«I
dissensi sono più visibili degli accordi come il male è più vistoso del bene.
Ciò non toglie che la vita non sarebbe possibile, se in realtà i consensi non
fossero superiori ai dissensi ed il bene più duraturo, più serio e più
comprensivo del male. Sarebbe perciò desiderabile che gli italiani
acquistassero il gusto di consentire e sperimentassero la gioia del dir sì».
Il
giorno che ammazzarono Aldo Moro tirai un sospiro di sollievo. Povero ingenuo
che ero, pensai che insieme a lui morisse pure un certo modo – tutto italiano –
di far politica. Sbagliavo. Se ne era stato l’artefice, moriva troppo tardi: aveva
già avvelenato i pozzi. In realtà – ci avrei messo una decina d’anni per
capirlo – ne era stato solo la più esemplare espressione: con lui – in lui – quel
modo di far politica trovava solo il più efficace stilema, facendosi proverbiale.
Non ne era stato l’artefice, ma solo l’antonomasia. Fulgida, peraltro, perché
anche la rogna può avere in certe croste qualche aspetto affascinante, e Aldo
Moro ne aveva.
Difficile
parlarne, oggi che è un santino. Fosse ancora vivo, fosse morto in altro modo,
sarebbe più facile, ma la condanna delle Brigate Rosse lo ha reso ingiudicabile,
si può solo venerarlo come martire, e guai a non farlo, si farebbe pessima
figura. Mai come oggi, invece, andrebbe disseppellito e portato alla sbarra
come il maggior responsabile del cancro che divora la politica italiana. Può
darsi, infatti, che la molecola di base fosse già lì, qualcun altro l’abbia
lavorata fino a trasformarla in tossina, ma è con Moro che diventa cancerogena.
È Moro che promuove ad arte il mezzuccio della mediazione ad ogni costo, è lui
che snerva il conflitto in trattativa, è lui che porta il diverso e l’uguale a
quell’equilibrio che li corrompe entrambi. Per il «gusto di consentire», nella «gioia del dir sì».
le stesse parole di gaber, in 'io se fossi dio':
RispondiElimina“
E se al mio Dio che ancora si accalora
gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista
diventa l'unico statista.
Io se fossi Dio
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
di vent'anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio
un Dio incosciente, enormemente saggio
c'avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era.
”