A
dar retta ai sondaggi, è assai probabile che il M5S arrivi alle
Europee con poco più della metà dei voti presi alle Politiche,
mentre non è irrealistico che la Lega possa arrivarci prendendone
anche più del doppio. Da destra e da sinistra, tuttavia, la polemica
di chi è ostile al governo giallo-verde continua ad essere assai più
dura verso i gialli che
verso i verdi, anzi, direi
che verso il M5S sia diventata sempre più aggressiva man mano che i
sondaggi registravano, senza peraltro alcun significativo cenno
d’inversione di tendenza, un progressivo calo dei consensi in suo
favore, dall’oltre il 32% dello scorso 4 marzo all’odierno 23%,
mentre verso la Lega, che nel frattempo da poco più del 17% volava
al 36%, ha continuato ad essere la polemica di sempre, pigra e
ripetitiva, logora degli automatismi verbali dell’atto dovuto.
Non
è tutto: mentre la polemica verso il M5S non si faceva scrupolo di
consumarsi quasi tutta in disprezzo, quella verso la Lega malcelava
l’ammirazione che il figlio di puttana ordinario riserva al figlio
di puttana straordinario. È parso, così, che le opposizioni, e
soprattutto a quelle di sinistra (qualunque cosa voglia dire «di
sinistra»,
oggi, in Italia), tutte ça
va sans dire iperdemocratiche
e superantifasciste, sentissero più urgente segnalare al popolo bue
quanto i grillini fossero zotici e ignoranti, fessi e presuntuosi,
tonti e incompetenti, che analizzare le ragioni per le quali avevano
perso consensi per lasciare il governo del paese a una destra di
massa, da sempre maggioranza silenziosa, ma già da qualche tempo
assai meno, senza più alcun timore né pudore nell’esibire le
mille viltà e le mille crudeltà che fanno il dna del piccolo
borghese, per arrivare addirittura ad esser fiera di sfoggiarle come
virtù civili per accessoriare il vintage
di Dio, Patria e Famiglia: prestigiosi editorialisti, brillanti
corsivisti, fighissime blogstar, geniali vignettari, sensibilissimi
poeti, sussiegosissimi scrittori, impegnatissimi registi – tutti
partigiani in servizio attivo permanente, Iddio non faccia mai
mancare loro la generosa abnegazione e il rimborso spese – hanno
trovato di gran lunga più utile alla patria sbertucciare Toninelli
che chiedersi che cazzo stesse succedendo, e perché.
[Sarà
scontato, ma forse qui è opportuno precisare che tanto vale per ciò
che vedo dalla mia finestra, e solo quando mi ci affaccio,
premettendo che in ogni caso non sto al centro del Panopticon: leggo
il Corriere
della Sera,
la
Repubblica,
Il
Foglio,
il
Giornale,
guardo La7,
quindi la Gruber, la Merlino, l’allegro carrozzone di Propaganda
live,
e poi Piazza
Pulita,
Di
Martedì,
il tg di Mentana, di tanto in tanto passo a Raitre,
per Carta
Bianca
o Lineanotte,
e poi c’è Twitter,
quello che resta della blogosfera, in ogni caso devo ammettere che
tutto questo mi prende assai meno del passato, e leggo, guardo,
ascolto, ma molto più distratto, molto più indifferente, e
soprattutto sempre meno motivato a venir qui a commentare quel che mi
ha fatto incazzare, perché comunque mi incazzo, ma dura poco, mi
bastano due minuti per spegnere l’indignazione per una prova di
ipocrisia o di malafede, di sfacciata disonestà intellettuale o di
argomentazione a cazzo di cane, in una semidivina misericordia che
perdona sentenziando: «Idiota
o farabutto, non meriti neppure tre righe».
Diciamo
che ridiventare padre in tarda età mi ha strappato al gorgo della
passione civile: leggo ogni tanto le passate annate di Malvino
e mi stupisco del gusto che mi dava vorticarci dentro. Gramsci ogni
tanto inarca il sopracciglio e mi fa: «Odio
gli indifferenti» (La
città futura,
1917) e io: «Anto’,
fa caldo» (spot
Nestea,
2001).
Ma
come sono arrivato qua? Ah, sì, ero partito dal concedere che sarà
impressione errata per attenzione parziale e incostante, ma a me pare
strano, molto strano... Un attimo, però, che qui possiamo chiudere
le parentesi.]
Non
sarebbe naturale avere più paura di Salvini che di Di Maio?
