martedì 14 febbraio 2017

Gabbani, il post-Battiato


Due canzoni spiccano fra le venticinque fin qui incise da Francesco Gabbani, e non solo perché hanno riscosso successo di pubblico e favore di critica incomparabilmente maggiori, ma soprattutto perché testi e musiche, che mostrano tra loro marcate analogie, le differenziano notevolmente dalle altre ventitré: parlo di Occidentalis Karma, che laltrieri ha vinto la 67ª edizione del Festival di Sanremo e ieri già infuriava ovunque come tormentone, mentre su Youtube già aveva superato gli otto milioni di click; e di Amen, che lanno scorso si piazzò al primo posto nella sezione Nuove proposte della stessa manifestazione canora, vincendo anche il premio della critica e quello per il miglior testo.
Due canzoni assai orecchiabili e con testi, entrambi a firma di Fabio Ilacqua, che riprendono il modello del patchwork di citazioni alte e basse che fu inaugurato da Franco Battiato nellultimo scorcio degli anni 70 del secolo scorso coi suoi intriganti mix di suggestioni pescate alla rinfusa dal classico e dal pop, dalletno e dalla dance, dal sacro e dal profano, dallaulico e dal prosaico.
Già riconoscibile in Amen, ma espressamente manifesto in Occidentalis Karma, il modello si mantiene ben lontano dagli eccessi in cui Battiato parve compiacersi di cadere per il gusto della provocazione, da sempre una delle peculiari cifre della sua arte: le citazioni sulle quali le note di Gabbani ci invitano a ballare sono chiaramente riconoscibili anche da un pubblico che abbia livello culturale medio-basso, andando in questo modo a rivelare, da un lato, il fine posto nell’operazione artistica e, dall’altro, il genere di ascolto che mira a conseguire.
Dal successo riscosso da Gabbani con queste sue due prove direi si possa trarre un eloquente indicatore del mutamento di gusto che la società italiana ha subìto negli ultimi decenni: continua ad essere rapita dall’epopea della crisi come crinale del divenire umano, ma ora pretende che essa abbia più saldi agganci al milieu in cui può celebrarla.

8 commenti:

  1. Beh, il suo finale è in effetti degno del miglior Battiato.
    Quanto al brano di Gabbani ( che a me non dispiace): per chi viene da un gusto e da un livello culturale bassi, come il sottoscritto, è interessante constatarne la similitudine e la mixabilità con "Run To Me" di Tracy Spencer , non a caso intonata dal Gabbani medesimo sui quarti di Occidentali's Karma al Dopofestival.
    "Entrava" benissimo, come dicevano i dj un tempo.
    https://www.youtube.com/watch?v=HbAH-z1Ue9s

    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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    1. A me, in realtà, sembrava somigliare più a "Vola" di Lorella Cuccarini.

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    2. A lei sembra bene, infatti sui quarti rimasti liberi il Gabbani, al Dopofestival, ci ha impostato pure quella.
      Se con quelle variazioni egli cercava di indurre una seconda ed ancor più tragicomica lettura ( ossia che i ventenni di allora sono i cinquantenni cialtrobuddhisti scimmieschi di oggi, ed in effetti ne conosco parecchi/ie) ciò secondo me gli fa perfino onore.
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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  2. "continua ad essere rapita dall'epopea della crisi come crinale del divenire umano, ma ora pretende che essa abbia più saldi agganci al milieu in cui può celebrarla"

    non sono d'accordo, mi sembra un giudizio troppo indulgente. Direi piuttosto che adesso crede di superare la crisi vestendosi da scimmia e ballando come una scimmia. Ha smesso di cercare un centro di gravità e ha trovato una "soluzione" nella regressione ad un livello di vita animale. Il tribalismo evidentemente non bastava più, bisognava scendere un po' più in basso.

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  3. Citazioni? E citazione sia: "S’il veulent de la merde, en voilà!"

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  4. Dotto', siete il solito inguaribile ottimista: il riferimento a 'La scimmia nuda' di Morris l'avremo colto in quindici, voi e io compresi.
    E' vero che Battiato compiva operazioni altrettanto paracule, ma era e rimane un artista; questo qui l'avranno dimenticato dopodomani (e pure lui dovrà mandarsi un alert per ricordarsi di esistere).

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  5. YAWN quante chiacchiere su Sanremo...ma chi se ne frega di quella gara fra canzoni mediocri e dimenticabili compresa quella in discussione. Chiamano ospiti famosi per fare audience altrimenti non li seguirebbe nessuno.

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  6. Confesso ,non ho sentito la canzone della "vexata quaestio" e non per snobismo intellettuale nei confronti di San Remo.
    C'è di peggio, come i taglia e incolla fatti dalla Raggi .(mi sorprende il Fatto quotidiano ).
    Ma penso che il "tempo " che è come un fiume dove non potrai mai immergerti per due volte nelle stesse acque , ci dirà che fine ha farà lo scimmione.
    Detto ciò , " me pare",che "l'ambiente "sociologico e culturale in cui siamo immersi, sia privo di agganci solidi, per cui lasciamoci trascinare dal fiume, fino all'orizzonte degli eventi, in cui per un osservatore esterno, pare che il tempo si fermi, mentre chi lo vive ,prima di cadere, ha forse il tempo di vedere le proprie gambe staccarsi dal corpo.

    caino

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