martedì 13 marzo 2012

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“Suona insensata la proposta avanzata dal comitato per i diritti umani Gherush92 di censurare la Divina commedia in quanto antisemita, razzista e omofoba”, ha ragione Paolo Di Stefano (Corriere della Sera, 13.3.2012). Altrettanto insensato, però, suona quanto scrive riguardo a “Cicerone, Orazio, Seneca e Sant’Agostino, tutti più o meno terrorizzati dal proselitismo ebraico”: la pratica del proselitismo è estranea all’ebraismo.

19 commenti:

  1. Non esattamente. Nel periodo del Secondo tempio c'e' traccia di una ampia attivita' proselitistica ebraica, ne parla la Encyclopaedia Judaica alla voce Proselyte. E ci sono i famosi studi di Bamberger e Braude sul proselitismo in eta' rabbinica, a cui adesso si affianca un bel libro di Shay Cohen, The beginning of Jewishness.
    Cordialita'

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    1. Le sembra che episodi tanto sporadici nel corso di tre millenni possano aver "terrorizzato" Cicerone, Orazio, Seneca e Sant’Agostino, che peraltro non ne fanno alcun cenno nelle loro opere, limitandosi ad accusare l'ebraismo di essere una "barbara superstitio"? A me pare più probabile che Di Stefano abbia detto una sciocchezza.

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    2. Di Stefano ha detto certamente una sciocchezza. Eppero' il terrore degli intellettuali romani prima, e dei Padri della Chiesa poi, che l'ebraismo potesse diventare troppo popolare tra i cittadini romani, e' un fenomeno ben riconoscibile. Ho letto recentemente un articolo interessante, su una rivosta di gender studies, a proposito della paura di tutti questi pater familias (pagani e cristiani) che le donne romane, diventando ebree, potessero minacciare la stabilita' della famiglia romana. Capira', questo vizio ebraico dei bagni rituali dopo il periodo mestruale, tutte queste donne che si trovano tra di loro, senza supervisione maschile, a spartire segreti... I Padri della Chiesa ereditano (e ingigantiscono) tutte queste paure.
      Complimenti per il blog, comunque.
      A

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    3. Di Stefano ha detto una sciocchezza. Ma nella societa' romana era molto diffusa la paura che l'ebraismo diventasse troppo popolare, particolarmente tra le donne. Ho letto un articolo di gender studies che parla del vero e proprio terrore tra i pater familias, di questa pratica del bagno rituale dopo il ciclo. Capira', donne che si ritrovano, periodicamente, a condividere segreti, fuori dal controllo maschile. Certo, i Padri della Chiesa amplificano tutte queste paure, e ci vedono lo zampino del Diavolo. Ma non se le sono inventate, venivano dalla societa' romana.
      Complimenti per il blog.

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  2. E' vero (anche se alcuni come Paolo Siniscalco non sono così sicuri e anzi adombrano il contrario) e quindi l'uso del termine è sbagliato, tuttavia come lei sa, l'ebraismo era in espansione tra primo ante e primo dopo Cristo, a prescindere dal proselitismo. Diciamo che era attraente: basta leggere gli Atti degli apostoli per averne prova. Quindi, i timori di Cicerone e di Paolo Di Stefano non sono infondati, no?

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    1. Io non trovo traccia di accusa di proselitismo a carico degli ebrei in Cicerone, né in Orazio, né in Seneca, né in Sant'Agostino. Molte accuse, nessuna di proselitismo. Tutto qui.

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    2. Ah, ok. Dal testo avevo capito diversamente: cioé che Cicerone e gli altri tali accuse le facessero.

