettevo al lavoro: preparare verifiche, correggerle, correggere relazioni di laboratorio, preparare le lezioni (sono da sempre un'insegnante che utilizza la multimedialità, e ai tempi organizzavo schemi su fogli lucidi (oggi si usano le 'presentazioni'), visionavo cassette per predisporle per la visione, preparavo le schede di laboratorio...).

    Poi mio figlio è andato a vivere per conto suo. A casa non mi aspetta nessuno, per questo, da qualche anno, ho deciso di rendere VISIBILE il mio lavoro, non tutto, la correzione dei compiti. E passo i miei pomeriggi a scuola, ogni giorno, fino alle 16:30 - 17:00, con l'interruzione per il pranzo.

    Tutto ciò che riguarda la multimedialità che creo resta ancora fuori:
    http://lnx.didascienze.org
    http://lnx.didascienze.org/didablog/
    http://segnali-di-fumo.blogspot.it/

    (ora il lavoro si è un po' inceppato, perché all'inizio dell'anno scolastico sono caduta e mi sono fatta parecchio male)

    E resta fuori ancora il tempo che dedico a leggere le informazioni in rete... tantissimi blog, fra cui il tuo :), video, giornali...

    Prima che per le scuole avere il registro elettronico fosse in voga, ne ho programmato uno, prima sola, poi con l'aiuto di un amico più esperto: http://www.online-scuola.com/registro/MM/

    Quando, all'inizio dell'anno, la scuola 'parte', mi occupo, insieme ad altri colleghi, di inserire i dati e gli ambienti dell'intranet del sito della mia scuola

    Per la didattica, ancora, ci è richiesto obbligatoriamente di effettuare dei corsi di recupero per gli studenti insufficienti a fine quadrimestre e a fine anno...

    Dimentico sicuramente qualcosa...

    Per favore: NON DITE CHE GLI INSEGNANTI LAVORANO 18 ORE A SETTIMANA!

    hedy

    PS - anche se non tutti fanno quello che faccio io (ma ce ne sono parecchi), basterebbe l'ordinario per saturare la giornata, perché poi c'è la vita privata, o no?

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  6. mah sinceramente gli insegnanti che conosco non sono fancazzisti e hanno davvero un mucchio di lavoro extra oltre le 18 ore. Inoltre svolgono una professione estremamente logorante. Se ci fosse una quantificazione anche del restante lavoro. O se avessero modo di svolgerlo in ambienti e con mezzi appropriati a scuola. E se magari fossero pagati il giusto. Sarebbe possibile aumentargli l'orario. Ma così a gratis, anche no. Quanto alle ferie in più, non mi sembra che come compensazione ci azzecchino granchè. Insomma a volte le cose bisogna anche renderle possibili non solo imporle o tentare di farlo e fallire miseramente.

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  8. mannaggia a me che non lo fatto anch'io il professore

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    1. mannaggia no, chissà che begli studenti con un prof che non sa neanche la differensa tra "lo" e "l'ho".

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    2. La differensa non la zo neanche io

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  9. Consideriamo poi anche il fatto che le ore di lezione sono da 50 minuti, e che in genere i primi 5 minuti vengono sempre mangiati da sistemici ritardi.

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  10. Veramente anche tu, prima della nascita del piccolo, eri un blogger molto prolifico: 774 post nel 2010, 768 nel 2011,sempre più di due al giorno di media, con punte di 6 o 7. Anche i medici, come dice sentierinterrotti

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    1. Non sono un dipendente pubblico, dunque il commento non è pertinente. Infatti la questione che è ho sollevato non è quella della prolificità dei blogger-insegnanti, ma del loro rifiuto a lavorare qualche ora in più a gratis adducendo il motivo che lavorano già tanto (qualcuno s'è spinto a scrivere che lavorano più a casa che in classe).

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    2. Forse hai centrato la questione, con questa risposta: non sei dipendente pubblico. Puoi permetterti 2 post al giorno senza che nessuno ti chieda conto.

