lunedì 19 gennaio 2015

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Molta più gente fuori il Pirellone, a contestare, che dentro, al convegno di omofobi già ampiamente pubblicizzato, le scorse settimane, da altre contestazioni. Legittimo contestare queste merdacce, ma contestandole si fa loro il gran favore di enfatizzarne la visibilità, per giunta consentendo possano assumere posa da vittime. Comprendo quanto sia difficile non reagire a un certo tipo di provocazioni, ma farlo è proprio quanto nel calcolo di queste insopportabili facce da schiaffi. L’arma davvero micidiale è ignorarle del tutto, ma se si è miti, e ci si accontenta di infliggere loro qualche ferita, può bastare il coro: «Sce-mi! Sce-mi!». Senza rabbia, però, con un sorriso largo. Niente di più che «Sce-mi! Sce-mi!», e si vaporizzano in pochi mesi.

3 commenti:

  1. Non posso essere d'accordo. L'assunto qui mi pare che l'omofobia in Italia sia un'eccezione o avviata alla sconfitta. Gli omofobi in Italia hanno vinto e ora vogliono stravincere. Ignorare l'omofobia è quello che ci ha portati qui. Sorridere sarà facile per gli eterosessuali, non così per chi è gay in un paese in cui di omofobia si muore.

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    1. Senza dubbio, ma «Sce-mi! Sce-mi!» è più efficace.

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    2. Per il momento s'è sentito solo 'culattone'. Termine tra l'altro in disuso dagli anni '80 credo, anche questo è un indicatore.

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