giovedì 31 ottobre 2013

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Sulla questione «voto palese o voto segreto» risparmiamoci l’excursus storico dalla Grecia antica ai nostri giorni, e limitiamoci a considerare che, oggi, a lamentare la decisione di ricorrere al voto palese lì dove era pratica corrente quello segreto, decisione presa a maggioranza semplice dalla Giunta per il Regolamento di Palazzo Madama, sono proprio quelli che, ieri, lamentavano l’intoccabilità della Costituzione, chiedendone modifiche col voto a maggioranza semplice: gli articoli della Costituzione non sono mica le Tavole della Legge, dicevano ieri, e oggi, a sentirli, sembra che a portare giù dal Sinai il Regolamento del Senato sia stato Mosè in persona. Non è la prima volta che i servi di Silvio Berlusconi mostrano tenuta malferma su questioni di principio, e di certo non sarà l’ultima, ma è che di principi ne hanno uno solo, la fedeltà al padrone. La questione di merito, in casi come questi, si riduce a questione di metodo, e questa non può che risolversi nella presa d’atto dell’esito di un voto. Prosaicamente: l’hanno preso in culo e devono farsene una ragione. 

6 commenti:

  1. Concordo. Rimane però il fatto che questa decisione della giunta sia comunque vergognosa.

    6iorgio

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    1. La vera vergogna, anzi una delle tante, è stata accettare la storiella della nipote di Mubarak.

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  2. Non credo che abbiano un solo principio; hanno molti principi altamente negoziabili.

    Saluti,
    m

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  3. Sono servi, non se ne faranno mai una ragione. Prosaicamente magari ne trovano anche piacere.

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  4. vedrete che se saranno attaccati per il voto espresso diranno che hanno sbagliato pulsante, o che un complotto sordido ha manomesso i fili, o che è stata la mano di dio a posarsi sul pulsante (giusto o sbagliato) o che ne so, l'apparizione di un alieno ha offuscato per un momento il neurone del voto...etc etc...

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  5. Cazzo Luigi, concordo.. ma anche oggi qualcosa cigola. Vedi caso Cancellieri.

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