      Però mi permetto di annotare che forse quelle ore in più gli insegnanti non vogliono farle perché sono un po' più fuori mercato di un medico nella tua posizione. Io non so quante ore lavorino effettivamente a settimana, in media, gli insegnanti: probabilmente c'è molta variabilità, ed alcuni ne lavorano davvero tante, ma altri molte meno. So però la paga sarebbe giusta ed equa se ne lavorassero solo 18, senza nemmeno una correzione a casa.

      Quindi, è vero: sono dipendenti pubblici. E fanno così risparmiare un bel po' di soldi alla comunità (facendo un conto spannometrico di quanto danno e ricevono, in termini di ritonro economico, ai cittadini). Mi sembranormale che non vogliano fare altre ore gratis, più di quelle che già coprono.

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  11. Nella mia limitata esperienza come figlio di una insegnante elementare posso dire che mia madre e le sue colleghe, magari non tutte, ma quasi, lavoravano più a casa che a scuola.
    E, sinceramente, per uno stipendio che rasenta il ridicolo, considerata l'importanza del ruolo che ricoprono.
    Magari le ore di lavoro effettivo scendono linearmente alle medie e alle superiori, quello non so, io ho scelto un altro percorso di carriera per non passare la vita a farmi un mazzo tanto per 1500 euro al mese.

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    1. Tutto giusto, a cominciare dal "magari non tutte". Il fatto è che nell'opporsi a lavorare 6 ore in più a settimana i blogger-insegnanti non hanno sollevato - se non marginalmente - la questione che fossero a gratis: è che non avevano tempo, soffocati dai compiti, dagli scrutini, dagli aggiornamenti, ecc. Un "magari non tutte", però, sia consentito anche a me. Da anni, due o tre volte a settimana, viaggio in treno o in aliscafo insieme a decine di pendolari, quasi tutti insegnanti. Non ne ho mai sentito due chiacchierare di Leopardi o di pedagogia o di un alunno: solo di pensioni, ferie, ponti, scioperi e permessi per malattia. Ecco, magari non sono tutti così, gli insegnanti, ma bilanciano la tu' mamma.

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    2. "per non passare la vita a farmi un mazzo tanto per 1500 euro al mese" ma sai quanta gente, per molto di 1500€, si deve fare 40 e oltre ore settimanali: ed effettive - non dichiarate - perché timbrano il cartellino?
      Spesso, in questa polemica, ho sentito anche che si pretendevano orari "europei", senza adeguare di conseguenza gli stipendi a tali livelli; bene, anch'io, come impiegato (e parlo da categoria privilegiata), non prendo uno stipendio "europeo", e forse faccio più ore dei miei colleghi d'Oltralpe: perché mai, dunque, solo gli insegnati dovrebbero avere stipendi "europei" e tutti gli altri lavoratori stipendi "italiani"?
      Senza contare un altro fatto: gli insegnati pretendono stipendi allineati a quelli europei, ma i risultati degli studenti sono allineati a quelli del terzo mondo.

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  12. Che tristezza, quanti luoghi comuni tra i commenti e alcune risposte.
    http://wp.me/p18I6s-jT

    «Qualcuno s'è spinto a scrivere che lavorano più a casa che in classe»
    Oh davvero? Addirittura! Ma qualcuno ha idea minimamente di cosa faccia un insegnante come lavoro? Ho tanti parenti che sono o sono stati insegnanti in scuole elementari, medie e superiori, e posso assicurare che un'affermazione del genere non è affatto un'esagerazione. Non è proprio uno «spingersi» a dire tanto, è una descrizione del reale per tantissimi lavoratori che svolgono dignitosamente il proprio lavoro.

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  13. Mi sembra lecito pensare che se il governo avesse proposto di far lavorare sei ore in più a settimana gratis i medici privati, la categoria non avrebbe trovato di che lamentarsi.

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  14. Azzeccatissimo il suo post, gentile Malvino, ma rischioso. Con scritti del genere lei si mette contro il fior fiore della bloggheria italica, a cominciare dal cattolicissimo Pontefice Leonardo da Carpi, e via via tutti gli altri e le altre (quante!)

