Comincio
a scrivere:
Serracchiani
arriva ad insinuare che Barca sarebbe affetto da una stravagante forma di
mitomania: dietro al rifiuto di entrare nell’esecutivo di Renzi malcelerebbe
l’inconscia, ma forse neanche tanto inconscia, smania di entrarvi, tanto più prepotente
quanto più denegata. Miserevole rivalsa sul severo giudizio che l’economista ha
espresso nel colloquio telefonico col finto Nichi Vendola de La Zanzara, ma
almeno le sue guanciotte hanno un pur lieve accenno al rossore, e l’evidente
imbarazzo nel ferire il piano buonsenso, in buona misura, l’assolve.
Altro
discorso per Adinolfi: con l’insuperabile faccia di corno che è il suo tratto
peculiare, dice che a uscire a pezzi dalla telefonata non è Renzi, ma Barca, che
sarebbe «la sinistra da dimenticare», «una sinistra sostanzialmente vanesia e
velata di ipocrisia, che vede con terrore l’avanzata della giovane leadership e
prova ad esorcizzarla con la maldicenza, condendo il tutto con l’invenzione del
complotto plutocratico teso a minare la virtù del duro e puro».
Niente
a gratis, ovviamente, perché Adinolfi mette sempre all’incasso ogni sua
sfrontatezza, e poco importa se spesso non ne abbia a ricavare quanto era nel calcolo:
difettando di ogni senso del ridicolo, riesce a trovare gratificazione anche dalle
peggiori figure di merda, prontamente rubricate in curriculum vitae al capitolo
delle nobili battaglie cui er monno ’nfame ha negato la vittoria.
È che
di giorno in giorno diventa sempre più difficile che il cerchio magico ormai
consolidatosi attorno al segretario del Pd lo accolga in seno, e allora occorre
che l’offerta dei suoi servigi sia oltremodo generosa, accompagnata dalla
promessa di una fedeltà che in lui non troverebbe alcun intralcio da importuni
scrupoli morali: in pratica Adinolfi si offre pure per i lavoretti sporchi,
basta che in cambio gli si dia almeno
l’opportunità di un provino per la parte di consigliere del Principe...
Mi
fermo un attimo. Mi chiedo: sto scrivendo un post su Adinolfi, il mio lettore
me lo perdonerà? E allora metto da parte il foglio e ne prendo un altro:
L’uomo
di scienza non si sottrae all’attenta osservazione di ciò che causa disgusto anche
al fuggevole sguardo dell’uomo comune, e al moto propulsivo che regola
l’avanzamento delle feci nell’intestino crasso, alla formazione dell’essudato
nell’ozena purulenta, alle variabili delle fratture scomposte che negli
incidenti automobilistici esitano dall’impatto del massiccio faciale contro lo
specchietto retrovisore, agli insetti che accompagnano le fasi della
putrefazione cadaverica, eccetera, riesce a dedicare la stessa premurosa cura
che un maestro d’ikebana pone nell’allestimento d’una composizione floreale.
Tanto mi auguro basti a dar ragione dell’intento meramente scientifico che mi
muove a parlare di Mario Adinolfi, e stia a mo’ d’avvertenza per il lettore
dallo stomaco delicato.
Adinolfi
scodinzolava già da qualche tempo attorno a Renzi, quando all’indomani della
sconfitta che questi riportò nei confronti di Bersani al ballottaggio delle
primarie del 2012 ebbe l’improntitudine di avanzare la pretesa di un ministero
nel caso in cui il centrosinistra avesse vinto le Politiche del 2013. In quota
renziana, ovviamente, e dopo che Renzi aveva già esplicitamente rifiutato di voler
mettere all’incasso il 40% ottenuto contro il 60% di Bersani. Riuscì ad
ottenere solo un «va’ a cagare» da Bersani, per giunta imbarazzando Renzi,
trovandosi così dapprima escluso dalle liste elettorali del Pd e poi anche da
quelle di Monti, presso il quale si era precipitato a scodinzolare, sperando
gli si buttasse un osso. Nisba, e sì che aveva tentato un aggancio perfino col
M5S: ohilà, ragazzi, non è per dire, ma nel 2001 ho messo su una cosetta che si
chiamava Democrazia Diretta, in pratica sto a Grillo come San Giovanni Battista
stava a Gesù. Neanche un «va’ a cagare», qui. Non restava che rassegnarsi, aspettare
tempi migliori, ammazzare il tempo con qualche provocazione omofoba sui social
network, il poker, qualche comparsata in tv…
Mi
fermo ancora e mi chiedo: ma ti ha dato così tanto fastidio quel post su Barca?
Evidentemente, sì. Ma al punto di sentirti in dovere di rammentare chi sia Adinolfi? E qui ho lasciato.