venerdì 24 febbraio 2017

Stronzone d’un monsignore

Manca solo il Giuramento di Ippocrate fra i logori arnesi retorici che il fronte clericale ha già tirato fuori dal suo armamentario per riaccendere la polemica antiabortista, stavolta sul bando di concorso che lOspedale «San Camillo» di Roma ha indetto per coprire i due posti necessari a rendere efficiente il servizio di interruzione volontaria di gravidanza precludendone la domanda a chi fosse obiettore di coscienza, ma vedrete che già oggi, sennò domani, al massimo dopodomani, non mancherà il pretino a rammentarci che ancora una volta la classe medica viola il solenne impegno che lo vincolerebbe, fra laltro, alla difesa dellembrione, il che non è vero, perché il testo del giuramento attualmente in vigore è quello redatto e approvato nel 2007 dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, nel quale non compare più il passaggio relativo al divieto di praticare interruzioni di gravidanza («a nessuna donna io darò un medicinale abortivo»), mentre il richiamo alla «difesa della vita» e al «rispetto della persona» lasciano piena liceità a garantire prioritariamente quella della donna, come è nello spirito della legge 194, e tuttavia, vedrete, anche stavolta non si rinuncerà a risfoderare come argomento larrugginito spadone del «medico che viola il Giuramento di Ippocrate», che neppure meriterebbe dessere degnato di attenzione, ma che una volta tanto – una volta per tutte – può farci rispondere: «Stronzone dun monsignore, vuole che per la fedeltà al testo di Ippocrate si giuri pure “per Apollo, Asclepio, Igea e Panacea”?».

Nessun commento:

Posta un commento