lunedì 1 agosto 2016

Non c’è più religione

La «musulmana [che] a messa si toglie il velo in segno di rispetto verso i cristiani» (ansa.it, 31.7.2016) ignora che invece, almeno a messa, i cristiani pretendono che una donna stia a capo coperto. Per meglio dire, così è stato fino al 1983, quando il nuovo Codice di Diritto Canonico cassò il Can. 1262 di quello precedente («mulieres autem, capite cooperto et modeste vastitae, maxime cum ad mensam dominicam accedunt»): fino ad allora, e da Paolo (1 Cor 11, 5-15), passando per Tertulliano (De virginibus velandis, De cultu feminarum), Crisostomo (Orationes, XXVI), Cipriano (De habitu virginum), Agostino (Epistulae, CCXLV), Ambrogio (De virginitate) – giusto per fermarci alla Seconda Patristica – sul capo di una donna, per i cristiani, il velo sta bene sempre, e in chiesa è d’obbligo, massimamente a messa.
Offrire come omaggio quello che un tempo sarebbe stato oltraggio: assai poco probabile che il gesto avesse in sé una perfidia di qualità tanto squisita, alla musulmana sarebbe stata necessaria una conoscenza del cristianesimo che neanche i cristiani hanno. Né l’islam sta messo meglio, perché, per una musulmana, di là da ogni pur nobile intenzione, scoprire il capo in pubblico dovrebbe rimanere gesto lascivo.
In una domenica che le cronache si precipitano a registrare come emblematica, l’emblema sta tutto nel comune smarrimento di simboli e significati. Poi, in un articolo pubblicato da l’Espresso e che riporta l’esperienza fatta da un giornalista francese come infiltrato in una cellula islamista, leggiamo che di Allah, quelli del Daesh, se ne fregano: il chiodo che hanno in testa è la fica, non pensano ad altro che alle vergini che starebbero ad aspettarli in Paradiso. Altro che ritorno del sacro, qui non c’è più religione.

27 commenti:

  1. Bel gesto quello dei musulmani, benchè non obbligatorio, io ad esempio non mi dissocio pubblicamente in quanto italiano ogni volta che Messina Denaro ordina qualche ammazzata.
    Però è curioso che non siano scesi in campo a difendere giornali satirici, concerti rock o lungomare, ma solo quando hanno ammazzato un prete.
    Del resto nell'incubo di Houellebecq i cattolici piuttosto che schierarsi col secolarismo illuminista appoggiavano il partito islamista: erano semplicemente più simili.

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    1. Infatti quella di ieri è stata solidarietà tra nemici della laicità.

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    2. Volpi Nel Family day del 2015 fu molto applaudito l'imam di Centocelle,che guida il principale centro culturale islamico della capitale. Gli integralisti religiosi cristiani erano felicissimi: Come impaurire il Pd in modo migliore?

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    3. Non confondiamo laicità con laicismo però...

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  2. Ciao deve essere uno sbaglio,fin da piccola,non ho mai visto donne /ragazze in chiesa col velo,io nel 83 portavo una minigonna(non cortissima ma soprattutto il ginocchio)eppure nessuno me l'ha mai vietata.Il veli era si,ma negli anni Cinquanta. Non è molto utile rivangare episodi di intransigenza religiosa senza tener presente che il tempo passa e le istruzioni si trasformano. Voglio sperare sia così anche x i mussulmani,a cominciare dall'istruzione laica e dalla condivisione di intenti di pace.

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    1. Nel 1983 il canonista ha dovuto prendere atto che la prescrizione del velo non era più efficace, e che al contempo sarebbe stato arduo comminare una sanzione a norma del Can. 1262. Deve essere stata anche la sua minigonna a costringerlo, ma sappia che, per ogni passo indietro nella pretesa a guidare il gregge, il pastore è sempre pronto a farne due avanti.

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    2. Castaldi quale sarebbe stata la "sanzione da comminare", secondo lei? Perché il CJC del 1917 non ne fa alcun cenno...

