giovedì 14 gennaio 2016

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12 commenti:

  1. Eh.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  2. Ignoranza nel senso di abnegazione e testa bassa. Per me ci può stare

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    1. Ah.
      Stai bene.
      Ghino La Ganga

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    2. Casomai "villania"? Abnegazione a testa bassa non è accezione linguistica riconosciuta. Non penso nemmeno che Malvino non avesse contemplato questa possibile interpretazione, poiché l'effetto finale del video resta grottesco a prescindere da cosa l'aitante giovanotto intendesse dire. Si tratta di una (presunta) conferenza stampa, tenuta evidentemente di fronte a pari: potremmo quasi dire che l'aver voluto avanzare questa accezione da branco -in pubblico- sia un'aggravante, un voler del tutto sdoganare l'ignoranza propriamente intesa a favore di una positiva e florida predisposizione verso qualcosa. "Io sono un ignorante" è una bellissima o coraggiosa dichiarazione di intenti e non ci dobbiamo nemmeno azzardare ad ipotizzare che si tratti di ormai desueta crassa ignoranza, o che la crassa ignoranza sia cosa di cui non andar fierissimi. Et voilà, c'è ignoranza nell'aria e perciò siamo di fronte a qualcuno che ha un dono che molti di noi non hanno. La prossima volta che dovessimo dare dell'ignorante ad uno sportivo saremmo fottuti.

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  3. se posso permettermi, non so se valga per il caso in questione ma c'e' tutta un'ermeneutica sulla'"ignoranza" nello sport, di cui l'esempio piu' famoso e' quello dei "tiri ignoranti" di Gianluca Basile, cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Gianluca_Basile , cifra dei quali e' la temporanea sospensione del giudizio sui valori attesi da certi tiri che, inseriti in certe logiche di efficienza offensiva, tutto sarebbero meno che buone scelte. Per cui nel migliore dei casi il giocatore intendeva dire che in serie B uno non puo' aspettarsi sempre di giocare pulito (...) e a volte e' il caso di fare scelte che al momento rendono perplessi staff e compagni ma che alla fine sono quelle piu' efficaci.

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    1. Non conoscevo il tiro ignroante. Divertente. Però qui secondo me siamo di fronte ad un'apprezzabile fantasia nell'usare licenze linguistiche: in fondo si pretende di dover sospendere la conoscenza delle regole del buon gioco per un istante. Un tiro che sarebbe tentato da un novello della specialità sportiva in questione. Non so se il nostro calciatore intendesse suggerire questo.

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  4. Non so nelle terre d'origine del giovine, ma a Roma "ignorante" ha conosciuto, nel vernacolo coatto, che è una sottospecie del romanesco, un interessante slittamento semantico, passando dal significato originale al più generico "greve, rozzo" (in modo simile a quanto accaduto in Toscana, dove "sei ignorante" equivale a "sei un maleducato, un villanzone") e, da lì, a grossolano, pesante, il che ha sempre una connotazione negativa, anche se più lieve e talora bonaria. Da qui si è ulteriormente scivolati verso "genuino, appassionato" o, come si direbbe a Roma, "de core". Tanto che la pubblicità di un ristorante capitolino celebra le "fettuccine 'gnoranti" e viene persino regalata, come gadget del locale, la maglietta con la scritta "so 'gnorante".
    Con ciò la vox populi afferma l'orgoglio di esser plebe, e diviene virtù essere assimilabili a un pasto poco digeribile.

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    1. Sono d'accordo e ne ero consapevole, ma l'effetto grottesco del finale a mio avviso resta (anche perché è assente qualunque tentativo di precisazione semantica). Mi viene il sospetto che ignoranza e ignoranza siano un tutt'uno. Se io che sono appena un po' più erudito del giovane giocassi a calcio, secondo quest'ultimo sarei in grado di metterci ignoranza? Non ne sarei certo.

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  5. Non so, a me resta il dubbio che Malvino intendesse usare il frammento video per riferirsi ad altro.
    Probabilmente sbaglio, però.
    State bene.
    Ghino La Ganga

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    1. Per esempio ad una metafora di governo?

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    2. Per esempio l'ultimo annuario statistico Istat?
      Stai bene.
      Ghino La Ganga

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  6. A prescindere da cosa intendesse Malvino, è ormai evidente che il termine "ignoranza" così come inteso nel dialetto di Roma da almeno tre decenni - cioè in quanto sinonimo di violento o selvaggio, incivile, brutale, pesante, rozzo ecc - ha ormai assunto un carattere nazionale.

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