mercoledì 22 febbraio 2017

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«Scoperto sistema solare
con 7 pianeti “fratelli” della Terra»
(ansa.it, 22.2.2017)

 
La massima velocità raggiunta da una navicella spaziale con equipaggio umano a bordo è stata di 39.800 km/h (Apollo 11), ma il mezzo più veloce mai realizzato a tuttoggi è arrivato ai 252.000 km/h (Helios 2). Concesso che un equipaggio umano possa essere imbarcato senza alcun problema su una navicella spaziale che viaggi anche al doppio di questa velocità, in un giorno sarebbe a 12.000.000 km di distanza dalla Terra, e in un anno a 4.380.000.000 km. Quanti anni dovrebbe impiegare per coprire la distanza di 39 anni-luce, e cioè di 368.979.000.000.000 km? 84.241 anni, 8 mesi e 11 giorni. Ce ne vorrebbe il doppio, ovviamente, se non si riuscisse a raddoppiare la velocità della sonda Helios 2. Se poi non fosse possibile far viaggiare un equipaggio umano a una velocità maggiore di quella toccata dallApollo 11, sarebbe necessario poco più di un milione di anni. Ma perché essere pessimisti? Ammettiamo di riuscire a costruire entro domani una navicella spaziale che possa imbarcare un equipaggio umano e farlo viaggiare ad una velocità addirittura quadrupla rispetto al mezzo più veloce fino a oggi realizzato, e cioè a un milione di chilometri allora: quanto tempo impiegherebbe per raggiungere uno dei «pianeti “fratelli” della Terra» che orbitano attorno a Trappist-1? Più di 20.000 anni.
L’altrieri qui si citava il saggio di Adorno sul grande inganno dell’astrologia, oggi ci tocca considerare che pure l’astronomia nutrire può illusioni.

13 commenti:

  1. C'è sempre la "velocità smodata" (cit. Balle spaziali)

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  2. 39 anni luce sono tanti per andarci, ma a portata umana per captare segnali di una eventuale civilta' esistente su quei pianeti.
    (Il progetto SETI e' del 1971 -- non so esattamente come funziona a livello di direzione di "ascolto")

    Lorenzo L.

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  3. In teoria abbiamo quattro miliardi di anni (la vita prevista del Sole) per provare ad andarci. In questo tempo potremmo aumentare sia la velocità sia la durata della vita. Supponendo poi che anche dall'altra parte ci sia vita intelligente, ci si potrebbe mettere d'accordo per un incontro a metà strada (già questo ridurrebbe da 20 mila a 10 mila anni il tempo necessario). Immaginando un'umanità che possa arrivare a vivere (non sopravvivere, ma poprio essere vitale, feconda) fino a mille anni, con una velocità di dieci milioni di chilometri all'ora si potrebbe fare...
    A parte i sogni, ho letto di progetti per sonde senza equipaggio che potrebbero raggiungere velocità prossime a quelle della luce e che potrebbero portarci informazioni dirette su sistemi solari non troppo distanti in una o due generazioni

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  4. L'astronomia in sé è una materia di studio osservativa, tanto che molti non la considerano scienza (non potendosi fare esperimenti mandando stelle o galassie in orbita). Dal canto suo quindi l'astronomia ha fatto solo il proprio lavoro. Le illusioni sono una questione di gusto personale, come accade peraltro per la scienza o la storiografia e quanto altro, quando ci si vuole immaginare un futuro.

    Come qui sopra annotato in un altro commento, questione ben più attuale è quella delle forme di vita complesse: quando facevo elementari e medie, ci raccontavano che la presenza di acqua su un pianeta era coincidenza rarissima e straordinaria e i più escludevano che su Marte ci fosse o addirittura ci fosse mai stata. Per traslazione, era considerato estremamente improbabile che intorno a qualche stella non troppo lontana nella nostra Galassia vi fossero pianeti adatti ad ospitare forme di vita complesse. Questo punto di vista è ormai del tutto stravolto, anche se potrebbe essere che nessuno dei pianeti rocciosi di Trappist-1 abbia un'atmosfera. Molti si accontentano di questo, soprattutto chi si interessa di imprese conoscitive con qualche margine di successo in una o due generazioni (cercare segni diretti o indiretti di altre forme di vita, oppure ottenere comunque un calcolo probabilistico estremamente attendibile circa la risposta al quesito).

    Passando invece a chi fantastica di viaggi interstellari, io non sarei comunque così severo, immaginando anche la derisione che avrebbe subito chi avesse proposto a fine '800 la possibilità teorica di far viaggiare cento persone da Londra (o Parigi) a New York in tre ore e mezza, cosa poi avvenuta in qualche decennio. Troppo alta la resistenza del mezzo (acqua o terra), troppo inverosimile (ammesso anche che si impari a volare) far volare così tanta massa (con quale fonte di energia capace di tanta potenza?) e per di più con vantaggio in velocità massima non così ottimistico.