      «Can. 1262. §1. Optandum ut, congruenter antiquae disciplinae, mulieres in ecclesia separatae sint a viris.
      §2. Viri in ecclesia vel extra ecclesiam, dum sacris ritibus assistunt, nudo capite sint, nisi aliud ferant probati populorum mores aut peculiaria rerum adiuncta; mulieres autem, capite cooperto et modeste vestitae, maxime cum ad mensam Dominicam accedunt.»

      Non vedo alcun cenno a sanzioni...
      Grazie!

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    3. Bisognerebbe concluderne che il capo coperto dal velo non sia prescritto da un codice di diritto? Più in generale: lei obbedisce ad una legge solo se qualcuno le fa chiara la sanzione che le comminata in caso di trasgressione?

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    4. Castaldi è lei a parlare di sanzioni. Io so bene che non ve n'erano, perché non erano necessarie (il rispetto del sacro decadi fa era molto più radicato, quantomeno in Europa). Ma visto che lei allude a sanzioni sarebbe bello ci illuminasse.

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    5. Io scrivo "sarebbe stato arduo comminare una sanzione" e lei legge che il Can. 1262 ne contemplava una? Guardi, nemmeno le rispondo: lei è un solenne cretino.

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  3. Come concilia la sua idiosincrasia per le religioni con l'appoggio ad uno Stato con base spiccatamente etnico-religiosa come quello di Israele?

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    1. @Anonimo: Castaldi vive di contraddizioni. È l'unico modo per sperare di essere letto. E a quanto pare funziona.

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  4. Israele pullula di atei, signora mia.

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    1. "In Israel 65% of those asked said that they are either notreligious or convinced atheist compared to just 30% who say that they are religious. Meanwhile in the Palestinian Territories (West Bank and Gaza) the population is considerably more religious with 75% saying that they are religious compared to 18% who say that they are not religious."
      http://tinyurl.com/zaokeq3

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    2. Pullulano più atei nelle chiese cattoliche che nelle sinagoghe, di più nel parlamento italiano che nella knesset, ad ogni modo non è questo il punto.

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  5. Non constato tuttavia grandi novità.
    Questa estemporanea fratellanza tra Islam e Cattolicesimo è principalmente provocata dall'attivismo di gente che non sa se l'agognata parte femminile abbia sviluppo in verticale od in orizzontale.
    Il core business di parecchie religioni, insomma.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  6. Ma se è solo per questo, caro Malvino, l'italy nostra, da almeno due decenni, "PULLULA" di Atei devoti..o noh?

    caino

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  7. qualche anno fa, attraversando una piazza, da un lato c'era una chiesa, e dal lato opposto verso cui eravamo diretti c'era un locale di lap dance. Commento dell'amico: Visto? Sacro e profano... Risposta: Sì, ma il sacro è là davanti...

    Applausi per il post come sempre

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    1. @Fetente:
      anni fa, un quotidiano della zona di Rimini pubblicò i risultati di un divertente e goliardico sondaggio svolto dalla redazione.
      Dal sondaggio emergeva che a Riccione, su dieci abitanti, cinque conoscevano l'ubicazione della Parrocchia del quartiere Alba, mentre sette conoscevano l'esatta ubicazione nel medesimo quartiere di un locale di lap dance.
      Tra i sette conoscitori era compreso un cortese automobilista locale, intervistato al volo, che si era offerto di portarvi i giornalisti appiedati perché lui era appunto diretto lì.
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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  8. Splendida sintesi dell'Islam, però non per una sola fica, sono 72 e l'imene si ricrea dopo ogni atto consumato.......vuoi mettere fiche for ever.Ottimo, come sempre.
    Caifa.

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  9. «Crisostomo (Orationes, XXVI)»

    Dimenticavo, Castaldi, ma nel suo copincolla di chissà quale fonte non si starà forse confondendo con Libanio, maestro di San Giovanni Crisostomo (approposito, perché non usare il nome completo?)? Perché "Orationes" scritte da Crisostomo non mi risultano, mentre dal suo maestro Libanio sì (che certo non fu mai Padre della Chiesa!).

