giovedì 2 giugno 2016

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Rifugiato in India da 57 anni, il Dalai Lama dice che i rifugiati dovrebbero rimanere solo per poco nel paese che li ospita. È un capo religioso, dunque gli è consentita una faccia di culo.

13 commenti:

  1. Il dalai lama sarà anche il capo religioso di una (ex) teocrazia di stampo medievale, però già il sommario dell'articolo contestualizza e chiarisce la sua affermazione: gli 'asilanti' attuali, in Germania perché l'intervista è di un giornale tedesco, ma vale anche altrove, sono semplicemente troppi e rischiano di snaturare e destabilizzare le società che li accolgono.
    In realtà il dalai lama è proprio un esempio dell'uso originario e corretto del concetto di 'asilo politico', pensato per dare rifugio non a intere popolazioni, ma a delle élite intellettuali-politiche perseguitate, a quella classe dirigente di un Paese che ogni regime oppressivo / potenza occupante cerca di eliminare e che costituisce invece un 'patrimonio nazionale' da preservare, una riserva strategica di idee e leadership.
    Shylock

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    1. Beh, certo, l'élite è élite.

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    2. a Shylock:
      per quali motivi sono emigrati decine di milioni di britannici, spagnoli, d'italiani, tedeschi, polacchi, russi, eccetera? e non mi si venga a dire che fu senza rischio di snaturare e destabilizzare le società che loro malgrado dovevano accoglierli.
      la storia recente della libia, tanto per fare un esempio, insegna nulla?
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2016/06/petrolio-ma-non-solo.html

      e dunque non è con frasi come: non possiamo accoglierli tutti, o, per contro, quelle di papa Bergoglio sull'accoglienza (a parole), che non solo non si affronta il problema, ma nemmeno lo si pone nelle giuste basi per una corretta discussione.

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    3. @Olympe: Metti insieme molte emigrazioni diverse, in epoche e per motivazioni diverse; fatto sta che nessuna di quelle che hai citato mi sembra costituita da esuli politici e avere al contempo dimensioni _di massa_. Una formula che invece inserisci ma del cui significato non sembri renderti conto è 'loro malgrado': se io ricevo masse (potenzialmente) snaturanti e destabilizzanti per la mia società, i casi sono due, o meglio tre:
      -li ho voluti perché so di poterli integrare senza troppi problemi;
      -li ho voluti perché poverini, e allora si vede che ho istinti suicidi;
      -non li volevo, e allora non ho 'accolto' nessuno, sono stato invaso o colonizzato.
      Shylock

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    4. @Olympe
      Più che altro qualcuno mi deve ancora spiegare perché se fuggi da un AK47 puntato vabbè, status di rifugiato, se muori di fame sei un 'migrante economico' quindi un clandestino di merda.

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    5. @Stefano, chi muore di fame è troppo impegnato a crepare per partecipare alle aste di scafisti su eBay: infatti la maggior parte dei giovanottoni che sbarca (o meglio: viene prelevata sottocosta in Libia e trasbordata) in Italia sfoggia deltoidi e pettorali che io, occidentale ben pasciuto, mi son sempre sognato, anche quando andavo in palestra tre volte a settimana; chiedi al Dotto' qui presente se sono sintomi di malnutrizione cronica quelli.
      Shylock

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    6. @Shylock
      A parte che i pettorali di tutti i somali ed eritrei che vedo a Milano sono delle dimensioni del mio abduttore del pollice (e ho l'intera comunità sotto casa), il concetto di 'fame' oltre alla denutrizione include anche le possibilità di invecchiare e di avere una famiglia.
      Il valore che lei dà alla vita è altissimo: naturale, quanti dei suoi parenti e/o conoscenti sono morti di stenti, massacrati da degli sconosciuti, ammazzati dallo Stato, morti di dissenteria per aver bevuto acqua infetta o crepati per una banale polmonite?
      Ecco, più il numero dei casi di cui sopra aumenta più il suo concetto di vita assomiglierà alla 'legge della jungla' o 'survival of the fittest' per farla un po' renziana 2.0.

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  2. Grazie shylock, sono convinta che il dalai lama in tutti questi lunghissimi anni abbia fatto il massimo in suo potere per poter ritornare a casa sua

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    1. Oh beh, ma a casa sua ci può tornare quando vuole: il governo locale ne sarebbe ben felice.

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  3. @urzidilblog: hai ragione, per fare esattamente quello che vogliono i governanti cinesi, cosa dire e soprattutto chi incontrare

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    1. Beh, potrebbe sempre immolarsi. Tanto poi si reincarna, no?

      solo che https://www.youtube.com/watch?v=iZpNgSaYWts

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    2. I monaci,giovanissimi che si sono immolati,fanno ben capire l'oppressione a cui sono quotidianamente sottoposti, i tibetani. ( a proposito, ne sono stati uccisi un milione durante l, 'invasione cinese)I momenti che precedono la morte sono importanti, finire la propria vita cosi, come minimo provi infinita tristezza, rabbia. Sono emozioni che non ti aiutano in un momento in cui e'importante osservare le visioni che si presentano dovute alla dissoluzione degli elementi che compongono il corpo. Alla fine di queste visioni si presenta la chiara luce della coscienza. Lo stato del buddha. Quindi la liberazione dalla rinascita che avviene automaticamente se riconosci la chiara luce,
      cioe'l'essenza della coscienza. Anche se' sbagliato definirla essenza. La natura ultima della coscienza e'vuota. Insomma, meglio morire in pace.

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    3. Per questo è meglio se altri muoiono al posto tuo. Lo dice anche il Buddha.

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