Immaginate
di essere in possesso della prova che dietro la sentenza costata 560 milioni a
Mediaset ci sia stato un imbroglio: volete venderla a Berlusconi, come vi muovete?
Fate una telefonata a Ghedini per aprire la trattativa o accroccate una banda
di sfessati, tutti schedati, per sequestrare Spinelli e usarlo come intermediario?
Se davvero avete in mano quella prova, che bisogno avete di complicare le cose, col rischio che qualcosa giri storto, e tutto vada a rotoli? No, non regge.
Proviamo,
allora, a fare un’altra ipotesi. In mano non avete niente, ma sapete che, se esistesse, quella
prova sarebbe assai appetibile a Berlusconi. Allora decidete di tentare il
colpo gobbo con un bluff. Cominciate col rendere ancora più appetibile il
paccotto. Dite che l’imbroglio dietro la sentenza è stato orchestrato da uno che,
potendo, Berlusconi strozzerebbe con le sue mani. Di più, se esistesse, la prova dell’imbroglio
comprometterebbe il giudice che lo ha salassato, sarebbe una mazzata terribile per tutta la magistratura e smerderebbe il rivale in affari col quale è in
guerra da decenni. Con un piccione piglierebbe tre fave: potete sparare una
cifra grossa. Però avete bisogno di rendere incalzante la richiesta per evitare
che la controparte sospetti la truffa e prenda tempo: con la vita di un
ostaggio in gioco la chiusura delle trattative si renderebbe urgente.
Regge?
Non regge. Avete deciso di truffare Berlusconi, mica un fesso. Potrà essere
preoccupato per Spinelli, forse, ma sa che a farlo fuori non ci guadagnereste
niente. D’altronde non lo state ricattando con una seria minaccia di inguiarlo,
gli state solo proponendo un affare, ed è un affare che puzza di bluff. No, non regge proprio.
E
allora come vanno sistemati i pezzi perché tutto torni? Solo in un modo, vediamo quale. Siete
sei sfessati. Avete saputo dai giornali che ogni lunedì Spinelli è imbottito di
contanti e avete deciso di alleggerirlo. Non gli trovate addosso quanto speravate. Decidete di cambiare il piano in corso d’opera e la rapina diventa un rapimento.
Vi mettete in contatto con Ghedini e chiedete un riscatto. E qui vi viene fatta
la controproposta.
Pigliatevi 8 milioni, liberate Spinelli e impegnatevi a non
smentire la versione che gli faremo dare di tutta la vicenda. Diremo che
eravate in possesso della prova che dietro la sentenza costata 560 milioni a
Mediaset c’è stato un imbroglio o che almeno questo è quanto sostenevate di poter provare: certe cose non importa se sono vere o meno, basta siano possibili per poter essere presentate come verosimili, ci penseranno Sallusti e Ferrara.
Diremo che non vi
abbiamo creduto e non vi abbiamo dato un euro, sicché avete liberato Spinelli e siete scappati via. Per voi l’importante sarà averci
guadagnato, per noi dare da scrivere a Sallusti e Ferrara in attesa della sentenza in Cassazione. Vi verseremo il denaro su un conto sicuro, così se vi beccheranno lo preleverete a fine pena, con gli interessi. La pena, in ogni caso, non sarà troppo pesante. In fondo a Spinelli non avete torto un pelo. E lo avete liberato senza prendere un euro: non era una rapina, non era un rapimento, era un tentativo di truffa.
Ineccepibile. Aggiungo una ipotesi ardita: se quei 560 milioni verranno recuperati, almeno la metà saranno sufficienti per essere spesi nel lancio di Marina prossima candidata "credibile" del pdl.
RispondiEliminagenio
RispondiEliminaCi siamo. Al prossimo giro, però, rapirei Pato.
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