    Spero avrà la decenza di pubblicare questa mia, e di non censurare i commenti più piccati, come suo solito.

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    1. Si dice bene: "dimenticavo". Infatti avrebbe potuto condensare tutti gli interventi in un solo: avrebbe potuto, in tal modo, dare maggiore organicità al rodimento che le procuro.
      In quanto al Crisostomo, si tratta di Giovanni Crisostomo, le cui omelie sono raccolte, a seconda dei curatori, sotto il nome di Homiliae o di Orationes. A parte, lei conosce Libanio di Antiochia perché ne ha letto qualcosa o per sentito dire?

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  10. Caro Malvino,
    sono stupefatto, ma davvero lei e quel tizio la, Emanuele, passate le vostre serate a leggere le opere di Libanio di Antiochia e di Giovanni Boccadoro (un tizio che con un nome simile avrebbe fatto la fortuna di qualsiasi casa di piacere)?
    Non oso immaginare la ricchezza della vostra vita sociale, con quante persone in Italia, e nel mondo, puoi parlare di Libanio e di Giovanni? Gli sbadigli arrivano fin qui.
    E poi mi scrive un post dal titolo: “Non c’è più religione!”, per essere ateo lei è fin troppo osservante, troppo leggente, almeno stando a quanto lei stesso fa credere di conoscere, ma stia tranquillo, a me non me ne frega niente né dell’uno, né dell’altro, uno lo conosco “per sentito dire”, l’altro è la prima volta che ne sento parlare e, in tutta sincerità, non mi è mancato nella mia formazione esistenziale.
    Naturalmente, se lei ritenesse che Libanio sia un mattone fondamentale nell’educazione di qualsiasi individuo, non ha che da spiegarne i motivi; ma, se devo giudicare da ciò che leggo, Libanio e Giovanni Crisostomo sono soltanto pietre che voi (lei ed Emanuele) usate in una sorta di disputa narcisistica fra di voi.
    Non mi pare ci sia un vero contenzioso su un argomento specifico, solo un contendersi chi ha veramente letto cosa, ora se si trattasse di due adolescenti, potrebbe anche starci, prima o poi capirebbero che una cosa è la forma e un’altra la sostanza, una cosa è argomentare e un’altra è primeggiare.
    Ogni tanto passo da queste parti perché lei scrive di tanto in tanto qualche spunto interessante, ma devo togliere dai suoi scritti le fronde attraverso cui lei paluda il riconoscimento della presunta potenza del suo intelletto, e dunque, presumo, il fondamento stesso della sua esistenza nel mondo.
    Mi dispiace che tutto il suo affanno a comporre post tutto sommato gradevoli, a volte, sia finalizzato a riscuotere quel tributo che ritiene sia dovuto alla sua intelligenza e si neghi ad ogni confronto dialogico vero, perché in apparenza lei sembra mantenere una sottospecie di dialogo, soprattutto quando questo “dialogo” non va ad intaccare il suo intento narcisistico.
    Basta solo pensare a come utilizza l’aggressione dei suoi fans, a come la stimola quando sa perfettamente che si scatenerà verso commenti a lei avversi, come utilizza l’aggressività esplicita (cioè manifesta) quando pensa di prevalere, e come censura (attraverso la “moderazione” dei commenti) le voci a cui non viole o non può replicare.
    Nel merito del post, mi faccia capire, ma lei critica una povera ragazza mussulmana perché si toglie il velo in una chiesa cattolica, credendo così di rispettare un’usanza cattolica, poi dice che in realtà non c’è alcun rispetto, visto che anche la religione cattolica, secondo Paolo, Tertulliano, Ambrogio, Cipriano, Agostino & san Bisticcio apostolo aggiungo io, è favorevole al velo.
    Almeno, era favorevole fino al 1983, prima che l’obbligo del velo per le donne in chiesa venisse cassato (ma anche prima non è che fosse tutta sta sfilata di veli, non so dove vive lei, ma io di donne col velo ho visto solo qualche vecchietta anche prima dell’83); e allora le chiedo … ma di che sta parlando? Ma di quale religione? Qui, anche se non se ne rende conto, il più tradizionalista è lei. Persino Adinolfi farebbe la figura di persona comprensiva, tollerante.
    La religione cristiana è sopravvissuta, dopo la Riforma, imponendo delle regole che non potevano e non dovevano essere rispettate; oggi, il cristianesimo è la religione più bella del mondo, non serve fare niente per dirsi cristiano, non serve rispettare niente, non serve neppure andare a messa, basta che ti battezzi, fai la comunione, ti sposi in chiesa e dai l’8 per mille, soprattutto questo.
    La ragazza che si toglie il velo in una chiesa cattolica, invece, va rispettata, perché sta facendo qualcosa di straordinario, ma questo credo che lei non possa capirlo.
    Un saluto