    Le obiezioni più divertenti degli insegnanti sono fondamentalmente due: se qualche genitore si azzarda a rispondere che, per dire, l'insegnante del proprio pargolo trascorre il tempo in classe a scaccolarsi, subito il "corpo docente" si infuria e s'impenna, "è un caso isolato e sporadico, esisterà pure qualche fancazzista, ma percarità fondamentalmente noi siamo carichi di lavoro stressantissimo per 29 ore al giorno, ohibo!".

    Poi c'è la solita fola del "misero" stipendio da 1500 euri al mese, che non saranno tantissimi, ma con la crisi di questi tempi, e paragonati alla retribuzione di un operaio in fonderia o di un tranviere che manovra nel traffico di Milano un mezzo degli anni '30 con cento passeggeri sopra mi sembra un pochino insultante...

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    1. 1500 a fine carriera (fatta a dire il vero per scatti di anzianità).

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  15. Da ex studente posso dire di aver avuto per la maggior parte bravi docenti che si facevano un mazzo tanto, quindi non condivido il post.
    Detto ciò, non mi pare che il provvedimento del governo sia sensato (e nemmeno le sue repliche, Malvino): chi già si fa in quattro non aumenterà certamente la qualità dell'insegnamento con ulteriori sei ore di lezione frontale, i fancazzisti fancazzeranno sei ore in più di fronte agli alunni - e non vedo come rallegrarsene.

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  16. il primo post intrinsecamente stupido da oltre 3 anni che ti seguo..

    prima o poi doveva accadere....

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    1. ma no semplicemente uno che venendo da una famiglia di insegnanti, e vedendo il tipo di lavoro che si fa - e devo dire che negli ultimi 20 anni la condizione lavorativa e' enormemente peggiorata - decise appena raggiunta l'eta' della ragione di NON fare l'insegnante, e neanche il tassista se per e' questo, che odio guidare specie in città

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  17. menomale che i maurosanna non insegnano che non sanno manco lironia

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  18. Certamente ci saranno molti insegnanti che lavorano tanto anche al di fuori dell'orario ufficiale da 18 ore. E che quindi meriterebbero più dei 1500 euro di cui si sente parlare qui, o in alternativa, per i quali non sarebbe giusto aumentare le ore di lezione.
    Rimane però un fatto, triste finchè si vuole, ma vero: e cioè che la scuola pubblica italiana, per troppo tempo, è stata usata come stipendificio. Una valvola di sfogo per creare posti di lavoro facili e comodi, per tutti quelli che avevano il "pezzo di carta" e quindi pretendevano il posticino garantito e sicuro. Come quando si aumentavano gli insegnanti mentre contemporaneamente calavano le nascita.
    Va da sè che ora, non certo per colpa degli insegnanti, le condizioni economiche del paese reclamano vendetta. Non solo per la scuola, ma un po' per tutta la gestione della cosa pubblica. Quindi dispiace molto per gli insegnanti bravi, lavoratori, impegnati eccetera, ma, volento o nolenti, si trovano in pieno nel calderone della spesa pubblica. Quelli bravi saranno arrabbiati, e a ragione, ma non c'è niente da fare. D'altra parte se erano così bravi e lavoratori, nulla impediva loro di fare carriera da qualche altra parte. Ora le fabbriche chiudono, e la gente si trova a patire fame e freddo senza alcuna protezione. Gli insegnanti si lamentano per qualche ora di lavoro in più. Beh spiacente ragazzi ma la pacchia è finita, è giusto che tutti partecipino ai sacrifici.

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    1. Sacrifici sì, ma un terzo dell'orario lavorativo in più mi pare eccessivo.

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    2. "D'altra parte se erano così bravi e lavoratori, nulla impediva loro di fare carriera da qualche altra parte."
      Beh,questa è da incorniciare:" i 'bravi e lavoratori',prego vadano da qualche altra parte:nella scuola,si sa,c'è "altro".
      La scuola,si sa,non merita quelli 'bravi e lavoratori'.

