lunedì 26 settembre 2016

Jihad as Maladjustment to Modernity

Qui sotto propongo un brano tratto da Jihad as Maladjustment to Modernity (in Italia: Radicalizzarsi – Ed. Abbecedario, 2016) di Amin Madani, che insegna Storia contemporanea alla Queen’s University di Kingston, nell’Ontario (Canada), ma a scanso di equivoci ritengo necessario far presente, come l’autore tiene a precisare della Avvertenza in avantesto (pag. 5), che l’uso del termine «jihadista» qui «non rimanda con rigore di attinenza concettuale alljihad così come illustrato dalle diverse scuole di dottrina coranica, ma fa riferimento a quell’eterogeneo insieme di individui che in comune ha solo il dichiararsi tale [...] come sempre più spesso accade dopo un processo che non è di radicalizzazione dell’Islam, ma di islamizzazione del radicalismo” (Oliver Roy)». Buona lettura.



Ci siete cascati? Voglio dire: filava liscia come descrizione del disadattato che diventa jihadista? E allora diciamo pure che Amin Madani non esiste e che la pagina qui sopra riprodotta è tratta da Alla ricerca della Gnosi di Henri-Charles Puech (Adelphi, 1985), ma lho modificata: dove c’era «lo gnostico» ho messo «il jihadista», lasciando intatto tutto il resto.
L’espediente aveva il fine di offrire un parallelo tra il disagio esistenziale che percorse il mondo a cavallo tra il III e il IV secolo e quello lo percorre oggi, per evidenziare il ruolo che può assumere la religione – ieri il cristianesimo, oggi l’islam – nel darsi come soluzione a unepoca che con i suoi troppo rapidi e drastici mutamenti genera angoscia in tanti.
L’idea di un post concepito in questo modo mi è stata suggerita da un articolo a firma di Franco Focherini su un vecchio numero di MondOperaio (4-5/2002) dal titolo Disagio di vivere, risveglio della gnosi e terrorismo (pagg. 89-94).


12 commenti:

  1. Ci sono cascato.
    A margine... anzi: nel margine, ti faccio i complimenti per il lavoro di cesello degno di un tipografo della Tallone editore.

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  2. Onestamente non mi "suonava" bene ma a dire il vero non ci sta bene nemmeno "lo gnostico".


    6iorgio

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  3. Bravo Malvino. Ma non c'era però alcuna necessità di tornare ad epoche della cristianità così lontane, per ricordarci che è esistita/esiste anche una "radicalizzazione del cristianesimo", ovvero una "cristianizzazione del radicalismo", oltre alla "radicalizzazione dell’Islam", ovvero "l'islamizzazione del radicalismo”.
    Gigi.

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    1. Dove l'ha vista, questa intenzione? Il post aveva tutt'altro fine, peraltro dichiarato nel penultimo capoverso: un parallelo storico tra il mondo a cavallo tra II e III millennio e quello a cavallo di III e IV secolo, per analogia di risposta al disagio che provocano troppo rapidi e drastici mutamenti. Non un parallelo tra cristianesimo ed islam, dunque, ma un contributo ulteriore, laddove ce ne fosse bisogno, a ribadire la natura sovrastrutturale delle religioni. Cambiano i rapporti di forza, e chi si sente perdente reagisce come può: lo gnostico, allora, e il jihadista, oggi, incarnano una reazione distruttiva ed autodistruttiva come negazione di un mondo che sentono negare - e che in realtà nega davvero - quella che essi ritengono essere la loro più genuina essenza. In quanto al suo commento, suggerirei una virgola tra "Bravo" e "Malvino", i congiuntivi "sia esistita/esista" al posto dei rispettivi indicativi.

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  4. Mah..ad eccezione delle due congiunzioni avversative che disturbano non poco, per il resto mi sembra che il post di @Gigi possa andar bene anche così com'è.
    Forse non ho inteso bene io, ma se l'esistenza di qualcosa è concepita come reale, e non ipotetica (e mi sembra che così la intenda @Gigi) è giusto l'indicativo.

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    1. Ieri, per la verità, avevo già risposto al Dottore (obiettando anche più di quanto mi riconosce lei), il quale però non ha ritenuto di publicare la mia replica. Del che non riesco assolutamente a trovare la benché minima ragione.
      Gigi.

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    2. Non trovo alcun commento a sua firma fra quelli in moderazione, ma, se la questione è quella di cui parla Annamaria, ritengo che, in assoluto, "ricordare" possa ben reggere l'indicativo, ma che, per il senso che il verbo assume nel contesto del suo commento, prenda il significato di "richiamare a" un dato tutt'altro che assodato (si tratta pur sempre di una tesi, per se stessa opinabile), equivalendo a un "ricordare quanto", a un "ricordare come", dove il congiuntivo mi pare cada meglio. D'altronde le dicevo "suggerirei". Saluti.