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    1. Per più di un verso ritengo in risposta valga quanto ho scritto qui (https://malvinodue.blogspot.it/2016/08/corrispondenze.html). A mio parere lei commette l'errore di avere sguardo corto. Chi se ne fotte del passato e ritiene superfluo studiarlo non riuscirà a vedere in un velo, e nel toglierselo, altro che quanto vede lei. E dunque, sì, sono disposto a concederglielo: io passo le serate a cercare di capire ciò che accade alla luce di quello ne fa un fatto storico, lei passa, legge, ci trova robetta noiosa, un tantino di boria, e dice "ehi, ma che c'entra Tertulliano?". Che posso dirle? A mio parere c'entra, ma non pretendo di convincerla. Di più: nemmeno ci provo. Solo un ragguaglio: leggere Giovanni Crisostomo o Libanio di Antiochia non inibisce una ricca vita sociale, come la chiama lei. E' che francamente non so immaginare una ricchezza che se ne privi. Più in generale: deve scusarmi, ma ho interessi diversi dai suoi, in compenso non ho alcuna pretesa di piacerle. Io penso che lei commetta un altro errore: ritiene che questo blog mi serva a qualcosa, mentre in realtà non ha altro scopo che sostituire i quaderni che riempivo quando internet non esisteva. Su una cosa, invece, le do pienamente ragione: mi infastidiscono i commenti che a mio giudizio - di chi altri sennò? - sono stupidi, impertinenti, indegni di una risposta che squalifichi chi invece la ritenga dovuta. Questo le valga a disclaimer.

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    2. Leggo solo ora il commento di Garbo. Chiedo: per quale motivo abbiamo tanto in pregio Cicerone e non Libanio? Quanto spazio è riservato nei testi scolasti e nella storiografia non specialistica al Tardo Antico e, per esempio, alla storia delle province romane? Peter Brown, per esempio, non avrebbe potuto scrivere il suo fondamentale Potere e cristianesimo nella tarda antichità prescindendo da Libanio. Lo legga Garbo, e vedrà quanti luoghi comuni sull’antichità e segnatamente sul paganesimo e sul cristianesimo si dissolveranno. E scoprirà che cosa significava realmente per quel mondo la cultura (e, soggiungo di mio, perché l’odio per la cultura conduca, in ogni epoca, al letamaio). L’imperatore Giuliano, prima della sua ultima campagna contro i Parti, a chi fece visita se non a Libanio? Ammiano Marcellino, che tutti conosciamo e senza il quale molti aspetti di quell’epoca sarebbero ancor più problematici, fu suo allievo. Già questo la dice lunga sul personaggio. È vero, si può vivere bene e, dal suo punto di vista, anche meglio senza Libanio. Alla fin fine nulla è davvero importante.

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  11. Sapevo che lo scrivere fosse una forma di vanità. Ora scopro che lo sia anche il leggere. Zagreo

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    1. Da questi commenti invece scopro che capire quel che si legge è un lusso

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