Prendendo per buone le opinioni che sui due tipacci circolano ai
tavolini dei bar dove si sorseggiano gli aperitivi più democratici e
antifascisti, d’un lato abbiamo l’insuperabile marpione pop che
riesce a rendere appetibile razzismo e nazionalismo spalmandoci sopra
un abbondante strato di Nutella, mentre dall’altro abbiamo un
cretino di rara ciucaggine che un’irripetibile botta di culo ha
precipitato in un completino blu da ministro: chi dei due dovrebbe
essere più pericoloso?
C’è
un partito che ha trent’anni. Trent’anni che gli hanno insegnato
a saper cavalcare bene l’onda, quando monta, e a non affogare,
quando s’infrange. Un partito che in cui militano uomini che da
tempo hanno notevole presa su un territorio che è mezza Italia,
peraltro quella che fa il 70% del pil. Uomini che hanno maturato
notevoli esperienze e competenze relative alla macchina
amministrativa dello stato, che sanno muoversi con grande agilità
tra leggi e leggine, che ormai conoscono ogni più remota piega degli
apparati istituzionali periferici e centrali. Militano in un partito
che s’è dato un metodo per selezionare una classe dirigente che ha
un notevole livello di esperienza e competenza, e che soprattutto è
pienamente fedele al capo, al punto che ogni ipotesi di fronda sta
solo in un avverbio scappato a Giorgetti, che fa fifty-fifty con
l’ipotesi che la cosa abbia avuto il non
obstat
del Capitano, dopo essere stata studiata concordata come ballon
d’essai.
La minaccia di un attacco ai gangli dello stato, soprattutto se
strisciante, è più verosimile venga da un partito del genere o da
una variegata e scomposta accolita di candide mammolette e di tortili
citrulli che non ne ingarrano una, neanche per sbaglio? Se veramente
incombe il pericolo di una deriva autoritaria, questo pericolo da chi
è meglio incarnato? E allora com’è che, sette o otto volte su
dieci, è il M5S ad essere nelle affettuose cure di Makkox, negli
allarmi di Panebianco, negli esorcismi di Molinari?
Non
diversamente sul fronte della «politica
politicante» cui
a questo giro è toccato fare opposizione. Comprensibile per Forza
Italia e Fratelli d’Italia: da Salvini, prima o poi, dovranno
prendere ordini, come alleati di governo o, più probabilmente, come
ultimi arrivati a ingrossarne il partito. Ma il Pd? Davvero crede, il
Pd, che i sei milioni e mezzo di elettori persi da quando il M5S è
in campo possano tornare sui propri passi, aprendo loro gli occhi su
quanto Di Battista sia ridicolo, e la Taverna cafona, e Rousseau una
sorta di Matrix? Pretendono che i transfughi inorridiscano perché
col loro voto al M5S hanno consentito che prendesse vita un governo
che chiude i porti ai barconi stracarichi di poveri cristi? Ma era
quello che Minniti ventilava come soluzione per dare una scrollatina
al Trattato di Dublino, e a trovarla soluzione intelligente erano
Renzi e Gentiloni, con l’avallo di un gentiluomo come Mattarella
(«Se
gli sbarchi non si fermano, la gestione del fenomeno diventa
ingovernabile, insostenibile»).
Dovrebbero preoccuparsi perché, votando M5S, hanno consentito che
passasse il reddito di cittadinanza, che non piace a Confindustria e
fa traballare la Borsa? Sono argomenti che possono funzionare per
farli pentire di aver abbandonato il Pd rimproverandogli di aver
dimenticato i morti di fame?
È
opinione di chi presso l’Istituto
Cattaneo ha istituito fin dagli anni ’90
un Comitato per lo studio della transizione politica – parlo di
Piergiorgio Corbetta, coautore tra l’altro
di un volume che, in largo anticipo sull’arrivo al governo dei
grillini,
ne prevedeva la mutazione genetica che oggi abbiamo sotto gli occhi
(Il
partito di Grillo
– Il Mulino, 2013) – che chi pentitosi di aver votato M5S dopo
aver votato Pd non tornerà mai indietro: si asterrà oppure –
inorridisca chi vuole – dirà «stavolta
voto Salvini»,
e tra le due opzioni – reinorridisca chi è inorridito – la
seconda non sarà affatto irrilevante nei numeri (si pensi a quante
roccaforti di elettorato tradizionalmente di sinistra sono già da
tempo cadute nelle mani della Lega e la cosa non sembrerà lunare).
Aver considerato il M5S il «maggior
nemico»,
dunque, si è rivelato essere ulteriore saggio di pessima conoscenza
del paese da parte del Pd, cui alla colpa di aver creato le
condizioni perché l’Italia
cadesse nel delirio che oggi la scuote dovrà essere addebitata
quella di aver detto no a un governo Fico.
