Riporto la prima parte di un articolo che ieri era ospitato da Avvenire nel suo inserto èVita:
“A un mese circa dal previsto arrivo nelle farmacie italiane di EllaOne, la pillola dei cinque giorni dopo, e a poco meno di due anni dal debutto della Ru486, si affaccia sul mercato un’altra pillola dalle potenzialità abortive. Parliamo di Esmya, un prodotto a base di Ulipristal acetato, il principio attivo della stessa EllaOne. Esmya è il nome commerciale di un nuovo tipo di farmaco impiegato per il trattamento preoperatorio dei fibromi uterini nelle donne adulte in età riproduttiva. Il 27 febbraio la Gedeon Richter, la casa farmaceutica ungherese produttrice, ne ha annunciato l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione europea, decisione che segue il parere positivo del Comitato per i medicinali prodotti per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali del 16 dicembre 2011 e che si applica per tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Trattandosi di Ulipristal, però, la prudenza si impone. Lo evidenzia un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute presentata in settimana da Paola Binetti, che ribadisce i vantaggi del farmaco nel suo impegno specifico di cura dei fibromi, ma ne rileva il terribile potenziale. «Il prodotto – si legge – verrà messo in commercio in compresse da 5 milligrammi in blister da 28». È sufficiente un rapido calcolo per comprendere che «assumendo 6 compresse insieme si riproducono i 30 milligrammi di EllaOne, mentre con una decina si supera l’effetto della Ru486». Dopo il Cytotec, farmaco comunemente usato come anti-ulcera e abusato come abortivo clandestino, ecco che si rinnova, sotto nuove vesti, il problema dell’uso scorretto di un medicinale per ottenere effetti abortivi. Come fare a contrastarlo?...”.
“A un mese circa dal previsto arrivo nelle farmacie italiane di EllaOne, la pillola dei cinque giorni dopo, e a poco meno di due anni dal debutto della Ru486, si affaccia sul mercato un’altra pillola dalle potenzialità abortive. Parliamo di Esmya, un prodotto a base di Ulipristal acetato, il principio attivo della stessa EllaOne. Esmya è il nome commerciale di un nuovo tipo di farmaco impiegato per il trattamento preoperatorio dei fibromi uterini nelle donne adulte in età riproduttiva. Il 27 febbraio la Gedeon Richter, la casa farmaceutica ungherese produttrice, ne ha annunciato l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione europea, decisione che segue il parere positivo del Comitato per i medicinali prodotti per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali del 16 dicembre 2011 e che si applica per tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Trattandosi di Ulipristal, però, la prudenza si impone. Lo evidenzia un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute presentata in settimana da Paola Binetti, che ribadisce i vantaggi del farmaco nel suo impegno specifico di cura dei fibromi, ma ne rileva il terribile potenziale. «Il prodotto – si legge – verrà messo in commercio in compresse da 5 milligrammi in blister da 28». È sufficiente un rapido calcolo per comprendere che «assumendo 6 compresse insieme si riproducono i 30 milligrammi di EllaOne, mentre con una decina si supera l’effetto della Ru486». Dopo il Cytotec, farmaco comunemente usato come anti-ulcera e abusato come abortivo clandestino, ecco che si rinnova, sotto nuove vesti, il problema dell’uso scorretto di un medicinale per ottenere effetti abortivi. Come fare a contrastarlo?...”.
Ho provavo a mettermi nei panni di chi considerasse necessario contrastarlo e con disappunto ho rilevato che Paola Binetti dava dalle pagine di Avvenire tutte le informazioni utili per un “corretto abuso” del farmaco.
Non so se mi fanno piú pauda o più tenerezza questi antiabortisti
RispondiEliminaBeh almeno per UNA volta nella sua vita, Paola Binetti ha fatto qualcosa di utile per l'umanità.
RispondiEliminasperiamo che qualcuno ci insegni anche l'abuso del pentobarbital, un giorno...
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