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  3. Estraneo all'ebraismo rabbinico sopravvissuto alla repressione di Adriano della rivolta di Bar Kokhba, non a quello precedente. Precisazione che quindi vale solo per Sant'Agostino (parzialmente, poichè l'antiproselitismo sopravvisse anche presso i rabbini per un po'). Basta leggere Modigliani o Bikerman per apprendere della enorme abbondanza di "proseliti della porta" frequentanti la Sinagoga (ne parla anche San Paolo, che ben previde che alla lunga non avrebbero retto ai 365 precetti e 248 divieti). Se solo il caso avesse voluto (un Costantino filo-ebreo) avremmo potuto avere un ebraismo e non un cristianesimo di massa. Con conseguente Malvino anti-rabbinico (no, non antisemita) invece che anticlericale.

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    1. Chissà, probabilmente sì. Di fatto, il proselitismo è un mandato evangelico. Prego segnalare un passo del Talmud che esorti gli ebrei a far proseliti.

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    2. Probabilmente giusto, e infatti il Talmud è ebraismo rabbinico. Poco o niente proselitismo. L'ebraismo non rabbinico e più predicante è invece sparito, per esempio l'essenismo, come lei sa. Probabilmente complessivamente ha ragione lei

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    3. E dove Paolo parla dei 365 precetti? Chiedo, eh.
      Il fatto che Paolo, per ragioni tute sue, si inventasse che la Legge ebraica era troppo esigente per i comuni mortali, mica significa fosse necessariamente vero.

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  4. E' vero che gli autori romani facevano confusione tra ebrei e cristiani, ma penso che in antichità sia esistito un proselitismo ebraico. Alle informazioni del commento che mi precede, scritto evidentemente da persone più informate di me, aggiungo che nella Roma imperiale erano tante le religioni orientali "di tendenza" e tra queste pare ci fosse anche l'ebraismo (che si diceva interessasse anche Poppea, la moglie di Nerone; la storia, effettivamente riportata nelle fonti antiche, dà spunto ad alcuni accenni di antisemitismo nel libro "Quo vadis").

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  5. Mai sentito parlare di una setta ebraica detta 'cristianesimo'? Solo una delle tante, ci sono ebrei in tutta la terra. Non crederai mica alla storia della diaspora?

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  6. Purtroppo il Talmud è talmente vasto (non basta una vita per conoscerlo) e bisognerebbe rivolgersi a un vero esperto (dunque un rabbino), ma dopo il Secondo Tempio esiste un divieto - non sono in grado di citare la fonte precisa - esplicito di proselitismo per quanto riguarda l'ebraismo. Oggi i rabbini hanno l'obbligo di scoraggiare per almeno tre volte chiunque si presenti con l'intenzione di convertirsi.

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    1. Oh, ma io posso citare le fonti. Stanno nei trattati Yevamot 46a e Gerim 1:6. E tutti sanno che non si deriva dal Talmud la prassi per le conversioni (in effeti, e' alquanto discusso che il Talmud abbia a che fare con la pratica). Quanto alle conversioni e al cosiddetto obbligo dei rabbini, e' una questione controversa. Vediamo per esempio il caso dei matrimoni: http://www.jewishideas.org/responsa/responsa-of-rabbi-uziel Ma, naturalmente, questo non e' proselitismo.

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  7. Ma di chi è figlio l’ebraismo europeo se non del Caucaso, ossia della conversione di una popolazione in bilico tra Bisanzio e l’asia centrale? Non quindi di una genealogia antica che affonda irrimediabilmente nel buio.

    Arthur Koestler ci parla dei Cazari e della loro conversione all’ebraismo nel suo libro La tredicesima tribù, Utet, 2003

    Scrive lo storico israeliano Shlomo Sand:

    «Se non c’è stato un esilio dalla Palestina romanizzata, da dove provengono i numerosi ebrei che vivono intorno al Mediterraneo fin dall’Antichità? Dietro le quinte della storiografia nazionale si nasconde una sorprendente realtà storica. Dalla rivolta dei Maccabei, nel II secolo a.C., alla rivolta di Bar-Kokhba, nel II secolo d.C., il giudaismo fu la prima religione a mirare al proselitismo. Gli Asmonei avevano in precedenza convertito con la forza gli Iturei di Galilea annessi al «popolo di Israele» a partire da questo regno giudeo-ellenico, il giudaismo si diffuse nell’intero Vicino Oriente sulle sponde del Mediterraneo. Nel primo secolo d.C., apparve, nell’odierno Kurdistan, il regno ebraico di Adiabene, che non sarebbe stato l’ultimo regno a «giudaizzarsi»: altri avrebbero seguito la stessa strada in seguito».