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  19. quei 1500 euro (tra l'altro, percepiti a 60 anni a fine carriera, non certo all'assunzione) sono ridicolmente bassi se rapportati al livello di istruzione richiesta e alla responsabilità. Un operaio generico prende meno, d'accordo, ma tutti possono fare l'operaio generico, e appena assolto l'obbligo scolastico. E nemmeno l'operaio generico è responsabile di 20 minorenni, compresi tra l'età del 'se metto le dita nella presa divento quella degli X men' a quella del 'ammazza che tette la bidella sdentata, me la scoperei'.

    C'è il rischio, anzi, per me è già successo, che gli insegnanti si dividano solo in due categorie: quelli che lo fanno per passione, e allora accettano quei due soldi, e quelli che lo fanno perchè dopo la loro laurea inutile non sanno che combinare, allora tanto vale mettersi in graduatoria, e quei due soldi sono sempre il doppio di quelli del call center.

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  20. io tuttavia mi stupisco di come gente di livello culturale medio alto possa sostenere questa fola degli insegnanti che lavorano "solo" 18 ore.
    Eppure dovrebbero avere almeno gli strumenti intellettuali per capire la lezione - che sia frontale o meno - richiede un minimo di preparazione. Se sei bravo e te la sei preparata prima mezz'ora per rivederti gli appunti o i libri ti basta, altrimenti ci vuole un'oretta .

    Certo non sempre "spieghi" ma interroghi e/o fai i compiti in classe, pero' poi hai il tempo di correzione di quest'ultimi unito all'incredibile ammontare di burocrazia in cui oggi affoga la scuola che ha ormai raggiunto vette tra il Kafkiano e il vessatorio a seconda del dirigente/preside.

    Ci sono poi aspetti che sono bellamente ignorati della faccenda 18/24

    Faccio un esempio stupido: un insegnante di arte ha alle medie 2 ore alla settimana in una classe di 25 persone in media. 24 ore -> 12 classi -> 300 alunni da seguire

    Ma secondo voi cosa può trasmettere un'insegnante a 300 ragazzi ?

    Leggo poi parecchi paragoni con gli operai, specie da gente che non ha mai fatto l'operaio temo, e io pure non dico nulla perché non ho amici operai, pero' vedo molto da vicino gli effetti dell'insegnamento in una scuola media della periferia milanese e vi posso assicurare che NON sono cose belle

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    1. Eugenio,"come" ti capisco...
      Aggiungo solo una considerazione:le 18 ore in classe sono solo la punta dell'iceberg. Tutto il resto (l'iceberg) è molto,molto DI PIU':ma senza 'tutto il resto' le 18 ore non sarebbero possibili o-quanto meno-non avrebbero senso:ovviamente per chi voglia fare bene il suo lavoro,ma quelli che lavorano male sono dappertutto,mica solo tra gli insegnanti.
      Purtroppo della scarsa conoscenza del lavoro 'oscuro',che è così gran parte dell'attività degli insegnanti,portano una pesantissima responsabilità i sindacati che lo hanno sempre,letteralmente,ignorato:questa loro grave carenza non l'ho mai capita.

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  21. Post e commenti densi di una bella dose di ignoranza.
    Le sei ore erano sei ore di cattedra in classi aggiunte.
    Cosa che significa aggiungere studenti al monte di un insegnante, che tipicamente (se ha tre classi ha culo) ha una novantina di studenti, gli va peggio se ha materie con poche ore in cui il numero di studenti sale.
    Il "più lavoro a casa" per chiunque insegni materie che prevedono lo scritto è un semplice fatto aritmetico, con novanta alunni ti fai novanta scritti al mese da correggere: se sei un ultracazzone almeno dieci minuti a testa vanno via, se correggi decentemente almeno mezz'ora a testa, che fanno quarantacinque ore (una settimana a orario pieno) di lavoro di cui nessuno si accorge.
    Trascurando compiti accessori tipo trascrivere il registro, compilare documenti, fare le scartoffie per le gite e le statistiche ministeriali.
    Dopodiché non si capisce cosa c'entri quello di cui parlano in treno, per qual cazzo di motivo dovrebbero parlare di Leopardi invece che di pensioni lo sai solo tu...
    Il fatto è che a tanti andrebbe benissimo starsene il pomeriggio a scuola, a correggere i compiti, solo che manca una postazione di lavoro decente, una banale connessione a internet, una cavolo di scrivania che vada oltre l'armadietto di una sala insegnanti, quando la scuola non è chiusa per tagliare i costi del riscaldamento...
    E ci credo che lavorando a casa scrivano sui blog, anch'io rispondo alle tue cazzate radicaloidi in pausa del lavoro, ma non faccio l'insegnante (e manco il tassista).

