Un
quarto dei feti anencefali muore in utero o nel venire alla luce, altri due quarti
muoiono entro le prime 6-24 ore dopo il parto e non si ha notizia, dalla notte
dei tempi a oggi, di un anencefalo che sia vissuto più di una settimana.
Parliamo di una malformazione data dall’assenza di gran parte della massa
cerebrale, spesso perfino dei nuclei della base, talvolta addirittura del
mesencefalo e del bulbo spinale, condizioni che realizzano, pur nella enorme differenza del substrato organico, un quadro clinico analogo, ma assai
più grave, a quello che si osserva nella cosiddetta morte cerebrale, che da
almeno una dozzina d’anni la Chiesa cattolica si è persuasa ad equiparare alla morte
di fatto.
Ce n’è abbastanza per affermare che l’interruzione di gravidanza non è omicidio quando il feto è
anencefalo? Anche recependo integralmente la logica sulla quale regge la
dottrina cattolica, dove sarebbero gli estremi per poter parlare di persona, o
di coscienza, nel caso di un feto anencefalo? È pur vero che, in caso di
conflitto tra la vita della gravida e quella del feto, la morale cristiana fa fermo divieto di ogni discriminazione di valore, e tuttavia un’eccezione
è contemplata proprio quando non vi sia alcuna possibilità di salvare la vita del
feto e il protrarsi della gravidanza metta in serio pericolo la vita
della gravida. Proprio come nel caso della gravidanza di Beatriz.
Bene, non le
hanno concesso di abortire. Hanno deciso di farle un taglio cesareo a 25
settimane, che nella stragrande maggioranza dei casi porta alla morte del feto
estratto prematuramente, anche quando non sia malformato, anche quando la gravida goda di ottima salute. In pratica, si è
trattato dell’aborto di un feto che non avrebbe avuto alcuna speranza di
sopravvivere, anche se fosse venuto alla luce al termine della gravidanza, ma a
questo aborto si doveva dare la parvenza di un parto, per salvare il mero
involucro formale della morale cattolica e forse, chissà, visto che il caso
aveva già sollevato un bel polverone, per non trovarsi il cadavere di Beatriz sul
groppone. È che aveva chiesto di poter abortire, non poteva tornare buona come santa.
Proprio oggi leggevo sull'edizione statunitense dello Huffinghton Post che l'integralismo religioso potrebbe possedere tutte le caratteristiche di una malattia mentale che puo' arrecare danni al se e a gli altri. Il peggio accade quando questi malati mentali si fanno addirittura legislatori.
RispondiEliminaCaro Malvino, sull'anencefalia la disinformazione cattolista si porta avanti col lavoro da un bel po'. Prenda come esempio questo sito multilingue http://www.anencephalie-info.org/ apparentemente di neutrale e onesta informazione medica.
RispondiEliminaCito dalla sezione italiana:
- Sui preparativi dell'imminente funerale, "Preparare il funerale di vostro figlio non significa mancare di fede in Dio. Tutti questi preparativi potranno essere dimenticati in un secondo, qualora Dio operasse un miracolo e il vostro bambino nascesse sano."
- Sull'opportunità di donare gli organi, " Un bambino anencefalo può donare i propri organi? Fondamentalmente sì. Si pongono tuttavia problemi di rilevanza tanto etica quanto pratica.
I trapianti su neonati sono solo agli inizi; i risultati a medio termine incerti, a lungo termine non noti."
- Le 3 (tre) testimonianze, tutte pervase di fervore cristiano.
"Parliamo di una malformazione data dall’assenza di gran parte della massa cerebrale, spesso perfino dei nuclei della base, talvolta addirittura del mesencefalo e del bulbo spinale"
RispondiEliminaLei trascura il fatto che, se per pura casualità la cosa dovesse sopravvivere in quelle condizioni, Santa Madre Chiesa avrebbe finalmente trovato il "credente perfetto".
E noi, poveri disgraziati, siamo infestati da moralisti cattolici, apparentemente hanno massa cerebrale ma il plagio infantile li ha condizionati in modo irreversibile.
RispondiEliminaGli adulti non dovrebbero credere alle favole. Quando lo fanno, va sempre a finire male.
RispondiEliminaComunque le religioni sono essenzialmente un problema di muscoli: se ad un bambino riveli che la favola che gli piace tanto è un'invenzione, quello al massimo piange, strilla e fa un po' di capricci. Se fai lo stesso con un adulto, quello mena. E quando sono in tanti non si limitano a menare ma passano alle persecuzioni, ai roghi eccetera.
La cosiddetta morale cristiana discrimina eccome fra vita della madre e vita del feto:per la non morale cristiana, solo la vita non cosciente va difesa a tutti costi. Rivoltante,
RispondiElimina