Se paragoni Berlusconi a Nerone, a Hitler, a Mussolini, a Ceausescu, a Noriega e a Saddam, puoi certamente intrattenerti a chiacchierare insieme a lui, ma devi renderne ragione a quanti condividono il tuo giudizio sulla sua persona, anche in minima parte, soprattutto se si tratta dei tuoi sostenitori. In realtà dovresti renderne ragione anche a chi ritiene che con Berlusconi non ci si più niente da dire.
Hai cambiato parere su Berlusconi? Si spiegherebbe il fatto che riesci a tollerare un civile confronto verbale con chi hai definito corruttore, mafioso, fascista, piduista, magnaccia e stupratore della democrazia, e non più di sette mesi fa, ma sei tenuto a dare spiegazioni del perché, e possibilmente prima di farti vedere a chiacchierare insieme a lui, seminando lo sgomento tra i gonzi che ti credono adamantino, e naturalmente gli devi delle pubbliche scuse. Sbagliavi o nel frattempo Berlusconi è cambiato? Non è certo un crimine intrattenersi a discutere, da capo di un partito d’opposizione, con il leader della maggioranza di governo, ma fino a ieri non sembravano questi i ruoli che ritenevi appropriati: lui era il tiranno e tu ti spacciavi come l’unica credibile alternativa. O la tua posizione era opportunistica ieri o lo è oggi.
Io penso che lo sia quella odierna, Tonino. Stai cercando di scavalcare a destra il Pd per non trovarti spiazzato da una sua possibile intesa con Casini: solo questo spiega la calmata che ultimamente ti sei dato, peraltro levando il significato politico che avevi voluto dare ai referendum quando chiedevi le firme. Hai una paura fottuta di essere emarginato politicamente, e in questo hai in comune qualcosa con Bossi.
D’altra parte solo i fessi possono credere in ciò che da sempre vorresti dar da credere, talvolta nella parte del villico sanguigno, talvolta nei panni del fiero tribuno. In realtà sei un demagogo, e neanche dei migliori. Non hai nemmeno un grammo di cultura liberale e, quando dici “democrazia”, non si fa troppa fatica a capire che stai parlando di un populismo esteticamente diverso da quello di Berlusconi, ma della stessa sostanza. Della cultura in generale, meglio lasciar perdere. In fondo anche tu hai nel fondo l’immarcescibile diffidenza verso tutto ciò che è vera intelligenza, optando per la furbizia degli ignoranti integrali. E in questo probabilmente nemmeno sai quanto somigli a Berlusconi: sei figlio della sua stessa Italietta, poi avete preso strade diverse, lui quella aziendale e tu quella clanica. Siete due facce della stesso familismo, della stessa destra prepolitica e antipolitica, della stessa subcultura da strapaese: in lui meglio mascherata, in te fiera di mostrarsi al naturale.
Sì, ti sembrerà che sto esagerando, vero? Così sembrerà pure ai poveracci che sono ancora vittime dell’imprinting di Mani Pulite, che peraltro hai malamente sciupato, dilapidando un patrimonio di credibilità ottimamente lucrato (un po’ di mestiere e un po’ di culo), ma anche nel tuo caso siamo di fronte ad un berlusconismo uguale e speculare. Padrone del tuo partito, circondato da fauna ambigua e variegata, puoi concepire la politica solo come processo di fidelizzazione. Anche in te, come in lui, al netto di quanto vi fa sembrare antitetici, c’è lo stesso pezzente che ha fatto fortuna.
Ieri, Il Foglio ti dava dello statista, Tonino. Alla prima lettura, poteva sembrare il bacio del cobra, ma in realtà era la lode che Ferrara non nega mai a un vero fetente. E almeno in questo io di Ferrara mi fido.