martedì 21 giugno 2016

Nascere incendiari e diventare pompieri

Il risultato delle Amministrative? «Di sicuro non dice nulla sugli effetti politici che esso potrà avere», e poi, si sa, «in tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi vanno bene le forze politiche anti-sistema, anti-establishment, con tratti populisti e un forte rifiuto della politica e dei partiti tradizionali» (Il Mattino, 21.6.2016). Così Massimo Adinolfi, filosofo, prova a minimizzare gli effetti della mazzata subìta dal Pd di Matteo Renzi.
Da consulente del governo, è compito che gli è dovuto, ci mancherebbe altro, il lavoro è lavoro, e poi, quando si ha prole, è sacrosanto arrotondare lo stipendio di filosofo, mestiere nel quale, probabilmente non caso, ha sempre eccelso chi non avesse bocche da sfamare. Nessuna obiezione al riguardo, dunque, tanto più che in questo caso è proprio il filosofo a rammentarci che, «più è alta la disoccupazione, in specie giovanile, e più crescono i consensi alle forze di opposizione», dacché possiamo trarre spiegazione del perché chi abbia due occupazioni sia più portato a esprimere il proprio consenso alle forze di governo.
Non guasterebbe, tuttavia, che anche i lettori de Il Mattino sapessero di questo arrotondare, giusto per essere messi in grado di potersi fare una propria idea, volta per volta, editoriale per editoriale, su dove finisca il filosofo e dove cominci il propagandista, neanche tanto per il rispetto dovuto al lettore, perché parliamo pur sempre del lettore de Il Mattino, quanto per quello dovuto alla filosofia.
A mo desempio, si prenda un altro passo di questo editoriale, stavolta concepito in forma di dialogo col direttore del giornale, tanto per darci limpressione che dal rimpallo di tutti quei «perfettamente daccordo con lei, caro professore, ma...» e quei «concordo su tutto, caro direttore, però...» stilli purissima maieutica. A un certo punto, per dar forza alla tesi che la vittoria del M5S sia da spiegare col premio che la plebe assegna a tutto ciò che sappia darsi forma di novità, Massimo Adinolfi cita Giacomo Leopardi: «nel dialogo sulla moda e sulla morte [Leopardi dice] che le due cose vanno insieme, e quello che oggi è di moda domani è già morto».
Sembrerebbe il non plus ultra a esergo di una riflessione sulla caducità delle cose mondane – roba, insomma, da filosofo a tempo pieno – e invece segue una versione appena un po più sofisticata di quella che Matteo Renzi si prepara a rifilare ai suoi, venerdì prossimo, distinguendo tra il nuovo (lui) e il nuovismo (il M5S): «Nessun Paese – dice Massimo Adinolfi – può divorare così rapidamente le sue classi dirigenti». Più elegante di un «nessuno rottami il rottamatore», ma il concetto è quello: se il mondo non riesce proprio a fermarsi dopo essere giunto nel punto dell’orbita che più mi piace, per lo meno rallenti.
La nuova moda, inoltre, pare abbia un difetto di fondo rispetto a quelle precedenti: «Siamo addirittura alle prese con l’idea che le élite, in politica, non ci devono proprio essere (ma chissà se quegli stessi che issano questa bandiera si accorgono che, in tutti gli altri mondi sociali ed economici, le élite ci sono, e come, e durano pure un bel po’)». Con quanto ne consegue per le consulenze, puttana Eva.
Direi che siamo dinanzi alla variante filosofica del «nascere incendiari e diventare pompieri»: panta rei, ok, ma a patto ch’io ci possa sguazzar dentro.

5 commenti:

  1. Secondo me si sbaglia. «in tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi vanno bene le forze politiche anti-sistema, anti-establishment, con tratti populisti e un forte rifiuto della politica e dei partiti tradizionali» e tutti i ragionamenti che ne derivano sono verissimi, e supportati dai fatti. Però, se la logica non mi trae in inganno, questo non è un indicatore della bontà del sistema. Insomma, se arriva uno a dirmi 'il tuo cancro devi curarlo con lo zenzero' è sicuramente un imbecille, però magari in quel momento io mi sto curando con impacchi di sale e prezzemolo.

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  2. Mah..stante ai risultati rimane il dubbio, che in "questo sistema "sia meglio il risotto alla M, oppure la M con il risotto.
    Il sale sulle ferite brucia sempre, mentre il prezzemolo si accompagna ai due piatti caratteristici di cui sopra.
    In tutti i casi io rimango sempre un estimatore di Leopardi, uomo del suo tempo in fondo, come, perbacco, pure tutti noi, solo che ci riesce difficile capire quale sia il nostro mondo.

    caino

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  3. Ah, questo è il Malvino che preferisco!

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  4. Senza dimenticare che l'elite è sempre l'elite (cit)

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  5. w l' elite

    vox populi è per lo più un grugnito ( cit Wilcock )

    alessandro riccio

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