Volevo
commentare un articolo che è apparso l’altrieri sul giornale della Cei (Il
teologo sale sul disco volante – Avvenire, 22.11.2012) e nel quale le questioni
teologiche poste dall’eventualità di una vita intelligente extraterrestre erano
in gran parte eluse e per il resto affrontate con strabiliante superficialità.
L’intenzione era quella di segnalare il penoso stato in cui versa la teologia
cattolica, da tempo ridotta a mero esercizio di sofistica, ormai incapace di piegare
la ragione alle mirabili tautologie dei suoi tempi d’oro, ma volevo tenermi sul
leggero, così ho deciso di aprire il post con un cenno all’ufo avvistato da
Roberto Formigoni nel cielo di Parigi: «Un mistico avrebbe ipotizzato altro…».
Lì, però, m’è venuto in mente che avevo già trattato l’argomento (Funes – Malvino, 12.11.2009) e così ho lasciato perdere. Avrei cestinato le due righe su Roberto Formigoni, se non fosse che tutto ciò che avevo letto a commento del suo tweet aveva – a buon motivo, ovviamente – il piglio ironico o quello sarcastico: nessuno che spendesse mezza parolina sul fatto che la prima ipotesi venuta ad un ciellino dinanzi a quell’evento fosse quella del disco volante, non dell’arcangelo Gabriele con la sua spada fiammeggiante in pugno.
Lì, però, m’è venuto in mente che avevo già trattato l’argomento (Funes – Malvino, 12.11.2009) e così ho lasciato perdere. Avrei cestinato le due righe su Roberto Formigoni, se non fosse che tutto ciò che avevo letto a commento del suo tweet aveva – a buon motivo, ovviamente – il piglio ironico o quello sarcastico: nessuno che spendesse mezza parolina sul fatto che la prima ipotesi venuta ad un ciellino dinanzi a quell’evento fosse quella del disco volante, non dell’arcangelo Gabriele con la sua spada fiammeggiante in pugno.
Poi è
capitato che con una email Luca Massaro mi segnalasse il post nel
quale Roberto Formigoni faceva il «bilancio» delle reazioni alla sua «iniziativa» che ha rivelato avesse «carattere
volutamente ironico»: «La risposta della rete – ha scritto – è stata
straordinaria: oltre 5000 tweets, con tantissimi retweets per oltre 1,6 milioni
di visualizzazioni. La rete ha capito subito l’ironia e moltissime sono state
le risposte di fantasia e simpatia. C’è stata la solita cinquantina di
twittatori critici o sarcastici, ma la stessa ripresa della notizia da parte
delle 20 principali testate giornalistiche online, per non dire della ripresa
da parte di tantissime altre testate, meno note ma non per questo meno attente
e interessanti, ha evidenziato la “novità” dell’iniziativa: il fatto che un
cittadino posti un’immagine su Twitter non è una novità, nuovo invece è il
fatto che un politico posti un’immagine curiosa scattata con un cellulare o con
una macchina fotografica. Nuovo, cioè, è il fatto che un politico non stia sul
piedistallo ma utilizzi i nuovi media con ironia e sguardo critico postando
foto curiose».
Be’,
devo confessare che questo mi ha scosso profondamente. Nel commiserare il
ciellino orribilmente sfigurato dalla rogna del secolarismo pensavo di aver
visto troppo, e invece avevo visto troppo poco: quello che fotte Roberto
Formigoni non è la mondanizzazione, ma una grave patologia. L’uomo è malato,
ma davvero tanto. Non siamo di fronte ad un disturbo del carattere, siamo di
fronte a un quadro clinico che configura con estrema nitidezza un caso di
psicosi, e bella grossa.
Non ho
mai dedicato troppa attenzione a Roberto Formigoni. L’eco delle sue bizzarrie
mi raggiungeva dalla stampa e dal web lasciandomi perplesso, ma incapace di lasciarmi
andare a una battuta: mi sembrava fosse troppo facile, come sparare sulla Croce
Rossa. Meno male non l’ho fatto, sennò adesso sarei afflitto dal rimorso di
aver preso per il culo un povero matto. Al quale è dovuto tutto il rispetto che
si deve a un malato, ma che ovviamente è bisognoso di cure. Urgenti, direi, sennò arriviamo al punto che una di queste volte ce lo ritroviamo accoccolato a cagare in Piazza del Duomo e a pretendere, il giorno dopo, gli applausi degli storici dell’arte.
Ecco, con questo
post intendo lanciare un appello: smettete di sfottere il Celeste, mostrate senso civico, chiamate un’ambulanza.
Tutto più che giusto, ma rimane il fatto che questo vergine tanghero ha fatto per anni il bello ed il cattivo tempo come presidente della regione Lombardia, allora l'ambulanza bisogna chiamarla per i lombardi, ma direi anche per tutti quegli italiani che si fanno fottere il cervello da parolai, da mangiatori di ostie, da amici del vescovo o del cardinale di turno, e se andiamo a livello nazionale da chi si è sentito unto dal signore, per il momento un po' meno unto, ma sempre viscido.
RispondiEliminaper caso nella sala d'aspetto di un poliambulatorio oltre a una inverosimile copia di CHI c'era un vecchio Espresso dedicato a questo qui con i particolari del suo mega studio con mega palazzo regione e tutte le altre mega sparse per il mondo. La meraviglia era che la LEGA abbia condiviso e sopportato sia LUI che l'alro, quello capo del PdL e del Governo, proprio per il fasto e simili idiozie. Poi mi son detto forse no, forse son gli italiani a volerla gente così come loro capo e gli anomali son quelli che passan di qui, quelli che, tanto per parlare d'altro, non avrebbero mai immaginato un ZICHICHI IDONEO a governare la cultura.
RispondiEliminaera blog.spot e non bolgspot
RispondiEliminaoggetto: ancora materia bollentissima (ravasi)
RispondiEliminahttp://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201212/121202ravasi.pdf