Il Premio «Stronzo d’Oro» di questa settimana va senza dubbio a “Sono un militante berlusconiano e non ho nulla da dichiarare” (Il Foglio, 20.6.2011), col quale Giuliano Ferrara tenta di darsi un profilo tragico, vestendo la fiera nobiltà dello sconfitto che non si pente, né chiede sconti, ma offre se stesso ai vincitori come un problema da risolvere. Problema mica tutto suo, dunque, né solo di quanti hanno con lui vivacchiato alla grande, per quasi due decenni, alla corte di Silvio Berlusconi.
Perdenti, certo, ma adesso mica si può chieder loro di pagare il prezzo della sconfitta standosene un po’ in disparte a meditare: i vincitori correrebbero il serio rischio di scrivere la storia del berlusconismo infarcendola di “menzogne retoriche”, il “lavoro storico” ha bisogno da subito del contributo dei vinti, “per amore della libertà intellettuale e dello spirito critico”, sennò c’è il rischio di non vergare un “giudizio equanime”. L’appello viene da uno dei più appassionati difensori di quel Cesare Previti che alla vigilia di una vittoria del centrodestra minacciava di “non fare prigionieri”, ma questo è successo tanto tempo fa e dunque, via, chiudete un occhio: “Chiamo i lettori e le persone che stimo a riflettere su un pezzo della nostra vita ormai consumato per tutti, servi e uomini liberi, amici dei criminali e amici delle guardie, a non dissiparla malamente nel rancore, nella coazione a ripetere, nella demenza dell’odio mal dissimulato”.
Disertare l’appello? Vuol dire rinunciare alla stima di Giuliano Ferrara: siete sicuri di riuscire poi a sopravvivere senza?
Il problema è sopravvivere CON la stima di Ferrara.
RispondiEliminaLa superiorità antropologica c'è eccome!
RispondiEliminaMagari più per demerito altrui che per virtù propria: chi non individua alcuna superiorità antropologica tra il velleitarismo egualitario dei comunisti e il moralismo democratico dei cattolici da una parte e il sadismo strutturale e programmatico dei fascisti dall'altra parte avrebbe alquanto da interrogarsi sul proprio, di statuto antropologico.
È pur vero che, poi, nella pratica del potere (quando questo arrivi ad essere assoluto) possano finire col somigliarsi non poco, ma ciò attiene al potere assoluto in quanto tale, quale che sia il percorso per cui vi si sia giunti.
sicurissmo
RispondiEliminaDopo la lettura di Di “nani” e di “ciccioni” (cercando oltre l’ovvio) e del commento iniziale di Malvino, urge precisare che il sadismo strutturale di cui sopra è posto strutturale al fascismo e non necessariamente al fascista, pur essendovi un evidente effetto moltiplicatore in caso di compresenza originale e generatore nel caso di assenza originaria nella componente individuale.
RispondiEliminaMi dispiace un po' che Ferrara sia fisicamente ripugnante(*): in caso contrario, potrei detestarlo molto di più.
RispondiElimina(*) opinione personale che riconosco essere priva di qualsiasi riscontro oggettivo
I miei stronzi mattutini che deposito nel WC protestano per la diminuzione della loro dignità nell'accostamento con Giuliano Ferrara
RispondiEliminaMa caro Giuliano, tu puoi essere immoralista quanto ti pare e cercare dentro di te la legge morale, magari incagliatasi tra un lardello e l'altro.
RispondiEliminaNon ti preoccupare, cambia idea, partito, bandiera, nazionalità, quello che vuoi, ma piantala di cianciare di arrembaggi della magistratura: li ha sempre respinti facendosi leggine per sè per salvarsi il culetto.
La moralità non c'entra un cazzo, qui si tratta di legalità.
Ogni cosa ha un nome, usa quello giusto: il tuo è....