lunedì 18 gennaio 2016

Tanti saluti

Il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, no, per carità di Dio. Però neppure qualcosa che somigli troppo a un matrimonio, chessò, si parli di formazione sociale specifica, in modo che lo specifico sottolinei la diversità. E ovviamente no alladozione di un bambino, neppure se è figlio di uno dei due: ladozione renderebbe troppo genitore anche quello che non lo è, meglio qualcosa tipo un affido rafforzato, ma, mi raccomando, senza rafforzarlo troppo...
Ecco, quando non è un no secco al riconoscimento giuridico dellunione di due gay o di due lesbiche, questo è pressappoco quanto si è disposti a conceder loro in questo paese di merda, e per giunta a fatica: briciole di diritto. Poi, se e quanto saranno concesse, saremo costretti pure a considerarla una rivoluzione culturale, perché a dire che è poco cè il rischio di sembrare degli oltranzisti.
Di più non si poteva – verrà a spiegarci quel brachicefalo di uno Scalfarotto nei tg della sera – e poi si tratta comunque di una grande conquista. In fondo mica siamo lInghilterra. E nemmeno la Spagna, nemmeno lArgentina, nemmeno lUruguay. Un po meglio della Bielorussia e dellArabia Saudita, però, sì. E mica è poco, via, gonfiamoci dorgoglio. Con moderazione, però, sennò chi voleva che tutto rimanesse uguale a prima può irritarsi e cè il pericolo che si creino lacerazioni.
Prendiamola con ironia, su, tanto siamo etero e può fregarcene solo fino a un certo punto, sai a quanto può servire star lì ad argomentare che, no, la Corte costituzionale non ha posto alcun divieto al matrimonio gay. Ciascuno lotta con le forze che ha, ed è evidente che la fantomatica lobby gay ne aveva meno di quella dei tassisti: non meritava di più, non stessero a romperci i coglioni. Altro che pubblicare i nomi dei cattodem contrari alla Cirinnà, avrebbero potuto almeno romperne le ossa a due o tre, ma, si sa, son cose incivili. E allora è giusto che vada così. Tanti saluti.

8 commenti:

  1. Col tuo permesso, caro Malvino, vorrei linkare su Facebook.
    (Ad ogni modo, ben tornato: c'è un pubblico silenzioso che ha molto sentito la tua mancanza.)

    Maleficarum

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  2. Volendo fare il vero cagacazzi, poi: in quanti miliardi di cavilli burocratici ci si va a infilare facendo queste "unioni specifiche"? Essendoci già un intero sistema di leggi e regolamenti impernato sul matrimonio.

    "No, non puoi scaricare le spese mediche del compagno dalla dichiarazione, perché la legge è solo per i matrimoni" "No, non puoi scrivere una giustificazione al figlio, perché si richiede la patria potestà" "No, non puoi aprire un conto famiglia cointestato, si richiede il matrimonio" "No, dovete pagare due volte il canone RAI sulle due case, non potete pagarlo una sola volta perché non siete un nucleo famigliare"

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  3. ...e non siamo nemmeno Irlanda(*): dove con un referendum i cittadini hanno deciso che si', volevano il matrimonio uguale per tutti. (e dopo un paio di mesi e' stata approvata una legge per il riconoscimento dei diritti dei transgender).

    Lorenzo L.
    (sono contento che sei tornato)

    (*) dove comunque l'aborto e' e resta vietato, nessuno e' perfetto.

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    1. Io non ho esultato granchè per quel referendum. L'esito è stato ok, ma il metodo proprio no. Insomma, se nel 1965 si fosse votato nel Mississippi per ristabilire la segregazione razziale i sì avrebbero stravinto.

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    2. La segregazione c'era gia', gli elettori l'hanno eliminata. Vedila come vuoi, io ho esultato.

      Lorenzo L.

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    3. Non ho esultato perchè lasciare che sia la maggioranza a deliberare sui diritti fondamentali per una minoranza non è proprio il massimo. I gay stavano tanto simpatici agli irlandesi evidentemente, fossero stati rom li avrebbero annegati nella Guinness.
      Preferisco che i diritti siano parificati dalla Costituzione, perchè in democrazia le regole sono più forti anche del popolo.

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  4. http://maurosuttora.blogspot.it/2010/09/cinque-genitori-per-una-figlia.html

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  5. Dopo l'ultimo emendamento partorito dalle teste del PD direi che ci stiamo più avvicinando all'Arabia Saudita che ad altro.

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