venerdì 7 settembre 2012

«Bioetica pastorale»

Ho scritto che il cardinale Carlo Maria Martini era «il “poliziotto buono” che fa coppia col “poliziotto cattivo”»: immagine rozza, potevo usarne una più soffice, come quella offerta dal professore Francesco D’Agostino (Avvenire, 7.9.2012), che, nello scoraggiare i fessacchiotti dal «leggere i tanti interventi del cardinal Martini sulle questioni più cruciali della bioetica come essi avessero un carattere teologico e dottrinale», ci offre quella del pastore che «si fa carico di tutte le sue pecore, soprattutto quelle che si smarriscono», che fa coppia col pastore che «governa severamente il gregge».
Parlava, Sua Eminenza, quanto parlava. E concedeva, Dio, quanto concedeva. Ma la sua era una «bioetica pastorale», che «non può mai essere fredda, dura, severa, tagliente, come a volte deve pur essere il pensiero teorico-dottrinale», perché «finalizzata al singolo». Sua Eminenza, insomma, parlava e concedeva, ma per indorare la pillola. Sull’uso del profilattico, sulla contraccezione in generale, sulla fecondazione assistita, sul testamento biologico, sul riconoscimento delle coppie di fatto, non escluse quelle gay, sembrava disponibile, ma in realtà non disponeva di niente, per il semplice fatto che non poteva.
«Ecco perché dobbiamo rendere omaggio al cardinal Martini – conclude il professor D’Agostino – senza pretendere di trasformare le sue istanze pastorali in proposte biogiuridiche o biopolitiche, come egli non ha mai preteso di fare». Cercava di convincere le pecorelle scappate dall’ovile a farvi ritorno, questo è tutto, ma sulle regole vigenti nell’ovile non aveva voce in capitolo. Ho scritto che «contava meno del due di picche», ma era immagine rozza. Si poteva dire più sofficemente, come fa il professor D’Agostino, che Sua Eminenza parlava e concedeva, ma «non nella qualità di studioso, di titolare di cattedra, di direttore di un istituto di ricerca o di responsabile di un dicastero della Santa Sede».

3 commenti:

  1. Preferibile mille volte la tua ruvidezza alla vaselina ipocrita di Avvenire che la dice lunga sulla considerazione che il pastore ha del suo gregge

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  2. era solo un picciotto che parlava troppo

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  3. Un utile idiota, insomma.
    In effetti, è proprio sul concetto di idiota nella società contemporanea che bisognerebbe riflettere bene. Mi sa che prima o poi ci scriverò qualcosa. Grazie per l'ispirazione, stia bene.
    Ghino La Ganga

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