mercoledì 10 agosto 2016

C’è quartismo e quartismo / 2

Quando dice: «Odio chi non parteggia», Antonio Gramsci non si limita a rivelarci unindole incapace di concepire la vita in altro modo che come impegno attivo, coraggioso, generoso («l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita»), né si limita a dichiarare la posizione morale di chi condanna chi a questo impegno si sottrae («chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto»): fa qualcosa di più che biasimare gli egoisti, i pusillanimi e gli indolenti: coglie in essi il ruolo assunto nel corso delle vicende umane («l’indifferenza è il peso morto della storia [...] opera potentemente nella storia […] passivamente, ma opera»), sussumendolo allinorganico («è la fatalità [...] è la materia bruta che strozza l’intelligenza»).
Pagina dura, senza dubbio, tanto più dura oggi, centanni dopo. Oggi chi non parteggia gode di ottima fama: ci appare serio, equilibrato, immune dalle basse passioni che agitano i partigiani, capace di saper vedere in tutto un pro e un contro, perciò in quella materiale impossibilità di schierarsi che implicherebbe far torto, seppur un piccolo torto, allo schieramento opposto. Non sia mai. Terzista, dunque, quando in campo ci sono due schieramenti, quartista quando ce ne sono tre, quintista il giorno che ce ne dovessero essere quattro. Vigliaccheria? Potrebbe insinuarlo solo un attaccabrighe matricolato come Antonio Gramsci, che infatti a Torino non si perse mai una rissa, robe di cui il Pci fece sparire ogni traccia per confezionarci il santino. Peso morto della storia? Macché, chi scansa la zuffa ha posto fisso nei migliori salotti, dove la zuffa scorre sul maxischermo fra i commenti dei presenti, e i suoi sono sempre quelli più apprezzati. Cosè, d’altronde, la storia, se non ciò che se ne dice nel miglior salotto?
Diciamo la verità: non abbiamo i fondamentali per odiare chi se ne sta sempre comodo super partes, solitamente accorto – ritenerlo un caso sarebbe un ingiusto negar merito dovuto – a non rompere eccessivamente il cazzo alla pars più forte, ci è concesso solo provare invidia. Per esempio: a noi poveracci che ieri eravamo antiberlusconiani e oggi, con la convinzione di essere pure abbastanza coerenti, siamo antirenziani, rode potentemente il culo che ieri a Berlusconi, e oggi a Renzi, qualcuno riesca trovare sempre qualche pro che gli impedisca di dirsi completamente contro. Personalmente, io invidio il Mantellini.

«Una collaboratrice di un programma radio della Rai scrive su Facebook che nel suo contratto ci sono condizioni che le impediscono di citare o fare satira su Renzi», e a lui cosa salta agli occhi? Che «un certo numero di commentatori furiosamente antirenziani vedono in una simile argomentazione la pistola fumante di quanto vanno affermando da tempo sulle volgari prevaricazioni che Renzi applicherebbe a tutti i livelli». E che è, tutta sta furia, cazzo? Non sta bene, cè sentore di «un fortissimo carico ideologico». La clausola censoria del contratto? «Renzi non ha creato questa situazione, se l’è trovata davanti: e invece di rifiutarla, come aveva promesso, l’ha cavalcata. Dal mio punto di vista – una grandissima delusione». Altro che dargli del buffone, del cazzaro, riempirlo di insulti o di maledizioni, questo sì che è un colpo micidiale: sai come resterà di merda, il Renzi, quando saprà che ha deluso il Mantellini.
Sistemato il Renzi come meritava, il Mantellini passa a sistemare il resto, in nome di quel sano equilibrio che non deve mai venir meno in chi voglia evitare di inciampare nella partigianeria. «Il giornalismo italiano è da sempre, per sua essenza costituzionale, estremamente debole e chiaramente schierato. Dentro la logica del “amici-nemici” abbiamo tutti da perdere moltissimo. [...] Dentro una simile polarizzazione, con una stampa debolissima e senza identità, non si può non osservare anche il fenomeno opposto. Lo squallore giornalistico dei fogli antirenziani, le offese da asilo nido dei grillini, le bugie di una lunga serie di “giornalisti” televisivi che da 20 mesi organizzano talk show solo per attaccare Renzi (magari per astio personale prima ancora che per convinzione politica) con sempre gli stessi ospiti che dicono le stesse cose con lo stesso tono».
Non arriva a dire che la clausola censoria fosse una garanzia a tutela del Renzi, ma il senso sembra quello. Gli sarà sembrato di avere esagerato col dirsene deluso e cerca di bilanciare? Può darsi, però ecco assestargli subito unaltra mazzata: «La notizia di oggi è che purtroppo Renzi da questo punto di vista non è migliore degli altri». Ma per non sbilanciarsi troppo: «La notizia, oggi, è anche che gli altri non sono (mai stati prima e non sono nemmeno ora) migliori di Renzi».