Era
nel destino del M5S la crisi che oggi lo stravolge, tutto era già
scritto nelle patenti contraddizioni che lo segnavano fin
dall’inizio,
bastava aver studiato la storia del Partito dell’Uomo
Qualunque. Se qualcosa di fascista veramente c’era
nella cosa grillina, era il sansepolcrismo, ma era evidente le
mancasse il quid perché da fascismo-movimento diventasse
fascismo-regime. Poteva darglielo solo la Lega di Salvini, ma da una
posizione di forza che al momento della nascita del governo Conte non
aveva, e che oggi ha. Una ventilata scissione del M5S, che qualche
incommensurabile cretino di sinistra spera, potrebbe costituire un
pericolosissimo innesco: la parte che deciderà di seguire le sorti
di Salvini sarà il Nicolino Bombacci del tanto paventato «ritorno
al passato».
Vi è piaciuto evocare il «pericolo
fascista»?
Bene, sono i vostri esorcismi ad avergli dato vita.
Salvini è il loro Uomo Della Provvidenza, o se preferisci il loro Cicciobello, non certo un incidente di percorso.
RispondiEliminaDal 5 marzo scorso lavorano per lui senza sosta e senza respiro,a reti e giornali unificati:il Salvini di oggi, il fascinoso 'eroe nero'è la loro perfetta creatura, che ringrazia per le attenzioni e ricambia eseguendo con precisione e mestiere il lavoro che gli è stato richiesto.
Diventerà fascismo? Non lo so, penso di no. Ma se così fosse loro ne sarebbero felici.
Grazie per questo articolo. Meno male che ci sei.
Mi sa che ho fatto pasticci al momento dell'invio.
RispondiEliminaIl commento del 21 febbraio è mio.
Annamaria
Lei è sempre più lucido. Ma dovrebbe sapere quanto sia antica e radicata nella sinistra italiana questa malattia. Renzi era solo un giovanotto e Grillo e Casaleggio manco sognavano di far politica e già allora era tutto un inseguire Bossi e il suo "federalismo". Tutto questo faticoso inseguimento partorì pure una riforma costituzionale che solo a voler essere generosi si può chiamarla pasticcio. Egemonia, subalternità… La Lega si è dimostrata metodologicamente più gramsciana di loro, ma, tetragoni come sono, non se ne rendono conto nemmeno adesso che dovrebbe essere lampante anche per un cieco. La coazione a ripetere lo stesso errore in forme sempre nuove è il loro tratto distintivo. Ma i buoi scappano, scappano sempre più e loro inseguono, inseguono…
RispondiEliminaPanther
La storia va come deve andare e a noi non resta che guardare (io, pure, sono ritornato a votare pur senza velleità, quel poco che appare in mio possesso lo faccio, sapendo che l'eterogenesi dei fini regna comunque sovrana).
RispondiEliminaLa sinistra si è vista scippare dal M5S il suo bacino di creduloni, è per questo che non glielo perdona, per gelosia.
Beh, certo che aver detto no ad un governo Fico...
RispondiElimina:-D
Grazie, oggi avevo proprio bisogno di farmi una risata.
Stia bene.
Ghino La Ganga
Mi fa piacere di indurla al buonumore, Ghino, e in realtà l'idea di un governo Fico fa ridere anche me. Tuttavia, ad evitare che io e lei si rida come due coglioni, è da considerare che il M5S è uscito dalle urne del 4 marzo come il partito più votato, che era istituzionalmente ineccepibile che Mattarella affidasse a uno come Fico l'incarico esplorativo per valutare la possibilità di fare un governo col Pd: fosse andata in porto la cosa, nessuno ci avrebbe potuto negare il diritto di ridere, ma quel governo avrebbe avuto piena legittimità. Ora, da più parti (non so dalle sue), c'è chi insiste nel dire che "la Lega si sta mangiando il M5S". In questo post si dice che, data la natura del M5S, poteva mangiarselo chiunque avesse deciso di farci un governo assieme, soprattutto se furbo come un Salvini. E' che forse nel Pd non ce n'era una furbo come lui, e così siamo a una Lega quasi al 35%. Mi rida in faccia a questo.
EliminaNon rido affatto, prendo atto.
EliminaDubito che il PD sarebbe stato in grado di mangiarsi l'eventuale alleato di governo Movimento CinqueStelle : ritengo sarebbe invece avvenuto il contrario, dunque il Governo Fico avrebbe portato questi a risultare un fiero intellettuale prestato alla politica ( non è fantascienza: si immagini un Martina vicepremier assieme ad un Grasso, visto che LEU si sarebbe buttato dentro a pesce reclamando un delirante ruolo da garante di non si sa cosa).
Non riesco nemmeno ad immaginare gli ulteriori e tragicomici scenari dell'insieme.
