venerdì 21 settembre 2012

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Il frammento di papiro che la dottoressa Karen King ha presentato al X Congresso Internazionale di Studi Copti (Roma, 17-22 settembre 2012) mi torna utile nel rispondere a quel tale che due settimane fa mi ha scritto per dirsi stupito del fatto che «neanche mi pongo il problema se Cristo sia davvero esistito o sia solo un mito» (Frammenti di un necrologioMalvino, 4.9.2012).
Qui siamo dinanzi al brandello di un testo che risalirebbe al IV secolo, quasi certamente d’ispirazione gnostica, nel quale, com’è per il vangelo apocrifo di Filippo, si fa esplicito riferimento ad una moglie di Gesù. Dimostrerebbe che Gesù era sposato? Niente affatto. Dimostra che, nel corso della mitopoiesi del Gesù canonico, alcuni elementi si sono rivelati inadatti allo scopo che il mito doveva servire, e sono stati scartati, mentre quelli che potevano tornare utili, e si sono rivelati adatti, hanno avuto miglior destino.
Qui sta scritto: «E Gesù disse: “Mia moglie…”», ma è una moglie destinata ad analogo destino dei suoi fratelli, quando vince il modello dell’unigenito. Stessa sorte di parthènos, che da ragazza diventa vergine, quando torna utile che Maria sia madre di Dio.

Discorso a parte merita la genuinità del frammento, che sul retro reca solo caratteri molto sbiaditi, pressoché illegibili. Simonidis o Artemidoro?
  

4 commenti:

  1. ehm... ho copiato questo post, con qualche marginale modifica. non se ne sarebbe accorto nessuno, ma mi sembra disonesto non dirlo.

    se disturba posso cancellarlo, naturalmente.

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  2. Questa mi ha fatto ridere anche perche l'ho capita, ahimè non sempre mi succede.

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