Paolo Bechis ci informa che Palazzo Chigi è al quinto tentativo di derattizzazione da quando ospita Matteo Renzi, falliti miserevolmente i quattro precedenti, e imperdonabilmente spreca l’occasione offertagli per una pagina di grande letteratura, buttando giù un pezzullo sciatto e incolore, nel quale perfino l’ironia ha il fiato corto, e sì che il materiale c’era per un esilarante poemetto eroicomico, per una rabbrividente fiaba gotica, per un affascinante romanzo allegorico... Un rimprovero che forse è ingiusto, perché in fondo Bechis è solo un giornalista, ma si provi a immaginare uno scrittore vero, di quelli che ormai non ce n’è più, a descrivere il momento in cui gli occhi di un topo trovano riflesso in quelli di un Presidente del Consiglio, e viceversa, si provi a immaginare quale straordinaria prova letteraria possa venir fuori dalla descrizione dei pensieri che in quel momento attraversano la mente del topo.
"Provai un terrore acuto, perché mi trovavo di fronte ad anomalie che non si potevano spiegare in modo razionale. I topi (ammesso che non fossero il prodotto d'una specie di follia che condividevo con i gatti) si annidavano, e scorrazzavano, nelle mura romane che credevo composte di solidi blocchi di pietra. Certo, era possibile che in più di diciassette secoli l'azione dell'acqua avesse scavato una serie di gallerie che i roditori avevano provveduto a sfruttare, ma anche in questo caso l'orrore non diminuiva ..."
RispondiEliminaH. P. Lovecraft, "I topi nel muro"(The Rats in the Walls, 1923)
RispondiEliminaMalvino, se permette un consiglio, si cimenti lei con l'ardua impresa e lascia stare, se può, la religione.
Sono stato un attimo indeciso se pubblicare il suo commento, sa? Ha vinto il "fagli dire quel che gli pare".
EliminaSi potrebbe vendere il palazzo a Suning, i cinesi i topi se li mangiano senza alcun rimorso........ma sono troppi......
RispondiEliminaCosa gli dà da mangiare?
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