Sulla
questione «voto palese o voto segreto» risparmiamoci l’excursus storico dalla
Grecia antica ai nostri giorni, e limitiamoci a considerare che, oggi, a lamentare
la decisione di ricorrere al voto palese lì dove era pratica corrente quello
segreto, decisione presa a maggioranza semplice dalla Giunta per il Regolamento
di Palazzo Madama, sono proprio quelli che, ieri, lamentavano l’intoccabilità
della Costituzione, chiedendone modifiche col voto a maggioranza semplice: gli
articoli della Costituzione non sono mica le Tavole della Legge, dicevano ieri,
e oggi, a sentirli, sembra che a portare giù dal Sinai il Regolamento del
Senato sia stato Mosè in persona. Non è la prima volta che i servi di Silvio Berlusconi mostrano
tenuta malferma su questioni di principio, e di certo non sarà l’ultima, ma è
che di principi ne hanno uno solo, la fedeltà al padrone. La questione di merito, in casi come questi, si riduce a
questione di metodo, e questa non può che risolversi nella presa d’atto dell’esito di un
voto. Prosaicamente: l’hanno preso in culo e devono farsene una ragione.
Concordo. Rimane però il fatto che questa decisione della giunta sia comunque vergognosa.
RispondiElimina6iorgio
La vera vergogna, anzi una delle tante, è stata accettare la storiella della nipote di Mubarak.
EliminaNon credo che abbiano un solo principio; hanno molti principi altamente negoziabili.
RispondiEliminaSaluti,
m
Sono servi, non se ne faranno mai una ragione. Prosaicamente magari ne trovano anche piacere.
RispondiEliminavedrete che se saranno attaccati per il voto espresso diranno che hanno sbagliato pulsante, o che un complotto sordido ha manomesso i fili, o che è stata la mano di dio a posarsi sul pulsante (giusto o sbagliato) o che ne so, l'apparizione di un alieno ha offuscato per un momento il neurone del voto...etc etc...
RispondiEliminaCazzo Luigi, concordo.. ma anche oggi qualcosa cigola. Vedi caso Cancellieri.
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