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    1. tu no, ma forse tua moglie sì

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    2. Tolti via i temi d'italiano, tutti gli scritti sono rappresentati da verifiche che un professore di mediocre livello corregge in 20 minuti. La preparazione della lezione è pressoché minima, visto che un insegnate ogni anno ripete sempre lo stesso programma.
      Molti professori inoltre trovano pure il tempo per arrotondare i loro miseri 1500€ al mese, con lezioni pomeridiane rigorosamente in nero. Va bene fare un po' di vittimismo, ma dopo un po' la tragedia deve anche trovare il suo limite nella decenza.

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    3. Ecco due begli altri esempi di quanto diceno sopra, per esempio il secondo, che non ha mai visto correggere una versione di latino, e manco un compito delle superiori di scienze naturali (per *leggere* quelli che facevo io, a risposta aperta, venti minuti non bastavano, saremo stati l'unica classe a usare le risposte aperte negli scritti). Gli unici compiti che abbia mai visto correggibili in venti minuti erano le prove di grammatica di inglese...
      Tra l'altro, non faccio l'insegnante, ma ne conosco diversi, sarà per quello che so un po' come funziona il loro lavoro, invece di parlare per sentito dire?

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  22. Tanto per dare qualche dato in più, ecco il rapporto annuale dell'OCSE sulla scuola: http://www.oecd.org/edu/highereducationandadultlearning/48631144.pdf. Dove è molto eloquente la tabella a pagina 403, in cui emerge un rapporto studenti/insegnati, per l'Italia, di 11:1 (ben più basso di quello di Germania, Francia). Se, ora, gli insegnati si lamentato delle classi sovraffollate, da 25 e oltre studenti, s'interroghino prima su dove sono imboscati i loro colleghi che evidentemente mancano all'appello.

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    1. Basta leggere per capire che 11 per docente non sono gli studenti effettivi, ma l' "equivalente full time", quindi un calcolo che ha senso per il confronto tra paesi ma non riflette (per nessun paese considerato) il numero reale di studenti che un docente si trova davanti, visto che è inferiore al numero medio di studenti per classe per tutti i paesi - tabella successiva: dubito che esista un solo luogo nel pianeta in cui un insegnante insegna a meno alunni di quelli presenti in un'aula...

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    2. Mi permetto (mi ha incuriosito il rapporto) di far notare, per restare sul tema iniziale, che c'è pure un paragrafo "How Much Time Do Teachers Spend Teaching?", in cui emerge chiaramente come l'Italia sia in linea con gran parte dei paesi europei, con eccezione significativa della Germania - tempo più alto, e in modo molto simile alla Francia che è tra gli altri paesi in cui le "non teaching hours" non sono formalmente regolamentate (pag. 478). Peraltro faccio notare che le ore sono con buona probabilità effettive e non fatte dal semplice calcolo 18 ore * 47 settimane, che darebbe un risultato molto maggiore.

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    3. semplicemente in quel rapporto ci sono gli insegnanti di sostegno che altrove o mancano o invece afferiscono ad altro dipartimento statale come in Francia o invece in alcuni casi addirittura ci sono "scuole" separate per i disabili. Ed e' questo il motivo per cui l'equivalente full time e' in linea con la media europea. Ma d'altronde le statistiche occorre saperle leggere bene e all'occorrenza magari tornare pure a squuola

      E insomma qui mi pare che manchino all'appello conoscenza effettiva delle tematiche di cui si (stra)parla nonché di intelligenza.

