«Eminenza, visto il ruolo che lei ha avuto nella Chiesa italiana, e data la maggiore libertà di cui ora gode, molti si aspetterebbero un libro di memorie o sull’attualità ecclesiale o su temi pastorali. Lei invece parla di teologia e parla nello specifico di Dio. Perché?».
Intervista su Dio (Mondadori, 2012) apre con una domanda che il lettore non smetterà di ripetersi fino a pag. 277, dove il cardinal Camillo Ruini finalmente spiega: «Il libro è scritto per aiutare chi crede ad avere una consapevolezza più esplicita delle ragioni della propria fede […] È scritto inoltre per chi vorrebbe credere, ma è incerto e perplesso […] Non mi illudo che un libro di questo genere possa far cambiare la scelta di chi ha deciso di non credere, o comunque preferisce non pronunciarsi riguardo a Dio».
Era meglio dirlo subito, così il giudizio non sarebbe stato troppo severo: sembrava avesse l’ambizione di rimettere filosofia e scienza sotto le natiche della teologia, questo libro, e invece si tratta solo di un vademecum ad uso del bravo propagandista. Sua Eminenza deve essersi ispirato a quelle dispense che il Pci distribuiva ai suoi attivisti sul finire degli anni Cinquanta, in particolar modo a Il materialismo dialettico in 100 domande, prezioso manualetto che l’attivista modello mandava a memoria per sentirsi forte nei battibecchi da osteria.
Si possono scusare le tirate da bignamino di filosofia a Sua Eminenza, si può chiudere un occhio sulle sue grossolane semplificazioni di Kant, Hegel, Heidegger e Wittgenstein, sulle sciocchezze che desume dagli assunti della meccanica quantistica, su ciò che rinfaccia all’illuminismo addomesticando le tesi di Horkheimer e Adorno (che peraltro non cita) alla critica del secolarismo del suo Lonergan: non è un libro, è un prontuario.
277 pagine di Ruini??? Se le ha lette tutte mi complimento per la determinazione..sicuro di non avere tendenze masochistiche?
RispondiEliminaCiò che mi sconforta è che questo libro abbia tanta pubblicità se è vero il commento di Luigi Castaldi, mentre il mio Addio a Dio non ha potuto avere risonanza perché scritto da un Pinco Pallino come me che ha dovuto rivolgersi ad un piccolo editore come Zona. Certamente Mondadori non mi avrebbe preso in considerazione. Avendo saputo che la Mondadori ha avuto una perdita del 60% ha bisogno di compensare con autori famosi alla tanta spazzatura che pubblica. Eppure io non ho scritto tutte le banalità scritte da Ruini. A che serve un libro come questo? Non certamente a far guadagnare la fede in chi non ce l'ha. Nel mio libro mi appoggio alla Lettera ai Romani (2,14)di S. Paolo (vero fondatore del cristianesimo per essersi inventato lui la resurrezione di Gesù) per dimostrare che che i non credenti (i pagani o Gentili come li chiama Paolo) si potranno egualmente salvare se rispettano la legge naturale iscritta nei loro cuori. Da ciò ho dedotto che i non credenti che rispettino tale legge hanno più meriti di fronte a Dio (se esiste) perché non sono degli opportunisti come i credenti, che, se fanno del bene, lo fanno sulla base di un inconfessato egoismo (la salvezza dell'anima nel timor di Dio). D'altronde lo stesso Kant aveva scritto che l'azione morale deve prescindere dall'esistenza di Dio. E allora a che serve il proselitismo? A nulla. Solo alla Chiesa (o ad ogni altra religione ) per mantenere un potere sulle anime per averlo anche sui corpi. Non so se Ruini abbia mai letto Kant e gli autori citati. Lo stesso S. Paolo definisce i neoconvertiti "bambini di latte" (Lettera 1 ai Corinzi, 3,1). Ecco, i credenti sono bambini da latte che sentono il bisogno della presenza di una guida di un padre severo.Da notare che tutte le Lettere di Paolo precedono cronologicamente tutti i Vangeli, che prendono da Paolo l'invenzione di Gesù, che egli mai conobbe personalmente limitandosi a dire che gli apparve sulla via di Damasco mentre andava ad arrestare colà i primi cristiani. Aveva già partecipato alla lapidazione di Stefano, il primo martire cristiano. Ecco l'origine del cristianesimo. Ma Ruini questo non può dirlo. Gli franerebbe tutto addosso. Purtroppo viviamo tutti in un mondo senza certezze e senza giustizia. Ed è per questo che "Io non volevo nascere" (titolo di unaltro mio libro, in cui demolisco con argomentazioni scientifiche, fondate soprattutto sulla biologia evoluzionistica e la cosmologia)la tesi di un disegno intelligente. Fare riferimento alla fisica per cercare di dare un fondamento alla fede è soltanto ridicolo. Tutto in natura congiura contro l'esistenza di un disegno intelligente. A iniziare dalla cosmologia, giacché il Big Bang è solo un episodio marginale riguardante l'universo visibile, da ricomprendersi nel pluriverso. Queste cose che le riporterò nel mio blog (pietromelis.blogspot.com). Sono prof. univ. in pensione di storia della filosofia
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