In estrema sintesi, condivido la sua riflessione: la sfortuna politica del Movimento Cinquestelle è di avere oggi al fianco un partner di governo spietato e molto concreto: credo sia soprattutto per questo che gli italiani votano Lega, bisogna farsene una ragione.
Ah, dimenticavo: se ho letto bene, molti degli attuali parlamentari della Lega hanno avuto almeno una precedente esperienza come amministratori locali.
Era ciò che accadeva nel PCI dei tempi d'oro.
Sempre utile passar di qua, stia bene.
Ghino La Ganga
Se qua, se là ... Ma lei è capace di guardare un attimo alla realtà che abbiamo sotto gli occhi in conseguenza di quella scelta? Non pensa che nulla di peggio sarebbe potuto scaturire da una scelta diversa? A lei, come ad ogni cittadino, che cazzo gliene viene dalle gesta tanto sagaci di Salvini? Non siamo mica allo stadio a far tifo, tanto meno ai gladiatori, sa, e le prevaricazioni le paghiamo noi, mica Salvini, che invece si assesta sempre più pesante, anche se sempre più ridicolo, sui suoi scranni. Davvero la spaventa di più la sprovvedutezza dei grillini al governo che non la pericolosa cialtronaggine, la disonestà e la non minore inadeguatezza politica che caratterizzano Salvini e l'incombente destra berlusconiana, davvero lei apprezza di più la condotta demagogica, comoda e vigliacca di Salvini e la sua capacità di fagocitare il M5S? Perché se sì, lei e quelli che la pensano allo stesso modo dovrebbero assumersi la responsabilità di dirlo esplicitamente e chiaramente. A meno che non si riconosca e identifichi proprio in quella parte politica, nel qual caso può tranquillamente tacere e gongolare quanto vuole. Ma sempre in quel caso le consiglio di meglio: ci sono Forza Nuova e Casapound.
EliminaStamattina ho letto questo post che apprezzo molto e sento di condividere in larghissima parte. Quanto in particolare a Propaganda Live, ho pensato di mandare un'e.mail alla trasmissione di La7 (non so con quale speranza di ricevere risposta), quella che ho riportato nel mio blog, qui, se qualcuno ha la pazienza di leggerla:
RispondiEliminahttps://wordpress.com/block-editor/post/ilblogdiesteban.wordpress.com/43
Bella lettera, davvero, ma non sono psichiatra.
Elimina@Luigi Castaldi
Elimina:-D
Grazie: altro giro, altra risata.
Mi ci voleva.
Stia bene.
Ghino La Ganga
@Esteban:
nemmeno io sono psichiatra.
Mi dispiace.
Stia bene.
Ghino La Ganga
Grazie e mi scusi, ricordavo male.
RispondiElimina@Esteban:
EliminaPerdoni, osservo che ha pure sbagliato la didascalia della foto che ha usato nel suo blog a corredo della sua lettera a Propaganda Live.
Quello in foto, protagonista di Scent Of A Woman, non è Jack Nicholson (e neppure Nikolson, come lei ha scritto) bensì Al Pacino.
Stia bene.
Ghino La Ganga
Mi scusi, puro lapsus. Non so come sia potuto accadere e ne sorrido. Comunque la ringrazio della sua visita al mio blog, dove provvederò a correggere anche il refuso. Ma non lo scrivo perché mi creda quando parlo di lapsus, seppura la cosa dovrebbe apparire lampante a chiunque, visto che ho inserito sia un fotogramma che il link al video. Ciò perché di lei vado maturando la stima che si prova naturalmente per chi, quando si indica la luna, guarda il dito. Provi a discutere qualche volta. Chissà che abituandosi un pochino farlo non cominci a produrre qualche commento pertinente, meno imperniato sui riccioli fuori posto e sugli "stia bene".
RispondiEliminaMi stia meglio.
P.S.. Che neanche lei sia psichiatra mi interessa, per così dire, meno. D'altra parte mi pare di averle posto questioni altre, che navigano piuttosto lontano della sue personali specialità. Ma non si disturbi, questa sua specie di replica mi basta ed avanza.
@Esteban
RispondiEliminaGrazie, ci contavo, specie per quella stima di dito e non di luna.
E' esattamente quel che speravo da lei, con il quale non mi interessa discutere di nulla.
Mi ri-stia bene.
Ghino La Ganga
E sì che gliel'avevo detto a chiare lettere che la sua prima replica mi bastava e avanzava. Mai negato, si figuri, che lei abbia la pienissima facoltà di non cacarmi. Lo faccia, però. Quanto a me, le ho già spiegato il genere di stima che le riservo. Non per questo, se ne avrò voglia e lei se lo meriterà, mi asterrò dal chiosare nel merito ogni, diciamo così, intervento che lei riterrà di sottoporre alla pubblica attenzione.
RispondiElimina