    Il testo apparso su Le monde diplomatique e tradotto in italiano si può leggere qui:

    http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/05/come-fu-inventato-il-popolo-ebraico1.html

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    1. Suvvia. La attendibilita' scientifica di Koestler e' alquanto dubbia; e' stato un grande somanziere, autore di due capolavori - Buio a Mezzogiorno e Ladri nella Notte (questo ultimo e' una lettura obbligata per chiunque voglia capire qualcosa di Medio Oriente). Ma le sue credenziali scientifiche facevano desiderare. L'ipotesi kazara e' sbucata dal cilindro di qualche prestigiatore filoarabo del Foreign Office britannico, intenzionato a negare al popolo ebraaco il diritto alla autodeterminazione, gia' riconosciuto dalla Societa' delle Nazioni. Negando l'ovvio, ossia la esistenza di un popolo ebraico.
      Quanto a Shlomo Sand, il libro e' popolare solo in certi ambienti, e per ragioni che con la storia hanno nulla a che fare. Propaganda, e nulla piu'.
      Detto questo, conversioni all'ebraismo sono sempre accadute, perche' c'e' sempre stata gente talmente folle da voler far parte di questo popolo, di cui faccio parte anche io. In quanto (quasi) rabbino (nel senso che mi manca qualche mese alla ordinazione) ne incontro diversi, e devo dire che, soprattutto nei Paesi anglosassoni, molto stesso sono ex-cattolici, delusi dal basso profilo della loro Chiesa, che magari sono incappati in brutte faccende di pedofilia. Piu' spesso si tratta di donne che non si identificano piu' nel modello passivo e virginale cui sono state educate (a proposito di precetti pesanti ed insopportabili) e cercano forme di spiritualita' meno oppressive.
      Ma, ovviamente, non si tratta di proselitismo, per cui possiamo tranquillamente concordare con il buon Luigi. Di Stefano ha scritto una sciocchezza, come spesso capita ai giornalisti.

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  8. A tutti
    Conversione è una cosa, proselitismo è un'altra. In entrambi i casi abbiamo l'adesione all'ebraismo da parte di un individuo che in precedenza aveva un'altra (o nessuna) fede, tuttavia mi pare evidente che l'atto della "conversione" abbia come attore questo individuo, mentre l'atto del "proselitismo" abbia come attori quanti abbiano interesse a che la "conversione" avvenga, e mi pare che quell'"ismo" aiuti a intendere: mentre nella "conversione" è centrale la volontà dell'individuo che "va" verso la nuova fede, nel "proselitismo" è centrale la volontà di quanti aderiscono a quel credo e mirano a farvi "arrivare" quanti più individui sia possibile. In tal senso, mi pare superfluo aggiungere altro: nessuno nega che qualcuno possa essersi convertito all'ebraismo; di fatto, tranne che in sporadici casi, la pratica del proselitismo è estranea all'ebraismo. Ripeto ciò che ho scritto nel post: "è" estranea all'ebraismo. In passato non lo fu del tutto? Può darsi, rimane il fatto che nel Talmud non si dà mandato ai ebrei di far proseliti e che negli autori citati da Di Stefano non c'è traccia di "terrore" per il furor proselitario degli ebrei.

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  9. volpi Comunque le conversioni furono rare; l'analisi genetica delle comunità ebraiche moderne (non ho tempo di citare ma la rete è ricca a riguardo) conferma che gli ebrei attuali hanno origine mediorientale e che l'endogamia fu mantenuta.

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