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    3. Non mi piacciono le polemiche, tanto meno intendo farne una con lei, di cui ho e manterrei comunque un'ottima stima. Oltretutto ciò di cui parliamo è cosa di ben poco respiro.
      Osservo solo cuna cosa. Lei dice: "... ritengo che, in assoluto, 'ricordare' possa ben reggere l'indicativo, ma che ...". Ora, lei dice di non veder alcun commento in moderazione, ma il fatto che 'ricordare che' regga solo l'indicativo e non il congiuntivo (in qualsiasi senso lo si intenda) corrisponde letteralmente alla contestazione che le avevo fatto nel commento che non le risulta. Motivo per il quale questa sua ultima replica mi appare ben strana coincidenza.
      A parte questo, però, le do atto di saper ammettere con lealtà ed eleganza, da par suo insomma e anche se solo in parte, le ragioni degli altri.
      Proprio per questo e poiché so già di mio di essere piuttosto ignorante, per il futuro la pregherei allora di voler usare un grammo di indulgenza in più nei confronti dei miei commenti, riservando le correzioni più alla loro sostanza (quando essa in qualche modo emergesse) che alla loro forma.

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    4. Ho ricontrollato: nella pagina dei commenti in moderazione dell'editor di blogspot e nella mia email (sia nella cartella dello spam, sia nel cestino, nell'eventualità di avervi distrattamente messo il suo commento) e non ne ho trovato traccia. In quanto alla mia risposta in questo thread, e a quella certa qual attinenza che trova tra le mie precisazioni sulla questione indicativo/congiuntivo relativamente al verbo "ricordare" e quanto lei mi avrebbe espresso nel commento sulla cui scomparsa lei dice di non voler far polemica, non so darle conto della "strana coincidenza". Intende dire che in quel commento vi era quanto afferma Annamaria? Non vi sarebbe alcuna "strana coincidenza": Annamaria afferma che "ricordare" può ben reggere l'indicativo, e io l'ho concesso, per far notare che, nel contesto in cui lei lo ha usato, il verbo si caricava di significato altro rispetto a quello letterale. Nel commento di cui non trovo traccia lei mi obiettava che il congiuntivo fosse necessario (o preferibile) proprio in tal caso? Bene, non ho difficoltà a riconoscere in questi estremi il senso della correzione che le suggerivo, aggiungendo un consiglio: si astenga da atteggiamenti vittimistico-aggressivi, le guastano la grazia dei modi cui evidentemente aspira. A questo punto, però, resta inevasa la questione della "sostanza" del suo primo commento, al quale mi pare di aver dato risposta, e con animo più che indulgente. Mi faccia sapere se non la convince. Molto, molto cordialmente.

      P.S. Non crede che sarebbe carino commentare usando nome e cognome?

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    5. Per Malvino.
      Mi scusi ma nei miei commenti non c'era alcun secondo senso. Abbia la bontà di fidarsi e prenda ciò che scrivo per quel che appare. In effetti, non capisco quand'è che avrei assunto "atteggiamenti vittimistico-aggressivi", anzi non riesco minimamente a configurarmi una simile postura mentale. Se sono convinto di una cosa la sostengo schiettamente, senza ombra di complessi, tanto meno aspirando artatamente ad alcuna "grazia nei modi". In ogni caso mi scusi, Dottore, ma, a proposito di consigli e apprezzamenti personai, a me pare che lei me ne rivolga un tantino di troppo. E questo non è esattamente ciò che vado cercando commentando i suoi egregi post.
      Nel merito e senza ombra di ironia aggiungo semplicemente che mi pareva sorprendente il fatto che lei mi scrivesse che "ricordare" in effetti regge ordinariamente l'indicativo, quando questo era esattamente ciò che le avevo obiettato nel commento andato perduto. Ha presente Aldo, Giovanni e Giacomo? Rummenigge è unico al mondo! - No, ma che dice!? Rummenigge è il migliore al mondo!
      Tutto qui.
      Con sincera cordialità.
      Gigi, o Luigi Raniero, per servirla.

      Per Annamaria.
      Avevo dimenticato di ricordarle che "ovvero" può avere valore sia avversativo (la mia mano può essere ferro ovvero piuma) che digiuntivo, nel senso di "o", "cioè" (Diego della Vega, ovvero Zorro), come appunto nel caso che del mio primo commento, in cui pertanto "ovvero" può tranquillamente rimanere.
      La saluto.
      Gigi.

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  5. @Gigi
    Io facevo riferimento alle congiunzioni 'ma' 'però'("Ma non c'era però alcuna necessità...").
    Ricambio i saluti.

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    1. Se permette, e con tutto il rispetto, questa obiezione mi pare ancor meno pertinente della prima.
      Gigi.

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