“Io non ho creato il fascismo:
l’ho tratto dall’inconscio degli italiani”
È evidente che almeno il finale de Il caimano gli sia piaciuto molto, perché da Seul ci fa sapere: “Se vogliono sovvertire il voto popolare, sono disposto a portare la gente in piazza, a costo – è l’iperbole che usa nel suo ragionamento – di arrivare alla guerra civile” (il Giornale, 12.11.2010). Nanni Moretti immaginava che alla guerra civile si arrivasse dopo una condanna penale, ma si sa che i giacobini sono sognatori e che le toghe rosse sono mezze seghe. Anche stavolta pare che a farlo cadere possa essere solo un suo alleato: nel 1994 se ne incaricò Bossi, oggi pare tocchi a Fini. Ma poi non ha importanza chi, piuttosto perché.
Nel 2006 gli italiani furono chiamati alle urne per esprimere un parere su quella revisione della Costituzione voluta dalla maggioranza di centrodestra che avrebbe affidato maggiori poteri al Presidente del Consiglio (scioglimento delle Camere, revoca di ministri, ecc.), per adeguarne il profilo formale a quanto materialmente gli era dovuto dall’essere eletto in modo pressoché diretto, grazie a un maggioritario che aveva esaltato al massimo il ruolo del leader della coalizione vincente. Non era necessario il quorum, ma votò più del 50% degli aventi diritto e la proposta di un premeriato (anche solo un po’ più) forte fu bocciata, con il 61,32% di no.
La stella di Silvio Berlusconi è cominciata a calare da quel punto, quando gli è venuto meno il consenso che gli sarebbe stato necessario per neutralizzare quanto nella Costituzione sta ad impedire che una democrazia parlamentare prenda una deriva autoritaria e populista, e la straordinaria vittoria elettorale che conseguì nel 2008 lo ha fatto impazzire del tutto, accelerandone la caduta. Come si spiega che gli italiani sono disposti a darmi tanto sul piano materiale – dev’essersi chiesto – e niente su quello formale? Io sono come loro e loro desiderano essere me – dev’essersi risposto – ma fanno ancora qualche resistenza ad ammetterlo. Da quel punto in poi ha sbagliato tutto, perché si è convinto che bastasse insistere col mettere in drammatica evidenza la contraddizione tra regola scritta e forza del consenso. E pare essere ancora convinto che questa sia la sola via che ha a disposizione: tutto o niente, costi quel che costi, anche la guerra civile.