«Pur essendoci care entrambe le cose, gli amici
e la verità, è dovere morale preferire la verità»
Etica Nicomachea (I, 4, 1096a)
Sono costretto a salire sulla scaletta per raggiungere le mensole alte – alla mia età comincia a diventare fastidioso – per tirar giù ancora una volta i sei volumi dell’Opera omnia di Luigi Sturzo. Dal VI volume (1957-1958): «Sul proporzionale ho cambiato idea nel 1950». Scrive che, dopo esserne stato un fiero sostenitore, è proprio nel 1950 che ha cominciato a nutrire dubbi su quel sistema elettorale, non in assoluto, ma solo per «come viene attuato in Italia a differenza dagli altri paesi». Dal V volume (1954-1956): «Non pochi si meravigliano della mia recente opposizione alla proporzionale». Lo scrive nel 1954 e scrive «recente». A conferma, valga quanto si legge nel I volume (1946-1948). Si tratta di uno scritto del 1948: «Fortuna o sventura, noi europei continentali siamo così divisi per idealità, per interessi e per metodi da non poter ridurre la lotta politica ai due partiti classici dei paesi anglosassoni».
Ciò detto, e rammentando che Luigi Sturzo torna in Italia il 27 agosto 1946, come è possibile sostenere che «era tornato dall’esilio statunitense convertito al sistema uninominale»? Lo sostiene Massimo Bordin (Il Foglio, 17.8.2012).
Che dire? I documenti parlano chiaro,quindi se ne potrebbe arguire che Bordin,semplicemente,non ricorda bene.
RispondiEliminaVero è che un giornalista,quando fa una citazione,avrebbe il dovere di ricordare bene.
E allora si potrebbe ipotizzare che Bordin abbia elaborato,attraverso i decenni,una certa propensione alla 'ortodossia' giacinta.
Anche se-va detto-Bordin mi sembra,all'interno della piccola setta di appartenenza,uno dei "meglio" (o,se preferite,dei "meno peggio").
Riesce 'persino',nel corso dei consueti monologhi giacinti della domenica,a formulare (con giudizio e molta cautela-s'intende-)qualcosa che assomiglia a una domanda,a una considerazione,'financo' a un'osservazione critica.
Di rado,certo,ma consideriamo che non è facile..
su questo invece mi permetto di dissentire gentile Annamaria,
RispondiEliminaBordin manca di coraggio: ha sufficiente capacita' critica per rendersi conto di star vivendo una grottesca farsa e una assai reale truffa politica, ma invece di rovesciare il tavolo e mandare a fanculo il pannella (come si meriterebbe, urca se se lo merita!)si limita a sospiri, mugugni e nervosi colpetti di tosse.
NOn è Pietas, non è proponesione all' ortodossia e' mancanza di coraggio politico e forse umano.
azzilandro
Azzilandro,penso che siamo sostanzialmente d'accordo:tutto quello che lei scrive di Bordin è vero,lo condivido:ma stiamo parlando appunto di uno che ha SCELTO,da decenni,di far parte di una piccola (per fortuna)setta di tipo religioso-totalitario,fondata su un culto della personalità irragionevole,al limite del delirio.
RispondiEliminaAll'interno di un TALE soffocante contesto,nel quale è praticamente impossibile esprimersi come "individuo" con capacità di immaginazione,creazione,proposta,elaborazione,pensiero critico,ma puoi esistere solo come oggetto,utensile adibito ai bisogni materiali e all'accudimento dell'INDIVIDUO UNICO,insomma,all'interno di una struttura-formicaio,Bordin "riesce",con grande difficoltà,grande disagio e a volte palpabile nervosismo,a venir fuori con il suo pensiero,la sua storia,il suo spessore.
Certo,potrebbe-come dice lei,e io sono d'accordo- 'rovesciare il tavolo',ma questa sarebbe,appunto,un'ALTRA scelta.
Anche se poi,in parte,il tavolo "l'ha rovesciato",all'incirca un anno fa,rifiutando di continuare a dirigere una radio diventata sempre più oggetto pannelliano:e'lì' la tensione era assai forte..
Gli è subentrato alla radio il mite Paolo Martini,ma non lo vedo messo molto bene:ogni suo timido tentativo di rinfrescare un po' il palinsesto è sanzionato e punito con il consueto 'mobbing'subdolo,indiretto,minaccioso,che il Nostro riserva a chi non è nelle 'sue grazie'.
L'ultimo attacco è venuto proprio ieri.
Hai visto mai che tra un po' arriva Vecellio?
E lì si toccherebbe il fondo...
Ma dico io: tra Aristotele che disputa con Platone sul "sesso di Don Sturzo" si possono leggere le arguzie della signora e le sgrammaticate invettive del dilei compagno (per affinità culturale naturalmente....) ?
RispondiEliminaDomanda retorica...sembra che si possa.
chi lo mandera' al diavolo il signor ricci, con la sua spocchiosa e autocompiaciuta ironia ? chi ? quanti?
RispondiEliminatanti ne sono sicuro, forse non qui ed ora, ma agli autocompiaciuti non e' riservato gran destino
azzilandro
Si fa così:quando non si riesce a confrontarsi perchè non si hanno argomenti,si ripiega sull'attacco e sull'offesa personale.
RispondiEliminaE' più facile.
Non c'è bisogno di conoscere,non c'è bisogno di sapere.
Basta la fede.
L'unica vera cosa interessante di questo post è che Castaldi considera Bordin un amico.
RispondiEliminaGiorgio
L'unica vera cosa interessante di questo commento è che a Giorgio non interessa la questione del sistema elettorale in don Sturzo.
EliminaE' così o è semplicemente una citazione di Aristotele per dar forza al contenuto del post?
EliminaGiorgio
vero: di don sturzo ci frega un cazzo (neanche a malvino), se non c'era di mezzo il mitico bordeaux
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