lunedì 3 giugno 2019

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Ieri: «Non metto il link per risparmiarvi la pubblicità di un preservativo che si piglia un terzo della pagina, il banner sotto la testata sul quale scorrono i prezzi di caffè, prosecco e detersivo distribuiti da un ipermercato e il pop-up che reclamizza una società di spedizioni, che è quello che dà il maggior fastidio perché bisogna chiuderlo due volte ogni dieci secondi, però volevo segnalarvi lo stesso...» (Malvino, 5.12.2014).
Da oggi in poi, non più: nel caso dovessi commentare un post de Il Post, potrò linkarvelo tranquillamente, perché, andando di là, non troverete più limpiastro che descrivevo quattro anni e mezzo fa. Prima, però, cè da sbrigare una piccola formalità: 80 euro. Proprio così, per soli 80 euro allanno (in alternativa, 8 euro al mese) Il Post vi sarà offerto «senza nessun annuncio». [Qui immagino che al solito grammar-nazi venga distinto: «Semmai “senza alcun annuncio”». A torto, stavolta, perché a «senza nessun annuncio» segue «salvo in qualche occasione particolare»: la doppia negazione, dunque, qui non casca male, via.]
Comè venuta, stideona? Il malpensante azzarderà che la baracca stesse a far acqua, ma ci mettiamo un niente a scornarlo: «Mi fermavano per strada – rivela Luca Sofri – per chiedermi come mai non avessimo ancora lanciato gli abbonamenti». [Forse voi no, perché siete aridi dentro, ma io non faccio alcuna fatica a immaginarmela, la scena: «Ohilà, Sofri, comè che posta a gratis? Quelle delizie di soggetto-virgola-verbo, per esempio, non crede sia venuto il momento di farcele pagare?»; e lì il povero Sofri a capitolare: «Ok, ok, vedrò di accontentarla, caro fan!»; giorni a pensarci, e infine – riverbero renziano, eureka! – 80 euro.]
Abbonamento, dunque, ma a una versione spot-free, perché «dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo». Tutto sta a voi, dunque. Non avete voluto sganciare 60 euro allanno per continuare a far vivere Radio Radicale, e vabbè, avevate visto giusto, è quasi fatta, la convenzione sarà rinnovata, e continuerete a godervela a gratis, non era il caso di fare neanche il gesto di metter mano alla tasca. Ma qui cè uno che da nove anni migliora il mondo e, abbonamento sì o abbonamento no, assicura che continuerà a migliorarlo: non vi viene di getto un gesto di liberalità? Ma allora siete bestie, fatevelo dire


2 commenti:

  1. Non crede che l'immagine postata sia di cattivo gusto?

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  2. Dio mio, non avrà mica pensato che la simpatica bestiola volesse alludere alla fisiognomica di qualcuno? Si tratta di un carlino, come ben vede, e l'allusione è a Il Resto del Carlino, quotidiano bolognese che deve il suo nome al prezzo che costava originariamente, giacché il carlino era la moneta dello Stato Pontificio in corso al momento della sua fondazione. L'immagine sta a dire: da oggi in poi, il giornalino costa un carlino intero.

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