venerdì 16 maggio 2014

La metterei così


La metterei così. Direi che quanto la Procura di Messina sembra aver raccolto per contestare a Francantonio Genovese i gravissimi reati che muovono alla richiesta del suo arresto m’infiacchisce un pochino il principio garantista, che s’infiacchisce ancor di più nel leggere la sua biografia politica, ma ritrova subito vigore nel constatare che l’imputato non ha più modo di inquinare le prove, non è più in grado di reiterare quei reati e, se avesse voluto scappare, fin qui avrebbe avuto modo di farlo, e non l’ha fatto. Poi c’è la dura presa d’atto di una realtà che dei principi non sa cosa farsene: ardono i torbidi sociali e c’è bisogno di mettere qualche fetente nel tritacarne, il primo che capiti a tiro, meglio se sa di viscido. E dunque prevarrebbe l’istinto bestiale, ancora più bestiale di quello che pretende il capro espiatorio, che è quello di lasciare che la plebe l’abbia, così si calma, e lasciare passi il tempo, così che alla carne tritata sia concessa la pietà dovuta con l’ammettere che qualcosa, alla fin fine, al paese l’ha pur dato. Poi basta un Manlio Di Stefano e si ritorna in se stessi, ci si pente di così brutti pensieri, e dando una sistematina al nodo della cravatta si va al lavoro indignati di come cazzo tentano di farti diventare, ’sti italiani di merda, a te che dentro sei tutto anglosassone


10 commenti:

  1. In effetti diventa tortuoso per un anglosassone interpretare l'arabesco italiano: proprio ieri l'On.Scajola, oggi l'On.Genovese (Fracantonio ?), ci si mette adesso anche lo yankee Mr.Thimoty Geithner a mescolare il nostro torbido sociale.
    Poi non dobbiamo preoccuparci più di tanto, penso si tratterà di due o tre giorni di Regina Coeli, poi uscirà con un quadro diverso della propria biografia.
    Al massimo lo manderanno ad aiutare il Cavaliere per servire la minestra e il garantismo sarà salvo.

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  2. A me, personalmente, ha fatto schifo il voto palese. Non 'dispiacere' o 'disappunto', proprio 'schifo'. Mi reputo una persona di sinistra, quindi per il sottoscritto la condanna e il trattamento in carcere di una merda assoluta come Breivik sono un esempio per l'umanità.
    Del prossimo che mi dice che l'anima dei 5S è di sinistra mangerò le animelle. Crude, sul posto.

    PS
    e complimentoni anche a Renzi, capisco che si trattava di una trappola alla vigilia delle elezioni, ma una porcata è una porcata.

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  3. Sì,anch’io sono del medesimo parere, uno con un nome e una faccia così tra il sacrestano della parrocchia di S.Maria Ausiliatrice e una comparsa della Napoli milionaria eduardiana non può trarre in inganno : il garantismo è d'obbligo.

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  4. Io no, invece. Io penso che il voto palese sia sacrosanto in questi casi puramente procedurali, che con i "casi di coscienza" non hanno assolutamente a che fare. Se la legge non è la pelle dei coglioni, un parlamentare può negare il suo assenso all'arresto di un collega solo in caso di fumus persecutionis e gli è espressamente precluso l'entrare nel merito delle accuse, merito che resta - COSTITUZIONALMENTE, mica cazzi - prerogativa esclusiva oltre che mestiere proprio della magistratura. A meno di istituire, per legge, una commissione d'inchiesta, il Parlamento non indaga e non giudica, né può arrogarsi il potere di farlo: c'è appunto la magistratura per questo. E allora io voglio sapere chi, tra i parlamentari che votano NO, scantona dalle sue competenze e dal suo mandato, oppure lo fa in quanto dell'idea che Genovese sia un perseguitato dai giudici: tertium non datur. E finché il Parlamento non diventerà un club privato, un cittadino ha il sacrosanto diritto essere informato al riguardo.

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    1. Decidere se esista o meno il fumus persecutionis è un giudizio, basato su atti. Ne più ne meno dell'essere chiamati a pronunciare una sentenza.
      Quindi delle due l'una: o si elimina la richiesta di autorizzazione per l'arresto di un parlamentare (io sarei d'accordo, tanto per dire), oppure finchè questa autorizzazione è prevista dal nostro ordinamento e finchè è in vigore il regolamento della Camera che prevede il voto segreto per i casi simili, semplicemente lo si applica.
      Dopo avere passato vent'anni a lamentarsi perchè un imprenditore brianzolo se ne sbatteva di legge regolamenti, vogliamo passarne altri venti a sbattercene pure noi per ripicca?