      Abbonda invece l'odio di "classe" a sottolineare l'approccio alquanto dogmatico e ben poco liberale all'intera faccenda dai sedicenti "liberali"

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    4. "Basta leggere per capire che"

      Ma per fare questo si deve prima saper leggere. Potrebbe ipotizzarsi che ci sia una correlazione tra il fatto che uno non ne sia capace e nemmeno comprenda il dramma di trattare la professione di docenza come una comune professione impiegatizia (o, se preferite - e così faccio contenti tutti - con il fatto che si recluti come se tale fosse).

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    5. Si vede in quanti straparlano pur di difendere l'indifendibile; da quelle tabelle emerge semplicemente che il numero totale degli insegnanti alle dipendenze dello stato in relazione agli studenti non è inferiore, ma anzi è superiore a quello degli altri paesi europei di dimensioni analoghe all'Italia. Se dunque ci troviamo classi sovraffollate, è perché parte di quegli insegnanti che dovrebbero svolgere attività di docenza, sono invece imboscati chissà dove, magari assunti per voto di scambio.

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  23. Grazie dott. Gastaldi.

    Lei è un artista nel dare calci al muro.
    Se non le spiace, mi godo anch'io lo spettacolo.

    E quanti ne sono salati fuori, quasi più dei simpatizzanti di Hamas!

    ettoregonzaga

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  24. Il Governo probabilmente ha fatto il seguente conto:
    365 giorni/anno
    - 202 giorni di calendario scolastico
    -30 giorni di ferie
    -13 giorni di festività
    -52 domeniche
    restano 68 giorni che ballano.
    68x3ore (media delle 18 ore su 6 giorni) fa 204
    Equivale, quindi, a 1 ora x 6 giorni lavorativi, cioè quelle richieste in più.
    Male ha fatto il Governo a richiedere 6 ore in più di lezione, avrebbe dovuto richiedere la presenza sino al 31 luglio per le 18 ore previste e pure timbrando il cartellino.
    Per i circa 200 insegnanti che ho conosciuto il carico di lavoro è di 5 ore giornaliere tutto compreso per 212 giorni all'anno. Un part-time ben retribuito. Ah, lo stipendio è intorno ai 1800/2000 euro per un insegnate di scuola di secondo grado.
    Anch'io, come Malvino, ho raccolto gli stessi argomenti di conversazione, ne aggiungo un paio per folclore: scelta del giorno libero infrasettimanale funzionale ad allungare le vacanze e, almeno un paio, a programmare la gravidanza (rigorosamente a rischio) sempre in funzione del proprio vantaggio. Stendiamo poi un velo pietoso sull'utilizzo della legge 104.
    Ne ho conosciuti una decina stimabili e un paio davvero grandi.
    No, dal mio piccolo osservatorio non mi sono fatta una buona opinione.

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  25. propongo per tutti gli insegnanti inorriditi dal post di fare come tutti gli altri dipendenti di questo mondo: si entra a scuola alle 8.00, si timbra e si esce alle 17.00 (pausa pranzo 1 ora) dopo aver timbrato. Nelle 8 ore di lavoro si fa lezione frontale, si correggono i compiti, si incontrano i genitori e si organizzano i consigli di classe. Tutto molto semplice, tutto molto lineare

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    1. 4-5 ore in classe=4-5 ore in ufficio(magari 'fuori stanza'):tutto molto semplice,tutto molto lineare.