    Partendo dalla distanza da percorrere, sono note centinaia di stelle più vicine di Trappist-1, con potenziali pianeti interessanti da scoprire, ma certo che l'ordine di grandezza è quello. Possiamo però valutare i limiti teorici: per andare ad un decimo della velocità della luce serve energia in accelerazione e decelerazione pari ad una massa-energia di un centesimo della massa della navicella. Questo ovviamente assumendo efficienza perfetta, che è una chimera, ma anche ammettendo un'efficienza di sfruttamento del 2% basterebbe metà della massa della stazione da utilizzare come "carburante". Al momento non si conoscono sistemi di propulsione utili allo scopo ed anche la potenza per utilizzare questa energia sarebbe un problema da risolvere (non avrebbe senso considerare centinaia di anni di in accelerazione e poi in decelerazione). In più l'impatto della polvere interstellare sarebbe un'incognita. Ci sono poi teorie esotiche, come quella sull'idea di sfruttare in qualche modo l'energia del vuoto quantistico, che certo non ispira neanche me, ma che non potrei escludere del tutto sia l'equivalente del volo rispetto a chi a fine '800 immaginava possibile solo viaggiare per terra o acqua. Volevo solo mettere in evidenza i limiti teorici, visto che al giorno d'oggi le velocità massime raggiunte riguardano solo limiti tecnologici (che beninteso potrebbero non venire superati dal progresso umano, ma che sono intrinsecamente e ontologicamente distinguibili dai limiti dell'astrologia).

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    1. P.S.: a parziale rettifica, in effetti la potenza non sarebbe un problema come lo sono tecnologia e fonte di energia. Una frazione millesimale di accelerazione g tenuta costante in accelerazione e decelerazione durante tutto il viaggio garantirebbe massima efficienza e una microgravità tale da far appena circa raddoppiare il tempo di viaggio rispetto al caso di accelerazione e decelerazione con g e il resto del viaggio inerziale. In ogni caso l'ordine di grandezza del tempo necessario per un viaggio a velocità dell'ordine di grandezza di un decimo della velocità della luce è da dieci a venti volte la distanza da percorrere in anni luce (per intenderci, da circa quaranta a circa ottant'anni per raggiungere Proxima Centauri).

      P.P.S.: per ottenere un tempo di viaggio di pochissime generazioni umane, l'ordine di grandezza dell'aumento necessario alla velocità massima raggiungibile da un mezzo costruito dall'uomo rispetto al valore attuale sarebbe all'incirca e molto grossomodo equivalente a quello che si è avuto col passaggio dai primi treni alle sonde.

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  5. non c'è da stupirsi, la nostra civiltà si fonda su una bufala (poi ce ne sono altre 3 o 4 di secondarie) e cioè che sia possibile una crescita economica illimitata. Tutti sanno che non è vero ma tutti si comportano e ragionano come se fosse vero.

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    1. @ chissacosera
      In realtà non è necessaria una crescita economica illimitata: in passato un secolo scarso è bastato per aumentare la velocità massima raggiungibile da un nostro mezzo di un fattore di alcune migliaia, e di un fattore di poche centinaia per quanto concerne i mezzi con passeggeri (missioni spaziali). Anche il tasso di chilometri pro capite per anno è cresciuto in maniera impressionante, stando ad indicare che la crescita può essere notevole anche in quanto a volume. Secondo me poi il problema è prima tecnologico (direi forse anche scientifico) che economico, anche se c'è forte interconnessione. Ciò non vuol dire che questi viaggi siano effettivamente possibili in un qualunque futuro, ma solo che a mio avviso non ci sono elementi storici e tecnologici per affermare che non saranno mai possibili.

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    2. sono d'accordo. Il mio commento era off topic.

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  6. Prima o poi impareremo a piegare lo spazio-tempo e quindi a muoverci in maniera istantanea. E lì, al termine dell'universo, dove il tempo non esiste più, ci saranno D'Alema e Bersani a scindere partiti e galassie.

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  7. caro Malvino, solo per segnalare che gli anni necessari alla teorica velocità di 504.000 km/h
    sarebbero circa 84.000.000...

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    1. No, perché

      504.000 x 24 x 365 = 4.415.040.000
      e
      368.979.000.000.000 / 4.415.040.000 = 83.573,19

      Quando ho scritto "al doppio di questa velocità (quella della sonda Helios 2, di 252.000 km/h)", ho approssimato a 500.000 km/h, col risultato di poco più di 84.000 anni.

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  8. Si e senza contare che in questo momento nel punto d'origine son già passati 40 anni luce, che corrispondono più o meno a.. TIC TIC TOC "cinque di riporto" TICTIC TOC TIC "eh si.. più o meno siamo lì.." TIC TIC.. TOC "urca.."

    Sarebbe una scortesia arrivare dopo 20.000 anni sul pianeta Cindio e non trovar più nulla, nemmeno la Standa

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  9. sì, il calcolo è corretto, mi scusi e buona domenica...

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