A fronte dei reiterati moniti che negli ultimi anni si sono fatti sempre più pressanti da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, l’Italia rimane ampiamente inadempiente alle direttive che regolano i parametri di una carcerazione in linea con gli standard comunitari, peraltro liberamente sottoscritte. Con una densità del 153% rispetto alla capacità ufficialmente dichiarata e in condizioni igienico-sanitarie che non è esagerato definire disumane, le carceri italiane sono affollate da 68.795 detenuti, 29.992 dei quali sono in attesa di giudizio. È una situazione esplosiva e potrebbe esplodere già tra qualche settimana, se luglio e agosto dovessero essere mesi particolarmente caldi e afosi. Sarebbe serio ritenere illegittime le rivolte che dovessero divampare nei nostri istituti penitenziari? È difficile immaginarne la portata e le conseguenze?
L’unica soluzione in grado di evitare l’inevitabile – e qui, ancora una volta, sono solo i radicali ad aver visto giusto – sarebbe un provvedimento di amnistia, che tuttavia avrebbe solo la funzione di strumento emergenziale. La gran parte dei detenuti nelle nostre carceri vi è in forza della Fini-Giovanardi, la legge più inutile e cretina della Seconda Repubblica: se non la si abroga, nel giro di pochi mesi, al massimo un anno, le carceri torneranno ad essere stracolme come lo sono ora. Amnistia, dunque, ma anche una riforma tempestiva in grado di assicurare pene alternative alla detenzione, cancellando l’ignominia della reclusione per chi ancora non sia stato condannato in primo grado, e depenalizzando in primo luogo l’uso di sostanze stupefacenti.
Naturalmente non saremo in grado di farlo, perché da noi la certezza della pena vale solo per i poveracci e poco importa se si tratta di pena disumana. Un pauroso deficit di cultura liberaldemocratica segna la destra, il centro e anche buona parte della sinistra di questo paese, e da tempo la politica rincorre i più bassi istinti di un popolo che si è fatto plebe. Non vi sono le premesse per pensare ad una soluzione strutturale del problema delle nostre carceri. Avremo rivolte, le annegheremo nel sangue, penseremo che non c’era altra soluzione.