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    2. Sono un insegnante, e sono pienamente d'accordo, Angelo. Io a scuola ci starei senza problemi cinque giorni alla settimana fino alle 17: certo, come tutti i dipendenti di questo mondo (almeno gli impiegati: immagino che per chi lavora in fabbrica anche questo sia da considerarsi un lusso, ma ragionando così la platea dei privilegiati finirebbe con l'espandersi a dismisura) avrei bisogno di una scrivania, un armadio per tenerci gli strumenti di lavoro (i libri sono ingombranti), un pc con connessione internet e, mi si perdoni la protervia, anche di un locale riscaldato e non eccessivamente rumoroso (studiare o correggere compiti richiede un minimo di concentrazione). Ah, sarebbe inoltre opportuno che il mio datore di lavoro, per le mansioni di ufficio, mi fornisse almeno di una biro rossa: negli ultimi ventitrè anni le ho pagate sempre io, come il computer su cui lavoro, la connessione che utilizzo, le fotocopie che distribuisco.
      Come tutti i dipendenti di questo mondo, eviterei di portarmi il lavoro a casa, e i sabati e le domeniche sarebbero davvero tutti miei: questo sarebbe per me, senza alcuna ironia, un bel vantaggio.
      Immagino anche di aver diritto ai buoni pasto, come ogni lavoratore dipendente che fa otto ore: se non vado errato, si dovrebbe trattare di un buono da 7 euro al giorno per 25 giorni lavorativi al mese, quindi una spesa ridicola per il mio datore di lavoro.
      Tutto molto semplice, tutto molto lineare: da domani, io sono pronto.
      Alessandro

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  26. @Annamaria, @Anonimo quindi voi assumente che il vostro lavoro sia più difficile e più impegnativo degli altri? forse è per questo che vi fate 2 mesi (dico, 2 mesi) di ferie consecutive all'anno? forse è per questo che il giorno della disinfestazione coincide con il giorno precedente ad uno dei mille ponti(è una iperbole, tranquilli, non vi scaldate)che fate? Se si volesse fare "eight to five" certo occorrerebbe una stanza dove poter correggre i compiti, certo potreste mangiare nella mensa della scuola (ove vi fosse), certo vi verrebbe comprata una bella bic rossa; sono problemi cosi insormontabili? quelli come me che lavorano in una fabbrica mentalmeccanica sono, da sempre, abituati ad arrangiarsi (e anche a comprarsi la cancelleria, quando necessario). Fate meno i martiri e lavorate meglio

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    1. @ Angelo.
      Mio caro,
      temo ci sia un equivoco. Non ho fatto il martire: ho solo elencato le condizioni oggettive che sarebbero necessarie per spostare a scuola le ore di lavoro che faccio a casa. Per me, cambierebbe ben poco (diminuirebbe il lavoro che faccio io, ma immagino che nella media di tutti i colleghi si andrebbe più o meno in pari), e almeno sarebbero più visibili: io risparmierei soldi, e tutti sarebbero più contenti.
      Anch'io non credo sia un problema insormontabile creare spazi e strutture nelle scuole per darci la possibilità/obbligo di lavorare al loro interno; temo sia una questione di costi, ma è per questo che esiste la politica: si tratta di decidere che quei costi sono una priorità, e dunque si mettono a bilancio e si parte.
      Spiegami dove avrei scritto che il mio lavoro sia più difficile o più impegnativo degli altri, o dove lo abbia detto Annamaria: ho provato a rileggere i nostri interventi, ma evidentemente comincio a perdere i colpi...
      Comunque: mi sono pagato gli studi universitari lavorando su una ruspa, ho idea di cosa siano dieci ore filate di cantiere. Il mio attuale lavoro non è altrettanto faticoso; quanto al difficile, per l'esperienza che ne ho fatto, direi invece che le cose cambiano. Ma è comunque impossibile farlo capire a chi guarda da fuori: un po' come quando, sul cantiere, mi toccava sentire i pensionati che da dietro la rete pretendevano di spiegarmi come si usa una ruspa. Rinunciai allora, e non ho cambiato idea.
      Ah: mi sono firmato l'altra volta, lo faccio anche adesso
      Cordialità vivissime
      Alessandro (non sono un blogger, non ho altri profili con cui firmarmi)

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    2. rispondo giusto sule ferie, anche perche' quest'estate si e' assisitito a una simpatica pantomima sulla cosa simile alla questione delle 6 ore ma che e' passata inosservata perche' molto tecnica e riguardante un nucleo tutto sommato ristretto di persone.