20 commenti:

  1. No, io non invidio il Mantellini.
    A me il Mantellini fa proprio schifo: come gli innumerevoli, viscidi, brulicanti 'equidistanti rosicanti' uguali a lui, che ci stanno, letteralmente, asfissiando.

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    1. Ma non dica sciocchezze. Conosco personalmente il Mantellini e le assicuro che è amabile, mite, intelligente, nulla di più lontano dalle brutture di cui lei parla. Ovviamente parlo da persona schiava della logica amico-nemico.

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    2. Non ne dubito. il Mantellini è 'davvero' amabile, mite, intelligente, sobrio, portato all'analisi equilibrata e ragionevole; proprio come il collega Serra Michele, ectoplasma del fu direttore di Cuore, anche lui arguto, lieve, elegante commentatore 'dall'alto' di umane meschinità e brutture.
      Ma, chissà perché, questi eleganti e raffinati signori sedicenti intenti a volare alto sulle umane debolezze, mi richiamano tanto l'immagine dei fastidiosi vermi brulicanti ai piedi degli ignavi.

      "Incontanente intesi e certo fui
      che questa era la setta d'i cattivi,
      a Dio spiacenti e a' nemici sui.
      Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
      erano ignudi e stimolati molto
      da mosconi e da vespe ch'eran ivi."

      Ma s'intende, parlo anch'io da persona schiava della logica amico-nemico.

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    3. sig.ra annamaria, sicura di non confondere mantellini con gramellini?

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    4. Malvino, sappia che comincio ad invidiarLe anche lettori come Paperoga.
      Uffa.
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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    5. Va precisato espressamente, secondo me, che i cosiddetti "equidistanti" di cui qui si parla non lo sono mai per onesta e riflettuta convinzione, e comunque mai a cose definitivamente decise. Quando, a parer suo, una parte avrà palesemente e stabilmente prevalso sull'altra, il servo già equidistante non mancherà di arruolarsi in essa e di predicare in suo favore. E' questa la caratteristica che lo rende nauseabondo al naso di uomini con la schiena dritta come Gramsci o Dante. E' la paura di sbagliare culo che fa cerchiobottare gente come Mantellini, mai la convinzione che entrambe le parti, ciascuna in una certa misura, sbaglino. Perché, in sé, non c'è nulla di male ad avere opinioni che possano essere o apparire terze, ove genuinamente elaborate ed espresse. Omnia munda mundis e aggiungerei anzi che è quasi impossibile condividere tutti i punti di vista di un proprio simile. Solo male possiamo invece pensare di chi agisce e ragiona nel totale disprezzo dell'onestà intellettuale e, prima di compiere un gesto o esprimere un'opinione, non manca mai di valutare il proprio tornaconto.

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  2. L'altro giorno sul Fatto Quotidiano c'era la foto di Renzi con un cartello con dei nomi di aziende. Il titolone, era la notizia di apertura in prima pagina, era "L'uomo sandwich di Palazzo Chigi". Mi sono venuti in mente i titoli di Libero che associavano Prodi alla mortadella.
    Così si finisce come il Magnotta, ci si iscrive ai terzisti.

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    1. Ah, ho appena visto la prima pagina di oggi: vignetta con la Boschi con le cosce di fuori mentre parla al microfono.
      Giornalismo anglosassone.

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    2. Be', al di là del buon gusto, la mortadella era puro sfottò. Il cartello di aziende è un'accusa grave ma chiara, che si può e si deve discutere nel merito. Buttarla sul buon gusto è [dis]ingenuo.

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    3. Solo che:
      1) furono Libero e quella merda umana di Strano, di loro iniziativa, ad accostare Prodi (che nulla fece o disse per giustificarlo, a parte l'essere emiliano) alla mortadella, mentre le foto sponsorizzate di Renzi corrispondono alla realtà innegabile ed oggettiva; a meno di sostenere che quei marchi, ritratti a turno accanto a Renzi nel giro di pochissimi giorni, per non dire ore, stessero lì casualmente, cosa che - per rispetto alla mia intelligenza - vieto tassativamente a chiunque;
      2) idem dicasi per la Boschi, che va in giro per l'Italia a predicare col presentat-cosc, motivo per cui Mannelli ha semplicemente riprodotto la realtà dei fatti, replicando una delle innumerevoli foto che la ritraggono in quella posizione (ma su: si può andare in giro a propagandare una nuova costituzione coll'ausilio delle cosce e pretendere che nessuno abbia ad eccepire alcunché?);
      3) il Magnotta minacciava di "iscriversi ai terroristi", gente che una quarantina di anni fa - imbeccata da SID, SISMI o CIA - "sbagliava" uccidendo e gambizzando innocenti, oppure il meglio di questo paese, ma che oggi sbaglierebbe assai meno, e comunque meno dei "terzisti" leccaculo che reggono lo strascico a Renzi.