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    2. Non ho detto che quello del parlamentare chiamato a votare non sia in assoluto un "giudizio". Ho detto solo - non mi si metta in bocca (o in tastiera) ciò che che non dico (digito), per favore - che:
      1) il voto palese in casi procedurali, e non di coscienza, dovrebbe essere la regola;
      2) quel "giudizio" in assoluto non può essere, per legge, un giudizio DI MERITO;
      3) il parlamentare che vota NO ha il dovere di spiegare ai cittadini che il suo collega sarebbe perseguitato, da chi, come e perché.
      Non si può assumere una posizione senza trarne tutte le conseguenze ed esporle alla gente, altrimenti governa la casta. Non posso sostenere che un magistrato perseguita un cittadino e poi lasciare la cosa lì, come fosse che piove. Se io fossi il GIP richiedente l'arresto mi incazzerei parecchio se mi si accusasse di perseguitare qualcuno. Ravvedere fumus persecutionis per me è in effetti una sorta di denuncia penale nei suoi confronti che occorre motivare e argomentare. In questo modo, invece, sembra quasi che perseguitare rientri nelle prerogative dei magistrati e che il Parlamento abbia quella di neutralizzarlo.
      Io non so se la soluzione sia eliminare la procedura di autorizzazione. Può darsi, ma propendo di più per un perfezionamento che chiarisca e sancisca meglio e solennemente questi aspetti.

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    3. "Non si può assumere una posizione senza trarne tutte le conseguenze ed esporle alla gente"

      Ni. Come fa giustamente notare lei, il parlamento non è tenuto ad emettere un giudizio di merito sui fatti (abbiamo un potere giudiziario, per questo). Il fumus persecutionis è, per sua definizione, un 'sospetto' che nell'azione del tal magistrato non ci sia l'intento di cercare la verità, ma solo una punizione illegittima o un'intimidazione.
      Motivare un sospetto o una sensazione è impossibile. E, trattandosi di un'operazione così 'personale', come è intesa dal nostro ordinamento, è lasciata piena libertà di coscienza al parlamentare.
      Supponiamo ad esempio che un parlamentare 5S avesse pensato che sì, magari Genovese poteva avere fatto una cazzata, ma non sarebbe mai fuggito o non avrebbe mai reiterato il reato, e che l'arresto servisse solo a scopo intimidatorio per farlo cantare in prigione, cosa vietatissima. Tra le prerogative del tal parlamentare c'era appunto il voto in coscienza, per cui avrebbe dovuto votare contro l'arresto. Ma l'indomani sarebbe stato espulso o peggio dal suo gruppo parlamentare. Ha poco senso lasciare la libertà di un voto di coscienza quando questa libertà non si può realmente esercitare.
      Io sono personalmente contrario a questi diversi trattamenti tra parlamentari e comuni cittadini, tanto c'è sempre un riesame, ci sono sempre altri magistrati che valuteranno se i loro predecessori sono stati o no conformi alla legge.
      Ma, e il succo del mio discorso è questo, con la legge _attuale_ quello che hanno fatto a Genovese è stata una porcata, porca la gazzarra forcaiola dei 5S, porca la reazione di Renzi che ha messo in fila il partito per non fare una figura di merda prima delle europee.

      Detto questo, quel poco che conosco di Genovese mi fa augurare che si abbronzi a scacchi.

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    4. Va bè. Sono d'accordo su quasi tutto (e l'avevo anche già implicitamente scritta questa mia sostanziale condivisione), ma:
      1) io credo che la circostanza di un parlamentare che in questi casi abbia intimamente - intendo realmente - il sospetto di fumus persecutionis è meramente teorica e mai verificatasi dal 1946 ad oggi;
      2) no, io non sono per gli estremi (autorizzazione o abolizione dell'autorizzazione), e ritengo piuttosto che l'istituto vada invece riformato per renderlo adeguato alla naturale urgenza di un arresto e per chiarire il senso del possibile diniego, anche al fine di de-politicizzare l'argomento e scongiurare le porcate di cui lei stesso parla;
      3) il voto sull'arresto, ripeto, non è un voto di coscienza;
      4) chi vota NO deve farlo palesemente e anche spiegare su cosa sia fondato il suo sospetto di persecuzione, altrimenti - ripeto - siamo di fronte alla casta, e il presupposto delle buona fede di cui parla lei va a farsi benedire comunque;
      4) se Grillo non riconosce il principio costituzionale di autonomia di giudizio del parlamentare è un problema di Grillo, del suo partito e di chi valuti la possibilità di votarlo, e non può essere oggetto di discussione giuridica.

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    5. Concordo parola per parola con Top Ganzo.

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  5. In galera! Fai risentire Bracardi

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