      L'insegnante ha piu' o meno lo stesso numero di ferie di tutti cioe' una trentina di giorni, che pero' DEVE consumare tutte tra luglio e agosto di seguito, forzatamente, e direi pure per ovvi motivi. Rimangono tuttavia un 5 giorni che tu puoi utilizzare durante l'anno PREVIO ACCORDO COI COLLEGHI, cioe' non puoi dire alla preside: settimana prox io prendo il giorno tot per qualsivoglia motivo - visita medica, urgenza famigliare - senza aver tappato i buchi causati dalla tua assenza con l'aiuto dei colleghi (che ti coprono...) Fatto sta che spesso questi 5 giorni non si prendono ne' in tutto ne' in parte, e quindi in pratica questi fortunatissimi di dipendente pubblici non hanno il potere di decidere quando andare in ferie, mentre io che sono dipendente privato meta' delle ferie almeno le faccio quando mi pare ma vabbeh, cmq di solito finisco nella voce ferie non pagate e amen, niente di cui lamentarsi piu' di tanto, c'e' chi sta peggio. Ma l'anno scorso il ministero, sempre per risparmiare sapete cosa fece? ai precari disse o vi prendete a forza sti 5 giorni o non ve li paghiamo, il tutto ovviamente a meta' giugno quando il 30 giugno scadono di solito i contratti "al termine delle lezioni" e quindi non c'era modo di "recuperare", figo no?

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  27. leggo i commenti e penso: vi meritate tutti la scuola che avete

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  28. @Alessandro (neanche io sono un blogger, basta solo selezionare in "commenta come" la voce nome/URL ed il gioco è fatto :-)) ho fatto solo riferimento all'assioma che Annamaria ha fatto "4-5 ore in classe=4-5 ore in ufficio(magari 'fuori stanza')" : chi lo dice che 4-5 ore in ufficio non siano paragonabili a 4-5 ore in classe? chiedilo ai miei colleghi del finanziario che passano 8 ore 8 a caricare fatture (sempre di meno ultimamente, ed infatti noi andiamo in Cassa Integrazione regolarmente), sempre di corsa e sempre in emergenza.

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    1. 4-5 ore in classe = 4-5 ore in classe, per me, significa "uguale", né più né meno. Forse è per questo che non avevo capito. Sorry...
      Uh, grazie per l'istruzione sulla firma: la scarsa dimestichezza talora è un impiccio
      ciao
      Alessandro

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  29. "4-5 ore in classe=4-5 ore in ufficio(magari 'fuori stanza'):tutto molto semplice,tutto molto lineare."

    Provo a 'illustrare' il concetto prendendo a prestito due passaggi interessanti che ho letto qua sopra,dai numerosi commenti che hanno animato questo post:
    Scrive @Alessandro:
    "Il mio attuale lavoro non è altrettanto faticoso; quanto al difficile, per l'esperienza che ne ho fatto, direi invece che le cose cambiano. Ma è comunque impossibile farlo capire a chi guarda da fuori".Perfetto.
    Scrive @incubomigliore:
    ""Basta leggere per capire che"

    Ma per fare questo si deve prima saper leggere. Potrebbe ipotizzarsi che ci sia una correlazione tra il fatto che uno non ne sia capace e nemmeno comprenda il dramma di trattare la professione di docenza come una comune professione impiegatizia ".
    Perfetto.
    Quanto al passaggio di @Angelo:" Fate meno i martiri e lavorate meglio",no,non lo prendo a prestito,lo lascio tutto a lui.

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  30. @Annamaria, grazie per avermi lasciato il "martirio": mi farà compagnia nei giorni di Cassa Integrazione (magari avessi io l'opportunità di lavorare ore in più)

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  31. in un paese che abbia a cuore il proprio futuri, il lavoro nel settore educativo sarebbe ben pagato e sarebbe considerato un impegno degno dei migliori di noi.
    Ne' l'uno, ne l'altro: mal pagato, mal considerato, con un processo di selezione che lo ha fatto diventare (talvolta) l'impiego di ripiego per alcuni.
    Pagarlo bene e verificarne i prodotti, no eh?

    Giovanni

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