Sul piano formale, sì, quello che Napolitano ha tenuto questo pomeriggio al Parlamento è stato davvero un discorso ineccepibile. Sostanzialmente, invece, è stato un parlar da ipocrita di gran classe a ipocriti da quattro soldi. L’ineccepibilità formale c’è stata nel magistrale uso dello strumento retorico col quale il suo drammatico allarme alla casta di cui è autorevole membro si è trasformato in un nobile appello al paese: è sembrato gorgheggiasse «stringiamci a coorte, Italia chiamò», ma in pratica ha detto «ok, teste di cazzo, vi salvo il culo, ma ora collaborate, ché non potrò salvarvelo più». Riuscirci non era facile, ma c’è riuscito. Non ha sbagliato una parola: era un discorso in difesa della casta ed è sembrato il severo monito del Padre della Patria.
Questo non vuol dire che chi oggi si è spellato le mani ad applaudirlo abbia capito. Era l’applauso di chi per ora tira un sospiro di sollievo, ma non è detto affatto che il rilegittimarsi al riparo di una große Koalition farà venir meno i loro vizi di sempre. Ormai li hanno nella carne. Li innervano. Napolitano li ha stigmatizzati come causa del malcontento che genera protesta contro il sistema. Perché il sistema regga – ha messo in guardia – sappiate moderarli, dissimularli nella cura del bene comune. Non siate come apparite – ha detto – o almeno procuratevi di non apparire come siete.
Ha rinnovato, insomma, la raccomandazione di Paolo ai Galati: «Se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri» (Gal 5, 15), ma in modo obliquo: «Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell’idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche». Far parte dell’élite dei rappresentanti implica un interesse comune che i gruppi avversi sono tenuti a salvaguardare da ogni minaccia posta dai rappresentati: l’unica democrazia possibile è un’oligarchia ben organizzata, salvarvi il culo a vicenda ne torna a presidio.
A me sembra infatti che Napolitamon II abbia accettato anche per un senso di vanità.
RispondiEliminaSe avesse voluto realmente il cambiamento o almeno l'estrema manifestazione dell'inettitudine dei sui consimili, avrebbe rifiutato l'incarico lasciandoli nelle peste.
E invece, facìte ammoina.
Post magistrale. Davvero.
RispondiEliminaE' la migliore analisi letta da ieri.
RispondiEliminaComplimenti, sempre utile passa di qui.
Stia bene.
Ghino la Ganga
Concordo: la migliore analisi letta (e ascoltata) di questi giorni.
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