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    4. Che un presidente del consiglio italiano faccia da testimonial per dei brand italiani famosi nel mondo non ci vedo del gran male. Scelta opinabile, sia chiaro, ma paragonarlo a un uomo sandwich mi pare un pochino da curva sud dello stadio.

      Il punto della mia critica, perchè dalle repliche pare che non sia proprio chiarissimo, è che non ritengo sbagliato infamare Renzi per tutte le minchiate che dice e/o combina, ma se devi infamare qualcuno fallo argomentando. Invece la maggior parte dei detrattori di Renzi (come quelli di Grillo, di Berlusconi eccetera, diciamo detrattori in generale) parte in quarta a colpi di straw man, slogan, balle consolidate.
      E già questo fa venire voglia di iscriversi ai terzisti. Aggiungiamo poi che una gran parte di questa gran parte hanno una spiccata tendenza all'assolutismo: la verità è questa, se non sei d'accordo con me sei un delinquente, un venduto, uno stupido. Non vale solo per i 5S, anche i renziani esprimono lo stesso concetto in maniera più dolce coi gufi e rosiconi.
      Se prendere un'ideologia o un programma di intenti, farlo a pezzettini e dire "sì, su questo hanno ragione, ma quest'altro è una minchiata galattica" vuole dire essere "terzista" datemi immediatamente la tessera.

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  3. Io non invidio Mantellini, a me i Mantellini fanno rabbia, perchè sono dei paraculi, fingono di non parteggiare ma in realtà parteggiano eccome.
    E son persone alle quali riconosco una certa intelligenza e per questo mi fanno ancora più rabbia. Ma che pensano che gli altri son tutti fessi e non se ne accorogno che i loro argomenti per quanto imbellettati e malamente mascherati sono spudoratamente di parte?

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  4. Suvvia, vogliamo mettere con il giornalista licenziato in tronco per aver definito 'cicciottelle' alcune nostre atlete alle olimpiadi? Siamo in pieno regime dittatoriale, chi è contro fuori, gli altri zitti a cuccia, via il boy scout torna il ragioniere dei conti in tasca altrui, quindi......

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  5. Mi spiace deluderti Malvino ma io non sono mai stato terzista. Infatti se tu sapessi leggere il sottotesto (ma sono sicuro che lo sai leggere è che ti serve giocarci che sei paraculo) sapresti che io da sempre in questa vicenda e in altre fra Renzi ed il mondo intorno ho scelto Renzi (ma lo sai lo sai benissimo) magari sbagliando, magari pronto a cambiare idea quando la misura sarà per me colma, e ad incazzarmi (come nel caso delle sue scelte comunicative di cui parla il post) se mi pare il caso. Abbracci, spero di vederti presto

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    1. Vedete? E' come vi dicevo: amabile, mite, intelligente.

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    2. Io Mantellini l'ho sempre considerato davvero amabile, mite, intelligente. E di per sé il mio giudizio sulla persona non è cambiato. Ma col suo renzismo, al pari di moltissimi miei amici e conoscenti, pare essere stato invaso dagli ultracorpi. Mi sembra un racconto di Philip K. Dick. Però, Luigi, devi dargli ragione sull'accusa di finto terzismo, che è abbastanza rigettabile a meno di specificare meglio in che senso la intendi. Mi pare si possa fare un discorso sottile qui, ma non so se la mia intuizione rispecchia il tuo pensiero: è perché lui non si era mai apertamente schierato? E con questo credito pregresso di imparzialità il suo endorsement renzista risulterebbe "oggettivamente necessario"? (anche così però mi suona un po' zoppo)

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    3. Io detesto l'intera popolazione italiana, dunque non so se considerarmi terzista o più semplicemente una testa di cazzo.
      Per giunta, il fatto che Mantellini la definisca paraculo provoca una mia invidia immediata nei suoi confronti, caro Castaldi.
      Che anno difficile.
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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  6. "pronto a cambiare idea quando la misura sarà per me colma"
    risate a scroscio

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    1. non dirglielo che sennò ti dà del paraculo

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  7. Per la Storia , quella con la S maiuscola : "per vincere la" "ciampion",ci manca il Tre-quartista al fine di imbeccare le punte."
    Solo che non ci sono le punte !

    caino

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